Seduta consiliare di fuoco quella del 29 aprile che ha visto il consigliere di maggioranza e l'ex amministratore al centro di un muso duro per la discussione dell'odg relativo all'istituzione di una commissione d'inchiesta e la nomina dei componenti
Il consiglio comunale di Roccalumera del 29 aprile ha registrato l’ennesimo scontro tra l’amministrazione e la minoranza in guerra fredda ormai da quasi un anno, abituando così i cittadini a spiacevoli sedute consiliari. Questa volta ad accendere gli animi è stato l’ottavo punto all’odg, relativo alla richiesta del consigliere di minoranza Giuseppe Melita di istituire una commissione d’inchiesta e di procedere alla nomina dei componenti per verificare le spese effettuate dalle passate amministrazioni per fronteggiare i danni causati dalle mareggiate. Il gruppo di opposizione ha votato contro e ne è sorta una discussione che ha visto in causa il consigliere di maggioranza Cosimo Cacciola e l’ex vicesindaco Francesco Santisi.
“Si è assistito all’ennesima corrida artatamente messa in campo da alcuni pezzi della maggioranza per non consentire una serena trattazione degli argomenti – ha dichiarato quest’ultimo – intercalando costantemente interruzioni e provocazioni che, condivisibili o meno, fanno purtroppo ancora parte della “politica” che taluni soggetti rendono sempre più distante dai cittadini”.
Il consigliere Cacciola, prosegue Santisi, “durante il trattamento del punto all’o.d.g. relativo alla commissione d’inchiesta, ha fatto riferimento, più volte ed inisistentemente, alla mia persona fino ad arrivare ad abbandonare alterato” l’aula ed a cercarmi nel corridoio con fare minaccioso e provocatorio. A quel punto, chiamato indebitamente ed ingiustamente in causa da un Consigliere, non entrando mai nell’aula consiliare, ho solo risposto con serena determinazione alle sue domande: tanto non sono incline al litigio tanto non mi faccio intimorire da nessuno perché non ho nulla da temere. Dico con chiarezza – conclude Santisi – che la maggioranza può istituire tutte le commissioni d’inchiesta che vuole ed inviare le carte a tutti gli organi di controllo, vigilanza o inquisitori che ritiene necessari ma deve, secondo me, assumersi la responsabilità delle proprie azioni davanti ai cittadini e non farsi scudo su una presunta richiesta (invito?) della minoranza”.
La risposta del consigliere Cosimo Cacciola non si fa attendere: “Il cittadino di Roccalumera Francesco Santisi non si smentisce più e pur di portare acqua al proprio mulino in disuso, cambia la verità dei fatti, anche di fronte alla testimonianza inappellabile della telecamera e dei presenti, e dice di me quello che lui è. Ebbene, dal momento in cui è iniziata l’attività amministrativa del consiglio comunale, eletto nelle elezioni del 10 e 11 giugno 2013, presenzia ogni seduta consiliare attaccato all’uscio della porta dell’aula, evitando di accomodarsi nel pubblico come fa il resto dei cittadini, e da li mette in moto, ininterrottamente, il suo dito sulla tastiera del telefonino intervenendo di fatto, tramite sms nei lavori consiliari, pur non essendo stato eletto (…). Di fatto, con questa condotta irriguardosa, verso i suoi consiglieri di minoranza e l’intero consiglio comunale, continua a disturbare, interferendo sui i temi del dibattito”.
“Malgrado questo pernicioso intralcio, comunque – prosegue Cacciola – i lavori d’aula vanno avanti e l’azione amministrativa di risanamento e rinascita della compagine Argiroffi vola spedita al raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati e si dirige sicura verso lidi, da lui sconosciuti ed insperati, del buon governo e della sana gestione amministrativa. Questo egli non lo sopporta, nell’ultimo consiglio comunale, ha perso infatti, le staffe. Abbandonato il dito, ha cominciato ad usare la lingua e mentre io ho fatto il mio intervento, a voce alta mi ha invitato ad uscir fuori. Non so perché, non so per cosa. Stanco ed irritato da questo disturbatore, sono uscito dall’aula nel corridoio chiedendogli cosa volesse. Al suo farfugliare scomposto, le mie spalle si sono girate indietro. Affermo senza paura di essere smentito, che qualora il Santisi non si presentasse più alla porta o quantomeno si accomodasse in silenzio su una poltrona tra gli spettatori, tutti i diverbi e le scaramucce che si sono succeduti in questi mesi durante i consigli comunali, cesserebbero di colpo. Ma egli questo non lo vuole. Mira a tenere alta la tensione, sperando in una lontana e improbabile resurrezione. Concludo con una riflessione ovvia e scontata. La commissione d’indagine, chiunque la richieda o la invochi, se la si vuole la si vota. Punto. Infatti, un consigliere delle file della minoranza, dissociandosi, coerentemente lo ha fatto”.