“La città sepolta”:l'emozione tragica del terremoto nel libro di Luigi Nastasi

“La città sepolta”:l’emozione tragica del terremoto nel libro di Luigi Nastasi

“La città sepolta”:l’emozione tragica del terremoto nel libro di Luigi Nastasi

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venerdì 06 Luglio 2018 - 05:10

Le vicende di due famiglie messinesi si intrecciano e animano di vita vissuta l'immane tragedia

Quanti libri sono stati scritti su Messina e il “suo” terremoto? Quanti sulla “città fantasma”? Tutti trattano, in maniera più o meno tecnica, le cronache, le cause e gli effetti subiti da manufatti e territorio, i disagi e gli aiuti, ma quanti hanno voluto analizzare gli effetti devastanti che tali eventi hanno avuto e continuano ad avere sulle anime e sulla comunità?

E’ proprio questo, invece, il bel regalo che Luigi Nastasi ha voluto fare alla sua città di origine, in questo libro edito da Albatros. Ma non mediante l’ennesimo, asettico saggio letterale. Piuttosto un vero regalo, confezionato alla maniera più elegante, nella forma più emozionante e coinvolgente del romanzo, preziosamente arricchito da garbate quanto puntualissime contestualizzazioni e citazioni che permettono di annoverarlo, pur così limitandolo, nella categoria dei romanzi storici.

La storia è quella di due famiglie dell’alta borghesia messinese, gli Arcuri e i Raciti, i cui destini si incontrano e si intrecciano attraverso quegli eventi, a dir poco epocali, che così profondamente hanno segnato, per non dire sconvolto, il territorio messinese ed i suoi abitanti durante la prima metà del secolo scorso.

Sono i loro occhi, ma ancor di più le vibrazioni delle loro anime, che quasi fisicamente trasudano dalle pagine del libro, che riescono a trasmettere e rendere viva quella struggente malinconia scaturita dalla triste consapevolezza che una fiorente comunità, in un tempo proporzionalmente infinitesimo, aveva perso il frutto di secoli di storia e financo la sua stessa identità.

Parallelamente, un altro filo si svolge, più arido, triste e spietato, ingombrante cornice che domina e limita il cuore dell’uomo. E’ la Storia, con la “S” maiuscola, quella che subiamo inesorabilmente, già capace di annientare le più grandi civiltà, seguendo freddamente il matematico concetto della parabola. La stessa che fece di Messina, “già magna quando Roma era ancora campagna” una città ormai decaduta, fisicamente e metaforicamente una “città sepolta”.

Riquadrato da tale cornice, il dolore dei singoli diventa il dolore comune, il dolore di una intera “città”: arida, quanto densa, sintesi verbale di tragedie personali, di uomini e di anime, ma anche di usi, di tradizioni e di espressioni artistiche che mai più sarebbero tornate e di fatto mai più torneranno. Diventa il dolore totale, il dolore per la speranza perduta.

Eppur tuttavia questo moto, per quanto puntuale, preciso e appassionato, non assurge mai a protagonista.

Viceversa, il prezioso filo conduttore, l’essenza stessa di tutto il romanzo, resta racchiuso nel fortissimo anelito alla ricerca interiore, abilmente condotta attraverso la precisa miniatura dei personaggi, dei loro sentimenti e dei loro stessi vezzi, delle emozioni e delle loro nuances, e raccontata mediante una prosa elegantemente sciolta e talvolta aulica, che presto diventa funzionale strumento per creare poesia, empatico travaso di sensazioni ed emozioni tra l’anima che scrive e colui che la sa leggere.

In questo, sì, c’è ancora speranza.

Il romanzo si può acquistare in libreria e online su Amazon e sul sito dell'editore: https://gruppoalbatros.eu/bookstore/

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