Un piccolo focolaio scoppiato nel tardo pomeriggio di domenica ha assunto, con il passare delle ore, dimensioni maggiori avvicinandosi alle palazzine che si trovano tutte intorno alla "Città del ragazzo". Sul posto sono intervenuti Vigili del fuoco, personale dell Forestale e anche autobotti del Comune
Ad accorgersi che ieri pomeriggio (domenica 7 ottobre), le fiamme stavano minacciando la “Città del ragazzo” è stata la direttrice della struttura che alle 17,30 ha chiamato i soccorsi. L’incendio nella parte alta della struttura è andato man mano aumentando arrivando a minacciare i vicini complessi residenziali, passando dall’altro lato della collina. Ai primi due mezzi dei Vigili del Fuoco si sono poi aggiunti un’autobotte di rinforzo del Comune e una dei pompieri. Sul posto sono intervenuti anche un’auto della Protezione civile oltre che mezzi e personale della Forestale nel tentativo di mettere al riparo dalle fiamme la struttura che ospita anche persone anziane.
A causa dell’impossibilità di arrivare con le autocisterne nelle vicinanze dell’incendio, i Vigili del Fuoco hanno controllato lo sviluppo del rogo aspettando che le fiamme scendessero fino a raggiungere la distanza coperta del getto degli idranti. Nei punti in cui i mezzi dei pompieri, per via della loro grandezza, non sono riusciti ad arrivare, si è rivelato fondamentale il supporto dell’Associazione Mari e Monti e della consulta diocesana della Protezione Civile, che con i moduli-anti incendio a loro disposizione, di più piccole dimensioni, sono riusciti a raggiungere le zone più impervie. In nottata, il rogo è stato spento.
Purtroppo fino ad un’ora fa le fiamme persistevano su buona parte della collina e ritengo ci siano anche ora.
vergogna allo stato italiano che per incorporare i vvff volontari impiega decenni. poi non fanno i corsi nel comune di residenza e anche se sei decretato non lavorerai mai. le emergenze rimarranno sempre emergenze perchè un popolo bisognoso è un serbatoio di voti. alle prossime elezioni ve la usciremo nelle mani.
Chiedo lumi all’ing.Giovanni CAMINITI,coordinatore dell’Area Urbanistica,che ad oggi è priva del dirigente del dipartimento più vitale per le sorti del territorio,quello dell’Attività Edilizia e Repressione Abusivismo,mantenuto per un decennio colpevolmente sempre ad interim.Caro ingegnere vorrei sapere se a Messina sono vigenti le limitazioni all’attività edilizia ed urbanistica (e comunque di divieto assoluto alla mutazione della destinazione) in zone di bosco danneggiate o distrutte dal fuoco,imposte dalla legge n. 47/1975 art. 9, successivamente modificato ed integrato dall’art. 1bis del D.L. n. 332/1993, poi convertito nella legge 29.10.1993, n. 428, ora sostituita dalla Legge Quadro in materia di incendi boschivi n. 353/2000.
Ricordo ai messinesi che sono norme introdotte per combattere il penoso fenomeno degli incendi dolosi di boschi finalizzati alla speculazione edilizia. In particolare dispongono che in tutte le zone boscate interessate da incendi è vietato l’insediamento di costruzioni di qualsiasi tipo (i Sindaci, pertanto, non possono autorizzare alcuna costruzione). Alle medesime zone, inoltre, nella formazione degli strumenti urbanistici (P.R.G. compreso), non potrà darsi destinazione diversa da quella in atto prima dell’incendio.
Vorrei sapere se è stato adempiuto l’obbligo dei diversi Sindaci e Commissari di Messina di compilare e trasmettere alla Regione ed al Ministero dell’ambiente una planimetria, in scala adeguata, entro il mese di ottobre di ogni anno,che evidenzi il territorio comunale percorso dal fuoco,ricordo fino alla noia che in tale territorio per almeno 10 anni, non sono (e non devono) essere consentite destinazioni d’uso diverse da quelle in atto prima dell’incendio e detto vincolo deve essere indicato espressamente, a pena di nullità, in tutti gli atti di compravendita di aree ed immobili ricadenti nel territorio medesimo.
Ricordo ancora che ai sensi del D.L. 27 giugno 1985 n. 312, convertito con modificazioni dalla l. 8 agosto 1985 n. 431, le cui disposizioni costituiscono norme fondamentali di riforma economico-sociale della Repubblica (e come tali sono applicabili in Sicilia), nella nozione di “bosco” rientrano non solo i consorzi vegetali a base di alberi e arbusti selvatici facenti parte del patrimonio indisponibile di enti pubblici o gravati da vincolo forestale permanente, ma anche i boschi cedui di proprietà privata, i quali pertanto dal 1985 sono sottoposti al vincolo paesaggistico previsto dalle suindicate fonti normative. Cons. Giust. Amm. Sicilia 28 febbraio 1995, n. 34 Bevilacqua e altro c. Assess. Territorio ed Ambiente e altro Cons. Stato 1995, I, 270; Foro amm. 1995, 389.
SE LEI E’ D’ACCORDO CON QUESTA RICOSTRUZIONE, LO URLI AI MESSINESI.