I genitori degli alunni disabili del Tomasi di Lampedusa si sono rivolti direttamente al sindaco della città metropolitana, alla responsabile delle politiche sociali e al prefetto. “Il mancato servizio impedisce agli alunni la piena integrazione e il diritto allo studio”.
Ancora priva di soluzioni, la questione relativa al trasporto per alunni disabili in diverse zone nebroidee. A Sant’Agata Militello il servizio risulta ancora inattivo, generando diverse criticità e disagi. A prendere la parola, questa volta, sono stati i genitori degli studenti dell’Itet Tomasi di Lampedusa che chiedono a gran voce una risoluzione immediata del problema.
La richiesta dei genitori
“La mancata attivazione del servizio di trasporto scolastico, che deve essere garantito dalla Città Metropolitana di Messina, ai sensi dell’art. 139 del Decreto Legislativo 112/1998, nei fatti, impedisce agli alunni la piena integrazione e il diritto allo studio, in quanto non è ipotizzabile che possa essere posta a carico delle famiglie”.
E’ quanto si legge in una nota inviata al sindaco della città metropolitana di Messina, Cateno De Luca, alla responsabile alle politiche sociali della città metropolitana Irene Calabrò e al prefetto, Maria Carmela Librizzi. Il documento, per conoscenza, è stato inviato anche ai sindaci di Acquedolci, Longi, Torrenova, San Fratello, Sant’Agata di Militello e Tortorici.
La gara andata deserta
I genitori firmatari del documento, inoltre, hanno spiegato come la stessa città metropolitana li abbia invitati “a provvedere personalmente al trasporto scolastico dei propri figli disabili, con il riconoscimento di un rimborso irrisorio dei costi del servizio, in quanto le ripetute gare per l’affidamento del trasporto dei disabili di parte della Zona Nebroidea 1 sono andate deserte”.
Si parla –scrivono i genitori in una nota stampa- di un rimborso di “34 centesimi per ogni chilometro percorso, pari a un quinto del prezzo del carburante”.
Una questione più volte ripresa
Una situazione particolarmente critica, dunque, della quale avevamo già discusso più volte. Lo scorso settembre erano intervenuti i presidenti del consiglio di diversi comuni del comprensorio nebroideo, invitando a trovare una soluzione. Anche le forze sindacali si erano mosse in questa direzione.