Alla vigilia delle primarie del 16 febbraio per l’elezione del segretario regionale del Pd scoppia la guerra dei comunicati tra genovesiani e renziani. I primi chiedono un aumento del numero dei gazebo da 8 a 13. Contro un ritorno ai vecchi metodi replicano Panarello e renziani e chiedono l’intervento degli organi di garanzia.
Sulle primarie per il segretario regionale del Pd, il 16 febbraio, il gruppo Genovese tenta la prova di forza, dimostrando che i vecchi metodi di gestione del partito in città sono tutt’altro che archiviati.
Tra l’area Genovese, i renziani e il gruppo Panarello alla vigilia del voto, aperto a tutti i simpatizzanti del Pd, scoppia la guerra dei comunicati.
Ad aprire il fuoco sono proprio i genovesiani che dopo essersi disinteressati delle primarie nazionali, lasciando ai volontari il compito di organizzarle, ritengono invece che l’elezione del segretario regionale attiri eserciti di messinesi, penalizzati dai soli 8 seggi e per dar forza alla protesta rispolverano le vecchie esperienze di primarie, che come è noto, hanno fatto parlare di Messina in tutta Italia.
Ma andiamo per ordine. Il 16 febbraio si svolgeranno le primarie aperte per il segretario regionale. Dopo il voto dei circoli sono rimasti 3 candidati: l’uscente Giuseppe Lupo (sostenuto dall’area Genovese), il parlamentare e segretario nazionale dei Giovani Dem Fausto Raciti (sostenuto da un accordo Renziani-Cuperliani) e Antonella Monastra ( sostenuta dall’area Civati).
Il primo turno delle primarie, quello del voto dei circoli, nei giorni scorsi ha dimostrato che Messina città ha visto ribaltare le percentuali di Lupo e Raciti.
Il segretario uscente infatti a livello provinciale ha ottenuto il 42,99%, contro il 46,06% del deputato cuperliano. In città invece Lupo registra il 56,66%, doppiando Raciti, che si ferma a 23,74%, confermando quindi la tenuta del gruppo Genovese, pur senza le cifre degli anni scorsi. A livello regionale Raciti ha superato il 66% mentre Lupo si è attestato al 23% e la Monastra ha sfiorato il 6%.
Alla vigilia delle primarie del 16 quindi i genovesiani aprono il fuoco per dimostrare che a Messina hanno ancora i numeri. Un gruppo di dirigenti e consiglieri comunali, tra i quali Emilia Barrile, Paolo David, Giuseppe Santalco, Nicola Cucinotta, Donatella Sindoni, Antonella Russo, Francesco Pagano, Benedetto Vaccarino, hanno quindi scritto a Renzi, a Lupo ed al segretario provinciale Ridolfo reclamando l’aumento del numero dei seggi. Otto, a loro giudizio, sono pochi. Ne servono almeno 13, un po’ come ai vecchi tempi.
“Crediamo che l’inaccettabile diktat sul numero dei seggi- si legge-che tende ad emarginare personalità di grande rilievo e consenso, incidendo pesantemente sul livello di partecipazione, nasca dal timore dei risultati e rappresenti un inelegante tentativo di alterare il voto libero degli iscritti, degli elettori e dei cittadini, che tra l’altro saranno penalizzati dal pagamento di 2 euro. Ridurre il numero dei seggi a 8 ha inciso ridimensionando i partecipanti rispetto al passato che sono scesi, ad esempio da 10 mila a 3.500”.
Il gruppo Genovese fa poi riferimento alle primarie a sindaco, ricordando che in quell’occasione i seggi furono 12 e circa 10 mila i partecipanti. Un paragone piuttosto singolare dal momento che le primarie per chi dovrà guidare la città non hanno lo stesso valore dell’elezione del segretario regionale del partito. Non si comprende poi perché se per il sindaco i seggi sono stati 12 per il segretario regionale dovrebbero essere 13, uno in più.
“Chiediamo la libera partecipazione al voto-concludono- perché limitarla artatamente in base ai propri interessi elettorali è l’unico vero inquinamento del dato elettorale che il Pd a Messina rischia di subire”.
Se non ci fossero quelle firme sotto la nota potrebbe sembrare un comunicato dei renziani quando Messina aveva oltre 60 circoli e per le primarie i gazebo fiorivano come in primavera e le percentuali di partecipazione finivano su tutti i giornali.
“La posizione dei consiglieri comunali del ‘gruppo Genovese’ è singolare- replica il deputato regionale Filippo Panarello- in occasione delle primarie per il segretario nazionale, prevedibilmente di gran lunga più partecipate di quelle per il segretario regionale, da parte loro non c’è stata alcuna obiezione sul numero di seggi. Adesso qualcuno vorrebbe moltiplicare i gazebo in nome della democrazia e della partecipazione: temo che invece la filosofia che ispira il ‘gruppo Genovese’ sia in linea con le famigerate ‘parlamentarie’, quando alcuni seggi furono costituiti perfino presso taluni enti di formazione e il partito messinese fu coperto di ridicolo. Se la commissione regionale di garanzia- non dovesse confermare il numero di seggi della scorsa competizione, così come previsto, sarà necessario un controllo straordinario sulla regolarità delle primarie a Messina”.
Posizione analoga a quella dei renziani Giacomo D’Arrigo, Alessandro Russo, Francesco Palano Quero, Filippo Cangemi che chiedono un monitoraggio del voto
e l’intervento degli organi di garanzia del partito.
“Riteniamo di non dovere accettare "lezioni di democrazia" partecipata da molti dei firmatari di questo grottesco appello- scrivono- poiché proprio in occasione delle primarie nazionali dell'8 dicembre scorso è soltanto grazie all'impegno volontario delle aree di minoranza che si sono potute svolgere le primarie negli 8 seggi individuati di comune accordo. Nessuno ha mai sollevato dubbi o richieste aggiuntive rispetto al numero di 8 seggi individuati. E allora, salvo qualche singola eccezione, i consiglieri di c.d. "Area Genovese" non hanno contribuito allo svolgimento e all'organizzazione delle primarie nazionali. Le richieste sollevate perseguono quella tipica concezione della democrazia partecipata che vede attivarsi patronati e circoli vicini a questo o a quel consigliere comunale, fin dentro ai centri di formazione orbitanti attorno alla c.d. "Area Genovese", che ben poco ha a che vedere con lo spirito di partecipazione. A questo punto, ci chiediamo: a chi servono ben 6 seggi in più rispetto a quelli di dicembre scorso? Forse nella muscolare prova di forza si ritiene che più seggi vi saranno e più vicini saranno ai patronati e ai CAF, maggiore sarà la partecipazione indotta? Ebbene, se queste sono le basi di discussione riteniamo che la soluzione debba essere trovata a livello regionale. Sia la Commissione di Garanzia Regionale a dirimere la vicenda messinese. Si ritiene, inoltre, che lo svolgimento delle primarie della città di Messina, vista la delicatezza politica della piazza, debbano essere monitorate e controllate dagli organismi regionali, supervisionando su anomalie e forzature che in loco potrebbero avvenire con molta probabilità."
E se il clima alla vigilia delle primarie regionali è questo, chissà cosa accadrà per l’elezione del segretario cittadino, prevista a marzo. Le ferite del partito evidentemente sono ancora aperte.
Rosaria Brancato
ma non ho capito!!!??? esistono ancora i genovesiani???? volete farmi credere che il sig. genovese è ancora impegnato in politica?????? e addirittura c’è chi lo appoggia!!!! i “genovesiani”. ma da dove vengono dallo spazio? per forza, come i marziani! io una volta li ho visti. sono molto simili a noi solo che hanno l’abitudine di tapparsi il naso, le orecchie e gli occhi ma parlano… parlano… parlano… e poi xxxxxxxx… però una cosa di positivo ce l’hanno… hanno molto il senso della famiglia… !!!
Dispiace dirlo perché tra di loro ci sono molte persone che stimo, ma i peggiori nemici dell’on. Francantonio Genovese sono i cosiddetti “genovesiani”. L’altra sera, per un puro caso, mi è capitato di ascoltare le loro argomentazioni e, francamente, non fanno onore a Genovese.
DEVONO RINGRAZIARE CHE I COSIDDETTI GENOVESIANI SI LIMITANO SOLO ALLE PAROLE, DIMENTICANDO IL PASSATO, GRAZIE ALLA SPERANZA DI QUALCHE PROMESSA FATTAGLI.
PER GIANNI MORANDI UNO SU MILLE CE LA FA
PER GENOVESE FORSE UNO SU DIECIMILA CON MOLTA PROBBABILITA’ SI TRATTA DI UN xxxxxxxxxxx, PROMETTENDO AI DIECIMILA UN POSTO DI LAVORO CHE NON CI SARA’ MAI.
VOGLIO RICORDARE A QUESTE DUE FAZIONI CHE NON STANNO GIOCANDO AL PALLONE, COME FOSSERO DUE SQUADRE, MA CON IL FUTURO DI QUESTA CITTA’, RICORDANDO ANCORA UNA VOLTA CHE AL POPOLO NON INTERESSA LA POLITICA FATTA DA VOI E SOLO PER VOI, MA IL PRODOTTO FINITO PER FARLO VIVERE DIGNITOSAMENTE.
13 gazebo…
dodici per gli apostoli ed uno per Lui…amen!
Si vergognano di dichiarare il numero dei voti ottenuti da ciascun candidato. Si trincerano dietro percentuali.
Qualcuno non ha ottenuto il voto dei parenti più stretti.