Il talento di saper vedere la bellezza dentro le cose

Il talento di saper vedere la bellezza dentro le cose

Il talento di saper vedere la bellezza dentro le cose

lunedì 24 Giugno 2013 - 12:31

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La crisi economica ci costringe a riscoprire e coltivare i nostri talenti. Ciò induce le nuove generazioni a scegliere mestieri più variegati, sta rifiorendo l’artigianato e con esso l’amore per la Terra e l’attenzione al tessuto sociale all’interno del quale questo cambiamento trova senso (l’ottava intelligenza di Gardner).
E noi? Noi che non abbiamo ancora il coraggio o non desideriamo aprire un agriturismo sulle colline della nostra città, cosa possiamo fare per coltivare il nostro talento? Noi che non ci sentiamo più l’età per rimetterci completamente in gioco? Noi che non siamo troppo convinti da tutta questa storia dei talenti?
Cambiamento chiama cambiamento. Partiamo da piccole cose, impariamo a fare qualcosa che davvero amiamo, prendiamoci del tempo per individuare una cosa che davvero ci interessa fare e ci dia piacere anche quando ci richiede una certa fatica. Probabilmente non lasceremo il nostro lavoro ed il nostro appartamento in città per fare le guide alpine, ma avremo scoperto l’amore per l’escursionismo, che ci stimola a metterci in gioco, a crescere, ad essere più vivi e ricettivi a tutti ciò che ci circonda.
Rileggiamo l’elenco delle intelligenze di Gardner: Qual è quella che ci piace di più stimolare in noi?
Siamo particolarmente dotati di intelligenza logico-matematica? Possiamo imparare a giocare a Sudoku o studiare per proporre un nuovo modello di economia sostenibile. Il nostro forte è usare le parole? Possiamo scrivere per noi o per il piacere di diffondere una qualche forma di conoscenza. Possiamo usarle per sensibilizzare le persone su tematiche che ci stanno a cuore. Possiamo fare i cruciverba. Possiamo dilettarci a leggere le pagine meravigliose che poeti e scrittori senza tempo hanno lasciato nel corso dei secoli. Se siamo degli “intelligenti spaziali” possiamo dilettarci e reinventare l’arredamento di casa nostra o costruircene una da soli, possiamo dipingerci i quadri che la adorneranno e progettare i mobili che la arrederanno. Possiamo vendere prodotti del nostro genio e pagarci il mutuo. Se la nostra è un’intelligenza prettamente musicale possiamo diventare pianisti o chitarristi, possiamo produrre strumenti musicali, per diletto o come lavoro. Possiamo insegnare la musica. L’intelligenza cinestesica ci permette di essere buoni ballerini, ma anche di trasformare le materie prime con le nostre mani, facendole diventare oggetti belli ed utili, l’uomo avrà sempre bisogno di vestiti, scarpe, piatti. Se siamo abbiamo un’intelligenza interpersonale molto spiccata possiamo dedicarci all’insegnamento, ai mestieri di cura, ma possiamo anche fare del volontariato.
Presi dalla passione alimentata dal coltivare il nostro talento, saremo più propensi a riconoscere la passione altrui, saremo felici di dare una mano a chi è nel nostro stesso percorso. Ricerchiamo nelle cose che compriamo e nel lavoro delle persone che ci circondano le tracce del loro talento. Apprezziamolo, apprezziamo le varie forme di intelligenza che un oggetto ha richiesto per la sua fabbricazione.
Se sappiamo fare questo, sappiamo anche notare la bruttezza, la stupidità che sta dentro le cose. Prestiamo attenzione all’impatto che ogni piccolo gesto ha sull’ambiente e sulla società. E’ un talento tra i più nobili comprendere che la bellezza di un oggetto, di una canzone, di un gesto, non sta nel suo essere status symbol, ma nel suo essere frutto di un talento umano, coltivato ed espresso nel rispetto della Terra e degli altri esseri umani.
Per tutti questi motivi è molto più bella la nostra ventiquattr’ore di cuoio prodotta da un’associazione che promuove il lavoro di ragazzi disabili e non una borsa Prada prodotta grazie allo sfruttamento di migranti clandestini che vivono in condizioni disumane all’interno di un dormitorio ricavato sotto le lamiere del tetto di una fabbrica di Empoli, che scarica coloranti inquinanti nel fiume vicino.
Per questi motivo è più intelligente sostenere le varie attività commerciali del nostro territorio e non le grandi catene multinazionali che sfruttano o ignorano il valore delle persone, sia di quelle che lavorano per loro, sia di quelle che da loro acquistano.
“Psicologica” è curata da Francesca Giordano, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva, Roma (SPC), Vicepresidente A.p.s. Psyché, “mamma di giorno” presso il nido famiglia Ohana di via Ugo Bassi, 145, Messina. Per informazioni telefonare al: 345.2238168.
Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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