I sindacati confederali organizzano una giornata di mobilitazione in tutta la Sicilia, a Messina l'appuntamento è sabato al Palacultura a partire dalle 9.30. Tanti i temi sul tavolo: diritti, lavoro, legalità, sviluppo, infrastrutture, sanità. Tante anche le richieste per il governatore Crocetta ma anche per l'amministrazione Accorinti.
Lavoro e sviluppo, diritti e legalità. Per Cgil, Cisl e Uil il futuro della Sicilia deve passare da qui. Perché i lavoratori non devono continuare a pagare gli errori della politica, perché serve una svolta forte per evitare il fallimento economico, sociale e amministrativo del territorio, perché la gente è stanca, sfiduciata e non ce la fa più. Per questo i tre sindacati confederali hanno indetto per sabato 31 ottobre una giornata di mobilitazione che toccherà tutta la Sicilia per levare alto e forte il grido di dolore di un intero popolo soffre. A Messina l’iniziativa sarà al Palacultura a partire dalle 9.30, si intrecceranno temi che riguardano tutta l’isola e questioni che invece toccano più da vicino la città dello Stretto, si metteranno sul tavolo problemi ma anche proposte e soluzioni, si proverà a lanciare un messaggio chiaro alla politica a tutti i livelli, affinché soprattutto i rappresentanti dei cittadini nei palazzi del potere possano davvero assumersi le responsabilità dei ruoli che ricoprono e delle poltrone su cui siedono.
L’iniziativa è stata illustrata dai segretari generali di Messina di Cgil, Cisl, e Uil, Lillo Oceano, Tonino Genovese e Carmelo Catania.
“I sindacati confederali hanno chiesto più volte al presidente Rosario Crocetta una svolta significative nell’azione di governo, la risposta però è stata quella di nominare quattro governi in tre anni, mettendo in piedi un balletto di assessori che ne ha messi in campo circa 50” ha esordito il segretario della Cgil puntando il dito contro le scelte amministrative e politiche di un governo regionale che ad oggi si è mostrato in assoluta continuità con quelli del passato, senza risolvere neanche una delle emergenze del territorio siciliano. Oceano ha passato in rassegna quelli che dal sindacato vengono considerati come i disastri di una Sicilia sempre più nel baratro: “Abbiamo una macchina amministrativa imballata da anni, un dissesto idrogeologico che non viene affrontato, contiamo tra i 600 milioni e 1 miliardo di euro dei fondi strutturali che a fine anno dovremo restituire perché non siamo capaci di spenderli. Poi ci sono le vertenze storiche irrisolte, le infrastrutture in condizioni drammatiche, un piano rifiuti inadeguato, abbiamo il costo di energia più alto di tutta l’Italia perché manca un piano energetico, non abbiamo rete tecnologica, non ci sono risorse per gli ammortizzatori sociali”. Un quadro drammatico quello tracciato da Lillo Oceano che spostando lo sguardo su Messina sottolinea che la nostra provincia forse paga un prezzo ancor più alto in questa generale condizione di disastro, perché non solo non ha un tessuto produttivo ma non ha rappresentanza sul piano regionale e nazionale e nella corsa per arraffare le poche briciole che ci sono viene lasciata indietro dalle altre province, com’è accaduto recentemente per i fondi destinati alla sanità.
Il segretario della Cisl Tonino Genovese ha messo l’accento sulla distanza tra la politica regionale che in questo momento cerca la quadratura del cerchio delle poltrone mentre il popolo siciliano rivendica lavoro, sicurezza dei territori, servizi sanitari. Ha parlato del “commissariamento” Baccei da parte del governo Renzi, utile non a chiudere il bilancio della Regione Sicilia ma per trovare un equilibrio tra quello regionale e nazionale. “Non stiamo risolvendo i problemi della Sicilia, anzi sta accadendo che per coprire i problemi del bilancio si usano i fondi strutturali come spesa corrente invece di fare investimenti. Non si riesce a incidere lì dove si dovrebbe, basti pensare che la Sicilia compartecipa alla spesa sanitaria con una percentuale di 7 punti in più rispetto ad altre Regioni. La politica dovrebbe pensare a costruire condizioni di attrattività per tutto il territorio e iniziare ad attirare investimenti. Tutti insieme dovremmo rivendicare investimenti sulle infrastrutture per avvicinare la Sicilia al resto del mondo”.
Dal segretario della Uil Carmelo Catania un appello rivolto ai cittadini, a tutte quelle voci che da sole non riescono farsi sentire ma che unite possono mandare un messaggio al governo regionale ma anche all’amministrazione Accorinti perché le responsabilità dell’attuale situazione sono da ripartire su tutti i livelli, oltre che tra i diversi governi che nel tempo si sono succeduti. “La gente non accetta più queste condizioni, abbiamo grandissime sacche di povertà, di disoccupazione, di gente che addirittura ha anche rinunciato a cercare un lavoro perché ha perso la speranza. Le rivendicazioni però non possono essere solitarie e devono passare attraverso la voce di tutti, anche di sindaci e deputati che devono fare squadra per far valere le ragioni di chi chiede diritti”.
Guardano però proprio a Messina c’è una nota dolente ed è Tonino Genovese a non nascondere che proprio con questa amministrazione comunale ormai da tempo si è completamente interrotto il dialogo. “Siamo in presenza di una giunta che vuole operare in assoluta autonomia, le nostre proposte non sono mai state tenute in considerazione e puntualmente ci siamo trovati di fronte a decisioni unilaterali che il più delle volte hanno creato solo conflittualità, a cominciare con il consiglio comunale”. Per i confederali, dunque, il messaggio che partirà con la mobilitazione di sabato non può escludere gli inquilini di Palazzo Zanca che in questo momento tengono in mano le redini della città.
Francesca Stornante
ma con quale coraggio parlate voi, compari di quella stessa politica che criticate?Ridere per non piangere
ma con quale coraggio parlate voi, compari di quella stessa politica che criticate?Ridere per non piangere