Salayaman, giovane ospite del Pala Nebiolo, racconta la storia fatta di viaggi, paure e speranze che lo ha condotto a Messina e al rugby
Se l’obiettivo era la “meta”, Salayaman l’ha centrato in pieno. Un lungo viaggio quello del ventiseienne ghanese, ospite del Pala Nebiolo, che da due settimane si allena con i ragazzi dell’Amatori Rugby Messina.
“Quando al centro di prima accoglienza di Lampedusa hanno comunicato che c’era la possibilità di trasferirsi a Messina”, rivela Salayaman, “ ho dato subito la mia adesione. Me ne avevano parlato bene degli amici che ci erano stati e adesso vorrei stabilirmi qui, sperando di trovare un lavoro: ho fatto il lattoniere e il sarto ma qualsiasi cosa per me andrebbe bene”.
Il futuro in Sicilia per lui rappresenta una speranza da vivere insieme al fratello ventitreenne che lo ha seguito nella traversata del Canale di Sicilia.
Giovane dissidente emigrato per iniziare una nuova vita in Occidente, Salayaman racconta che “il viaggio è durato soltanto quattro giorni, ma è stata un’esperienza durissima. Abbiamo sofferto il caldo di giorno e il freddo durante la notte e, soprattutto, la fame. Sul barcone eravamo in 200 e accanto a me ho visto morire tre persone. Io e mio fratello ci siamo salvati perché avevo con me dei datteri, che abbiamo condiviso con altri, con cui ci siamo nutriti”.
Salayaman ora vuole solo andare avanti, magari ripartendo dallo sport che ama, il Rugby, già praticato in Gabon, paese in cui si era rifugiato una prima volta. Giunto in riva allo Stretto, la prima richiesta ai volontari del Pala Nebiolo è stata un palla ovale. Successivamente, è stato messo in contatto con un dirigente dell’Amatori che lo ha portato al campo di Sperone dove è stato accolto calorosamente dai ragazzi allenati da Bevan Ryan. I giocatori vanno a prenderlo al Pala Nebiolo per gli allenamenti e lui esce dal cancello indossando con orgoglio la maglia dell’Amatori Rugby.
Inoltre, il presidente della squadra, Nello Arena, ha annunciato che sin da ora Salayaman potrebbe essere tesserato. “Poco fa, la Federazione Italiana Rugby mi ha comunicato che non c’è alcun ostacolo per tesserare Salayaman. Siamo felici della sua presenza e speriamo che in tutti i settori questi giovani, che fuggono da guerra e oppressione, possano trovare la giusta accoglienza e la possibilità di integrarsi”. (Gabriele Quattrocchi)
come il calcio…preciso…
Davvero eccezionale, ancora una volta il rugby ci dimostra che esistono ancora sport in cui i valori umani vengono al primo posto. Andrò a sperone alle prossime partite, perchè voglio aderire al magnifico progetto di questi ragazzi.