Rizzo contro il ministro Provenzano: “L’alta velocità in Sicilia non è prevista”

Rizzo contro il ministro Provenzano: “L’alta velocità in Sicilia non è prevista”

Redazione

Rizzo contro il ministro Provenzano: “L’alta velocità in Sicilia non è prevista”

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venerdì 28 Agosto 2020 - 11:17

La replica del presidente di Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno

“L’alta velocità in Sicilia si può avere anche senza il Ponte sullo Stretto”. Così il ministro Giuseppe Provenzano alla festa democratica organizzata dal Pd a Nizza di Sicilia.

“Diceva il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. Sarà la convinzione del ministro “contro il sud” Giuseppe Provenzano”. Replica così Fernando Rizzo, presidente di Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno.

“Non possiamo credere che Provenzano sia tanto disinformato da non sapere che quella linea già finanziata con l’accordo Stato/Ffss/Rfi/Regione, il 28 febbraio del 2013, con 2,426 miliardi dai fondi di coesione sui 5,1 miliardi necessari, non è una linea ad alta velocità ma un semplice doppio binario con velocità massima sino a 160 Km/h. Secondo le idee del governo Monti, del ministro Barca (anch’egli del Pd) e dell’allora governatore Crocetta (Pd), avrebbe dovuto essere ultimato e consegnato entro il 2020. Rammento come la Commissione Ue abbia definito ad alta velocità solo i tracciati con velocità superiore a 250 km/h. Tra l’altro e dopo 7 anni, dei lavori del doppio binario in Sicilia sono in esecuzione solo i 37 km da Catenanuova a Catania Bicocca. Il resto ristagna e, se tutto andrà bene, la Sicilia avrà il doppio binario solo nel 2030, quando il resto d’Italia e d’Europa secondo i piani della Rete Ten T, correrà a velocità superiori ai 350 km/h unendo in pochi minuti grandi città e rendendo effettivi i programmi delle smart city e dell’abbattimento degli agenti inquinanti prodotti dagli scarichi di autovetture e soprattutto navi e aerei. Senza dire che ad opera finita un palermitano arriverà a Messina (per traghettare) nello stesso tempo di oggi, dovendo affrontare l’inutile periplo di Catania e quindi 95 km in più, non essendo mai stati progettati né tantomeno finanziati gli 80 km tra le stazioni di Patti e Castelbuono. Una vergogna colonialista di cui Provenzano continua a farsi complice seppure in buona compagnia. Per non dire che per i 662 km tra Palermo e Salerno il piano operativo delle Ffss del 2015, ministro Delrio (sempre del Pd), ha previsto alla voce alta velocità 0 euro di investimenti in infrastrutture ferroviarie per il seennio 2016/2021. Cioè l’alta velocità per il Pd, dal governo Monti in avanti e con la cancellazione del Ponte sullo Stretto a progetto definitivo approvato in sede tecnica, si ferma a Salerno. Circa 1/3 del territorio nazionale e 7,5 milioni di abitanti, restano totalmente emarginati e senza prospettive di sviluppo nella economia globalizzata e iper connessa”.

Rizzo ricorda al ministro Provenzano che “gli unici progetti immediatamente cantierabili al Sud con il Recovery Fund con le somme destinate dalla Ue sulla base di criteri premiali a vantaggio delle aree con maggiore disoccupazione tra il 2015 e il 2019 sono solo la AV Napoli Bari e il ponte sullo Stretto. Tutto il resto è rimesso a progetti o a studi di valutazione (tipo il tunnel) in tempi lunghi e ben oltre i 6 anni stabiliti dalla Ue. Il doppio binario (strategicamente poco utile) Palermo – Catania è già stato finanziato come sopra, anche con l’aggiunta di fondi statali e sarebbe inaudito se il governo Conte volesse utilizzare i fondi di coesione già impegnati in Sicilia sostituendoli con il Recovery Fund e utilizzarli nel nord Italia”.

Infine una annotazione a margine dei meriti ascritti al ministro Provenzano: “il super bonus al 110% per gli interventi edilizi, il Bonus Vacanze di 500 euro a favore dei nuclei familiari con Isee fino a 40.000 euro, il Bonus Mobilità per acquisto biciclette e monopattini e bici elettrici; il Bonus Internet di 200 euro per Pc e tablet per nuclei con Isee fino a 20.000 euro, riguardano l’intero paese e non certo il meridione. La proposta di tagliare il 30% dei contributi dei lavoratori assunti al sud è invece l’ennesimo pannicello caldo che tutte le politiche assistenzialiste da Prodi in poi hanno portato avanti: dai co.co.co., ai co.co.pro., al precariato selvaggio. Senza il prodromico investimento infrastrutturale nessun imprenditore, nessun investitore scommetterebbe due euro in un territorio marginale e dimenticato come quello siciliano e calabrese, dove per percorrere 3 km in treno nello Stretto, si impiega lo stesso tempo dei 376 km del Frecciarossa 1000 tra Roma e Bologna”.

3 commenti

  1. Finalmente un’analisi precisa che mette in condizioni chi legge di rendersi conto delle castronerie dette e perpetrate della classe politica che ci governa e che invece aveva promesso il cambiamento denigrando chi aveva governato prima di loro.

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  2. Il cane di guardia della politica è il giornalismo. Se è indipendente deve “motu proprio” denunciare le distorsioni degli annunci politici e se del caso intestarsene la battaglia. I giornali cartacei che celebrano le grandezze delle proprie gerarchie, hanno la colpa di aver collaborato nel tempo a sottomettere il nostro territorio, scrivendo ciò che ai politici potesse “servire” per la loro gloria!

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    1. Troppo spesso leggiamo, anche se virgolettati, i comunicati stampa delle varie sigle politiche, sindacali, ecc. copiati senza un accenno di commento, o analisi indipendente da parte del giornalista che li pubblica (hanno anche il coraggio di firmarli questi pseudo articoli).

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