I Rogazionisti di Bari difendono il religioso 49enne accusato da una rifugiata
MESSINA – Sarà il primo confronto col giudice a dare maggiori indicazioni sulla vicenda che ha portato all‘arresto del sacerdote 49enne per violenza sessuale in una casa d’accoglienza messinese nel 2022. Intanto i padri rogazionisti di Bari, cui appartiene il religioso, intervengono in sua difesa.
L’accusa contro di lui nasce dalla denuncia di una 37enne di origini tunisine, rifugiata e per qualche mese ospite della casa d’accoglienza Cristo Re di Messina, nel 2022, dove il sacerdote ha ricoperto ruoli di vertice per alcuni mesi.
“La Congregazione desidera esprimere il suo più profondo rammarico per quanto recentemente accaduto. Siamo convinti che si tratti di un grosso equivoco, che confidiamo sarà presto chiarito. Il nostro confratello è una persona di grande fede, che ha sempre vissuto nel pieno rispetto della legge e dei principi morali che ci guidano e gode della stima di tutti coloro che lo conoscono. Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura e siamo certi che, attraverso il suo lavoro, emergerà la verità in tutta la sua chiarezza. Siamo vicini con la nostra preghiera al nostro confratello e alla sua famiglia in questo momento difficile. E restiamo in attesa che la giustizia faccia il suo corso”, scrive in una nota la Curia provinciale della Congregazione di Bari.
Il sacerdote sarà interrogato per rogatoria tra qualche giorno da Napoli, dove è ai domiciliari. La Procura aveva chiesto per lui il carcere, ma la Giudice per le indagini preliminari Monia De Francesco ha ritenuto sufficientI i domiciliari. Sarà ascoltato assistito dagli avvocati Lucio Cricrì ed Elena Florio, che si sono riservati un commento dopo aver valutato gli atti di inchiesta a loro disposizione.
Forse che i confratelli conoscono dettagli che gli permettono di affermare che si tratti di un equivoco?
O si tratta di una posizione puramente corporativista?
Due parole sulla presunta vittima?
E se dovesse risultare colpevole saranno pronti a chiedere scusa e rettificare con un comunicato e spendere due parole per la donna?
Il fratello verrà giudicato dalla magistratura cari padri, il tempo del potere temporale e dell’omertà sta finendo.
Il comunicato non era necessario se non a ribadire che voi fate sempre blocco a prescindere.
Il dono della giustizia e della chiarezza è da tanto che non circola tra le persone, sia nel privato e soprattutto nel pubblico. Nessuno è esente. Fa parte del declino della società
Mi sa che il più grosso equivoco da duemila anni a oggi sia proprio la chiesa, in questi questi secoli di danni ne hanno fatto tanti.