Insorgono i presidenti dei seggi di fronte alle polemiche sull'eccessiva lentezza che ha caratterizzato le operazioni di spoglio. Spiegano che il sistema è fallimentare e soprattutto puntano il dito contro Comune e Prefettura: «Non siamo carne da macello"
Archiviato il primo turno di queste dirompenti elezioni amministrative, a tenere banco quasi più dell’esito consegnato dalle urne sono i problemi che si sono registrati dalle 23 di domenica sera fino ancora ad oggi. Oltre ai ritardi che con il passare delle ore si sono accumulati sempre di più nelle operazioni di spoglio, in molte sezioni sono saltate fuori irregolarità che adesso si dovranno vagliare con attenzione e che hanno gettato un ulteriore ombra sulla macchina elettorale messinese. Ad oggi il dato di fatto inconfutabile è che non ci sono ancora i risultati definitivi di tutte le 254 sezioni (VEDI ARTICOLO A PARTE). Bisognerà capire cosa è accaduto in quelle sezioni che sono finite sotto verifica da parte degli uffici di Palazzo Zanca, ma è necessario provare ancora una volta ad analizzare anche perché il lavoro di decine di presidenti e centinaia di scrutatori si è trascinato per almeno 24 ore dopo la giornata dedicata al voto. A parlare sono proprio loro, protagonisti loro malgrado di tante polemiche. Lo avevano già fatto alla vigilia del voto per accendere i riflettori sull’assurdità di operazioni elettorali che prevedono lo spoglio alla chiusura dei seggi, ora lo fanno per spiegare che le responsabilità che si celano dietro la lentezza estrema che si è registrata quasi ovunque sono da estendere a tutti i livelli organizzativi. A scrivere è il reappresentate dei presidenti di seggio Carmelo Crisafulli.
«L’aberrante e disumana vicenda che ci accomuna ai seggi elettorali la devono conoscere tutti, altrimenti come al solito siamo noi a passare come carne da macello. Lentezza e ritardi rispetto alle altre città anche siciliane addebitati al lavoro svolto dai componenti dei seggi…vergognoso tutto questo, vergognoso non avere dietro gli altri apparati che dovrebbero coadiuvare tutti noi. Il Comune è stato totalmente assente, nessun numero di telefono posto nei plichi, eppure sapevano che vi erano molti presidenti alle prime armi, se riuscivi a reperire tali numeri e li rintracciavi a qualsiasi problema ti rispondevano che dovevamo arrangiarci noi. Prefettura inesistente, nessuna collaborazione fattiva. E poi il girovagare dopo trenta ore al seggio per consegnare i plichi pesanti come non mai, quando potrebbero aiutarci al seggio stesso. Vergogna, solo vergogna. Sono parole forti ma vere che dobbiamo far sentire».
Crisafulli non è l’unico a chiedere attenzione. Anche Patrizia Caccioppo, presidente di seggio, racconta quelle ore interminabili: «Abbiamo lavorato per 30 ore consecutive senza dormire per delle misere cifre, il Comune ci ha abbandonato a noi stessi senza nastro isolante, penne e tamponi scadenti per timbri che da tempo portiamo noi da casa, ci ha preso in giro dicendo alla riunione che c’erano i nomi candidati scritti e invece tutti da scrivere, circa 4000 verbali in cui devi scrivere con formule assurde voto disgiunto, senza preferenza e varie. Non ne possiamo più di sentire che siamo lenti e la protesta non finirà qui. Non siamo carne al macero e anzi c’è gente di una competenza assurda e se le cose non cambieranno prima o poi prenderemo decisioni drastiche perché la dignità umana viene prima di tutto».
Cristiano Fogliano, un altro presidente di seggio, si rivolge direttamente a Elvira Amata: «Sorge spontaneo il dubbio che lei, votante ieri nel seggio da me presieduto, non abbia avuto occasione di sfogliare un Mod. n.38-CS, comunemente detto "Verbale delle operazioni elettorali”, magari soffermandosi sulle relative modalità di compilazione. Le assicuro che tale impegno non consiste, come potrebbe apparire, nel contare quante palline sono contenute in uno scatolone, avendo cura di suddividerle per colore.
Le assicuro che presiedere un ufficio elettorale include tante sfaccettature tra cui, per dirne una, interpretare, ove si verificassero scenari di dubbio in fase di scrutinio, la reale intenzione dell’elettore nell’esercitare il proprio diritto, nell’interesse della collettività. Tutto ciò in una stanza di 12 mq, a temperature prossime ai 40 gradi, obbligati a restare operativi per oltre trentotto ore consecutive, senza pausa e senza possibilità di riposo.
Sarebbe stato degno di nota, invece, soffermarsi sulla triste realtà che fa un po’ storcere il muso, constatando che, come ad esempio nel mio caso, oltre 50 schede su poco più di 500 sono risultate non valide. Chi esprimeva tre preferenze, chi sbagliava a contrassegnare le liste, chi votava i candidati al comune nelle schede per la circoscrizione, chi pretendeva di votare con la scheda elettorale completa o, più banalmente, non riusciva a piegare la scheda: questo è il dato triste che ci dovrebbe fare riflettere. Dato che, se mediamente moltiplicato per il numero totale di sezioni, manifesta l’impossibilità di dare alle votazioni la loro reale finalità.
E’ abbastanza noto che i complessi compiti dei componenti del seggio vengono svolti per pochi spiccioli e che, quantomeno, chi si presta a tale servizio, più che una critica, meriterebbe un cenno di apprezzamento e di incoraggiamento per l'impegno, specialmente da parte di chi, come lei, ricopre il prestigioso e ben retribuito ruolo di deputata regionale. E chiudo con un interrogativo: se è opportuno proporre un corso mirato di preparazione per scrutatori e presidenti di seggio, perché non prevederne anche uno destinato a tutti coloro che dovrebbero rappresentarci per cinque anni, sia a livello cittadino che, come lei, a livello regionale?»
Orgoglioso di aver svolto il mio compito, Le auguro buon lavoro.
Francesca Stornante
Vedere Affari a quattro ruote non significa diventare meccanico. Allo stesso modo non ci si improvvisa scrutatori.
Rappresentante dei Presidenti di seggio?
Carne al macero?
Gente di una competenza assurda?
Dare alle votazioni la loro reale finalità?
Cominciamo dalle basi e poi parliamo del resto: comunque siamo Presidenti ed era chiaro che, come sempre, non sarebbe stato semplice esercitare il nostro ruolo.
Io dico solo che ora sono 2 le cose da fare: insistere affinché le prossime volte lo scrutinio inizi il giorno successivo e poi cancellare dall’albo quei Presidenti che ingiustificatamente hanno rinunciato, magari perché, si sa, le elezioni comunali sono quelle più complicate!