L'ex candidato segretario provinciale: "Hyerace non ci ha coinvolti nelle scelte dei vertici, nonostante la quasi parità. Da qui la scelta dei 49 delegati"
MESSINA – “Non gioco più, me ne vado”. Alessandro Russo si sfila dall’assemblea congressuale del Partito democratico, federazione provinciale. E annuncia: “L’assemblea di oggi nella sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele (dalle 9.30, n.d.r.), non vede la partecipazione dei delegati eletti nella mozione di minoranza, che fa riferimento alla mia candidatura congressuale. In sostanza, dopo la quasi parità tra il neo segretario provinciale Armando Hyerace e lo sfidante Russo, quest’ultimo si sarebbe aspettato, “un’apertura e un riconoscimento politico nei confronti di circa la metà del Pd messinese, coinvolgendola nella scelta delle figure di vertice del partito”. Così non è avvenuto e da qui la mancata partecipazione dell’area che ha sostenuto il consigliere comunale. Ben 49 delegati contro i 51 della maggioranza.
“Hanno sbattuto la porta in faccia a metà del partito per occupare tutte le cariche”, insiste. Mette in chiaro il consigliere, rivolgendosi a Hyerace: “Non ci interessano le vice segreterie, caro segretario. Non ci interessano i ruoli nella segreteria che comporrai: la vittoria al congresso è tua e tu hai il diritto di governare. A noi interessava sinceramente che venisse politicamente riconosciuto il ruolo delle minoranze in questo partito, così come fece Schlein nei confronti della minoranza di Bonaccini. Questo non è avvenuto e, amaramente, l’inizio di oggi è politicamente un errore gravissimo”.
“Incomprensibile la mancata apertura alla minoranza in una situazione di quasi parità nel Pd messinese”
Spiega Russo, sostenuto dal deputato regionale Calogero Leanza e da buona parte dell’area Cuperlo: “Una scelta sofferta e che ci rammarica profondamente perché maturata in un contesto in cui, nonostante la comune visione della necessità di una ripartenza il più possibile condivisa e inclusiva di tutte le posizioni espresse nel partito, oggi si produrrà sostanzialmente in una forzatura politicamente biasimevole a solo favore della mozione di maggioranza. Va ricordato l’esito del congresso, che ha sancito una quasi perfetta parità politica tra le due mozioni e una rappresentazione di delegati pari a 49 delegati a sostegno della mia candidatura contro 51 a sostegno di quella di Hyerace. Un contesto numerico-politico, pertanto, che avrebbe dovuto spingere il vincitore di questo congresso ad aprire nei confronti della minoranza, coinvolgendola nella codecisione almeno delle figure di vertice del partito. Questo per manifestare un’apertura e un riconoscimento politico nei confronti di circa la metà del Pd messinese che, pur avendo votato differentemente rispetto alla mozione vincente, avrebbe sancito la sua piena legittimazione e il proprio pieno riconoscimento da parte della maggioranza congressuale”.
“Una porta in faccia a metà del Partito democratico a Messina”
E ancora: “Del resto, l’esempio di cosa questa minoranza congressuale si aspettava è presto fatto: all’indomani della vittoria al congresso nazionale, la segretaria Elly Schlein ha immediatamente aperto politicamente alla minoranza, chiedendo al candidato sconfitto, Bonaccini, di assumere la presidenza del partito. Una scelta di ovvie e persino banali ragioni politiche che i delegati della mia mozione si sarebbero aspettati e che, invece, non arriva. E che pure dovrebbe arrivare laddove si fosse partiti dalla semplice logica numerica congressuale che ha sancito una divisione quasi perfetta delle forze in campo. Si dice di volere un partito inclusivo e rispettoso delle diverse pluralità e sensibilità interne, che a differenza del passato, sappia valorizzare e non emarginare tutte le posizioni minori per poter rafforzare un percorso di unità politica che, a nostro parere, è il primo e più urgente obiettivo del partito messinese. E tuttavia, l’avvio del nuovo corso non appare indirizzato verso questo obiettivo. Anzi, sembra proseguire una logica duramente maggioritaria che vede prevalere una maggioranza su tutte le altre posizioni minoritarie all’interno del partito, una logica che pensavamo sarebbe terminata”.
Aggiunge l’ex candidato segretario provinciale: “Ed è altrettanto utile ricordare come nelle ultime due settimane io personalmente, con altri componenti della mia mozione, essendone stati ufficialmente investiti da Hyerace e dalla sua area, abbiamo esercitato ogni utile forma di persuasione nei confronti dei ricorrenti interni sul tesseramento precongressuale, come segno di distensione necessario e propedeutico alla condivisione di alcune scelte sui vertici del partito messinese. Ebbene, dopo due settimane di nostro intenso lavoro, una volta comunicata a Hyerace la disponibilità dei ricorrenti a fare un passo indietro per poter consentire quindi l’avvio di una fase di discussione circa la condivisione di alcune scelte su organi di grande importanza in chiave di garanzia (presidenza dell’assemblea e responsabilità condivisa dell’organizzazione dei circoli e del tesseramento), circostanza avvenuta appena ieri notte, la risposta è stata quella che si consacra oggi in assemblea”.
Conclude Russo: “Una porta in faccia sbattuta a metà del partito e l’occupazione di tutte le cariche che avrebbero richiesto maggiore condivisione, asserendo che la disponibilità al ritiro dei ricorsi sarebbe giunto “oltre tempo massimo”. Non pensavamo, sinceramente, che stare dentro al Partito democratico e ragionare, con grande sforzo di equilibrio, al fine di costruire delle condizioni di gestione politica già aperte, serene e condivise, significasse rispettare i tempi di diktat o ultimatum: ci siamo sbagliati”.
Ma possibile che il consigliere comunale ripescato Russo non riesce mai ad accettare la sconfitta e vuole sempre essere primo ballerino.
Russo rassegnati ti hanno bocciato anche i tuoi compagni vinci le elezioni e poi governi, in democrazia e’ cosi…..dentro il PD sei minoranza, creati un partito autarchico e avrai sempre voce in capitolo.
Decisamente non ci siamo!
Non voglio entrare nel merito della questione, ma comprendete bene che non sono le migliori premesse per un cambio di rotta e una ripartenza.
Se il buongiorno è questo, sia a livello nazionale che locale, per la serie.. continuiamo a litigare e ad azzannarci tra noi, allora i vari Meloni , Salvini , Schifani, De luca e Basile possono dormire sonni tranquilli, governeranno tutti senza difficoltà e senza opposizione, almeno fino al 2030 e forse oltre.
Ragazzi, sveglia per favore!
Allora non ha capito che non conta niente…