L’appello al Governatore: prenda in mano la società di gestione dei tre scasli calabresi, le dia una maggioranza pubblica e ne scongiuri il fallimento
REGGIO CALABRIA – «La Regione Calabria assuma il comando del sistema aeroportuale regionale», firmato: i vertici calabresi di Uil e UilTrasporti.
L’assemblea lametina del personale della società che gestisce i tre scali aeroportuali calabresi – promossa proprio dal sindacato guidato in Calabria da Santo Biondo (vedi foto grande) e da Peppe Rizzo e Bendetto Cassala (delegato agli aeroporti) della segreteria regionale UilTrasporti – ha ribadito la necessità di far presto e fare, soprattutto, chiarezza sul futuro del trasporto aereo in Calabria e degli addetti Sacal.
L’elefante nella stanza
Accingendosi a incontrare Roberto Occhiuto, stamane Biondo & C. hanno convenuto sull’indispensabilità che il Governatore calabrese veda nitidamente the elephant in the room, come dicono gli anglofoni.
Un “elefante nella stanza” impossibile da non vedere e fatto d’angoscia per tanti destini individuali e d’apprensione per il destino collettivo di una Calabria sepolta nell’isolamento, per lo più nell’indifferenza.
Appello & annuncio
Di qui l’appello lanciato da Uil e UilTrasporti all’inquilino di Palazzo Santelli: Roberto Occhiuto afferri «la cloche della Sacal, le dia una maggioranza pubblica, ed eviti di farla cadere in picchiata verso un fallimento che assesterebbe un colpo durissimo, l’ennesimo, all’economica della nostra regione».
All’appello segue dunque un annuncio: la Uil chiederà al Presidente della Regione un incontro molto tempestivo col presidente della Sacal Giulio De Metrio, ma anche alla presenza dei responsabili di Enac ed Enav.
Continuità territoriale
Da Biondo, Rizzo e Cassala arriva un monito: insisteremo, fanno sapere i sindacalisti, per «la continuità territoriale per gli scali di Reggio Calabria e Crotone» finché i due aeroporti non saranno valorizzati da un gestore con «un piano industriale serio».
Le norme “blindano” la previsione: fin qui, non sono mai arrivati però i fondi per dar loro concretezza. Che invece, s’è ragionato a Lamezia, «potrebbero rappresentare un ponte per la crescita futura degli scali aeroportuali calabresi». Meta complicata, ammettono i rappresentanti dei lavoratori, fin quando «due aeroporti su tre chiudono i loro conti in rosso» qui in Calabria.
Anche perché urge che «le tre missioni aeroportuali siano complementari e non in competizione», come peraltro più volte auspicato pure dalle altre forze sociali. Tanto più che persistono «resistenze» a un dignitoso sviluppo dell’Aeroporto dello Stretto, come rilevato nel corso dei lavori lametini.