«Non c’è stato un soggetto più difficile da illustrare. Difficile è affrontare il ritratto, rappresentare l’anima del personaggio: devi 'capirlo'...»
REGGIO CALABRIA – Segni particolari: laureanda in Architettura all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria ma da un paio d’anni almeno – studio a parte – dedita esclusivamente all’arte figurativa.
Dopo il Giardino della Memoria, Palmi rinnova l’impegno anticlan
Roberta Fiorito, 31enne di Fuscaldo – significativo centro tirrenico del Cosentino –, è l’autrice dei 24 murales antimafia che da stamattina hanno ufficialmente “stravolto” il cuore di Palmi.
Il centro pianigiano già ospitava un pregnante Giardino della memoria: adesso, poco distante, sorge un degnissimo, ricco Viale della memoria grazie all’intervento di questa giovane artista.
Roberta, da Fuscaldo alla Costa Viola passando per la Bovesia…
Non esattamente una writer, eh. «Ho iniziato con le tele: tanti acquerelli, disegni… Poi il mio lavoro m’ha portato dal fare la pittrice in studio a fare la street art – spiega lei con semplicità –: quindi, dove c’è un muro, dove c’è un messaggio da lasciare, ci siamo anche noi… Ho già viaggiato parecchio per lavoro, dal Veneto al Piemonte. Che tecniche ho utilizzato qui? Da buona pittrice che ancora non s’è avvicinata agli spray, ho utilizzato come sempre rulli e pennelli: ma è sempre tutto da sperimentare».
Tra i suoi lavori più recenti, un altro intervento importante nel cuore della Bovesìa, giusto a Bova, illustrando la dea Persefone; più precisamente, questo, in relazione alle persefonine, ai riti delle pupazze che da sempre scandiscono in loco la Domenica delle Palme, a fare anche da ‘cerniera’ rispetto al culto d’epoca greca.
E un altro nel suo territorio provinciale d’estrazione, il Cosentino, per la precisione a Paola, in frazione San Miceli, qui lasciando il segno indelebile della gru a simboleggiare la migrazione che ha inciso pesantemente (su tutta la Calabria e) su quel territorio.
L’artista e la complessità del ritratto
…Giusto a Paola, nel 2016, era scoccato l’amore per la street art, complice un bando e la raffigurazione di un pavone, simbolo della città del Tirreno cosentino: «Mi sono ritrovata all’improvviso davanti a un muro alto 4 piani, 40 metri d’altezza… e da lì, è stato “amore a primo muro”!».
E per il nuovissimo Viale della Memoria di Palmi, tra le tante vittime innocenti di bestiale violenza – complicato sfuggire a certi occhioni carbone, volutamente calcati, a ricordarci di non dimenticare… – qual è stato il soggetto più difficile da rappresentare? «Ma no, non ce n’è stato uno più difficile degli altri. Difficile è affrontare il ritratto, ecco: quello è sempre difficile perché occorre rispettare le proporzioni della persona ma soprattutto rappresentare la sua anima… Bisogna “calarsi” dentro il soggetto da rappresentare, ecco: quando lo si capisce, tutto diventa più facile».