Halloween e Ognissanti: feste inconciliabili o tradizioni che s'intrecciano?

Halloween e Ognissanti: feste inconciliabili o tradizioni che s’intrecciano?

Daniele Ferrara

Halloween e Ognissanti: feste inconciliabili o tradizioni che s’intrecciano?

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sabato 28 Ottobre 2017 - 05:44

Tutte le feste cattoliche sono la reinterpretazione di quelle pagane. Halloween è davvero una festa straniera o una riappropriazione culturale? Viaggio nelle origini delle due festività.

Stiamo entrando in un periodo buio: la luce si affievolisce, le foglie cadono, il freddo s’intensifica; ed ecco giunta la festa d’Ognissanti con la sua popolare vigilia chiamata (all’inglese) Halloween. Molti ritengono quest’ultima una festa straniera, ma è davvero così?

L’abitudine di festeggiare fra il 31 Ottobre e l’1 Novembre è antichissima. Per i Celti era il Samonios e scandiva l’inizio dell’anno nuovo, una notte in cui il velo fra la vita e la morte cadeva e i due mondi s’intersecavano; anche per noi Mediterranei era festa, per esempio in Italia si tenevano le Pomonalia in onore della rigogliosa dea fruttifera Pomona, per ringraziare del raccolto e salutare i campi in vista del terrore destato dall’inverno. In epoca imperiale le due festività si fusero, dando inizio a una feconda tradizione sincretica dedicata al raccolto e ai defunti che continuò ad avere nutrito seguito anche sotto il Cristianesimo, tanto che la Chiesa nel Medioevo spostò Ognissanti (che copriva le vecchie feste dei morti, le Lemuralia) dalla prima metà di Maggio all’1 Novembre per occultarla.

La credenza condivisa si riferiva all’arrivo degli spiriti durante la notte: perciò si usava accendere lanterne macabre ricavate da rape e si danzava indossando grotteschi mascheroni per scacciare le entità malevole, ma si preparava un pranzo ai fantasmi familiari che poi si sdebitavano con doni. Nelle nazioni celtiche si è conservata l’usanza dei travestimenti e alle rape sono succedute le zucche, mentre dalle nostre parti si è preservato lo scambio di omaggi, consistenti in Sicilia in dolci dalle variegate forme di frutti e persino bianche ossa, i quali si potevano mangiare fra le tombe dei cari (consuetudine spostata al 2 Novembre). Vista la similitudine, la complementarità e la comune origine degli usi, festeggiare Halloween dovrebbe considerarsi una riappropriazione culturale e un arricchimento dei nostri costumi che vanno anch’essi restaurati.

Tuttavia molti Cattolici considerano diabolica la festa e la osteggiano, ma essa è più antica del concetto stesso di Diavolo; se alcuni scelgono questa notte per riti oscuri, è perché è stata demonizzata. È illogico definirla una festa non-cristiana, poiché tutte le feste cattoliche sono solo reinterpretazioni di feste più antiche, com’è anche ingiusto rinnegare le radici pagane su cui si basa la nostra civiltà: i due spazi combaciano. Il vero problema è l’ignoranza, quella che oltreoceano sta convertendo Halloween in una semplice festa in maschera subordinata alle mode.

Bisogna riscoprire il senso vero della vigilia anziché scambiarla per un Carnevale o inventare “feste di contrasto” poco appropriate. Solo così si può evitare qualsiasi degenerazione. La vigilia d’Ognissanti non sbeffeggia i morti ma la morte stessa, poiché lo scopo della festa è proprio deriderla, simulare la paura che trasmette e poi attraversarla passando alla gioia delle solennità natalizie, per dimostrare che la morte non è duratura ma è solo un momento di passaggio.

Un affettuoso augurio tradizionale a chi legge: buone Pomonalia!

Daniele Ferrara

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