Rometta, niente eucarestia ad un bambino autistico. La madre: "Costretti a rivolgerci alla curia"

Rometta, niente eucarestia ad un bambino autistico. La madre: “Costretti a rivolgerci alla curia”

Salvatore Di Trapani

Rometta, niente eucarestia ad un bambino autistico. La madre: “Costretti a rivolgerci alla curia”

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sabato 11 Giugno 2016 - 22:05

Rometta torna a far parlare del suo parroco, padre Antonino Scibilia. Protagonisti degli eventi, questa volta, i sacramenti fondamentali, nello specifico quello dell’eucarestia. Il Parroco, dopo due anni di richieste, ha non ha ammesso al sacramento un bambino autistico.

Torniamo a parlare di Rometta e del parroco padre Antonino Scibilia. Dopo la polemica dei giorni scorsi, infatti, il sacerdote torna a far parlare di sé. Venerdì l’ultimo dei tanti incontri, effettuati da due anni a questa parte, in cui la madre di un bambino autistico di 10 anni si è vista negare ancora una volta il rito dell’eucarestia per il figlio. Alla donna (della quale per motivi legati alla tutela della privacy sua e del bambino non citiamo il nome), ci viene spiegato, è stato risposto che il bambino non era ancora in grado di comprendere il significato dell’eucarestia e che era quindi necessario aspettare.

“Abbiamo provato a contattare il parroco più volte, anche tramite amici e parenti –ci spiega la madre del bambino- ogni volta ci siamo visti negare la possibilità di far accedere il bambino al rito dell’eucarestia. Purtroppo –aggiunge- mio figlio non è in grado di sostenere un’intera messa, ha ancora alcune difficoltà chiaramente dovute ai suoi tratti autistici. Per lo stesso motivo non ci è stato possibile fargli seguire un corso insieme agli altri bambini, ma non per questo penso sia giusto negargli un sacramento fondamentale come quello dell’eucarestia”.

Una situazione difficile per la donna che, ci racconta, sta ormai prendendo in esame di rivolgersi ad un’altra parrocchia o di chiedere sostegno direttamente alla curia. Intanto abbiamo provato a contattare padre Antonino Scibilia per avere le sue dichiarazioni in merito, ma senza successo.

Sulla questione dei sacramenti ai bambini con disabilità o diversità di un qualsiasi tipo, proprio ieri, si è invece espresso Papa Francesco, nel corso dell’udienza concessa presso l’Aula Paolo VI in Vaticano al convegno promosso dall’Ufficio catechistico della Cei per i 25 anni del Settore per la catechesi delle persone disabili: “La diversità è una ricchezza –ha detto il pontefice- Non si può fare discriminazione. Ciascuno di noi ha il proprio modo di conoscere le cose ma tutti possono conoscere Dio. Non bisogna mai chiudere le porte ai diversi, ai disabili. Bisogna invece accompagnarli ai sacramenti. Alle diversità -ha poi aggiunto il pontefice rispondendo ad una domanda- bisogna rispondere con diverse modalità di comunicazione. Quando oltre cento anni fa Papa Pio X ha detto che si doveva dare la comunione ai bambini tutti si sono scandalizzati, pensavano che i bambini non potessero capire. Invece i bambini capiscono, solo in un modo diverso dal nostro.

Una frase esplicita, chiara. Tutti devono poter avere accesso ai sacramenti, a maggior ragione i bambini il cui sostegno spirituale, in una famiglia cattolica, è fondamentale.

Non è la prima volta, nella storia della chiesa cattolica, che i sacramenti vengono negati ad un bambino con disabilità o diversità di un qualche tipo. Lo scorso anno una vicenda simile si è verificata nel Miranese. Un sacerdote, anche in quell’occasione, ha rifiutato il rito dell’eucarestia ad un bambino autistico, dichiarando che non era capace di comprenderne il significato. I genitori, fortunatamente, hanno poi trovato sostegno in un’altra parrocchia dove al bambino è stato permesso di prendere parte al sacramento.

Spostandoci ancora più a ritroso nel tempo, nel 2012, un fatto analogo si era verificato a Porto Garibaldi, in provincia di Ferrara. Qui le cose sono state meno semplici per i genitori del bambino disabile a cui più volte è stato ribadito che non era capace di comprendere il significato del sacramento. Dopo diverse battaglie, accompagnate da, seppur piccoli, passi avanti, i genitori hanno finalmente ottenuto, dopo un incontro con la diocesi, che al bambino fosse permesso di concludere il proprio percorso nella speranza di poter accedere al sacramento.

L’autismo, più comunemente conosciuto come “la malattia delle relazioni”, è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale. Gli autistici, e in particolar modo i bambini, soffrono quindi di alcune carenze a livello relazionale. Ciononostante hanno enormi potenzialità cognitive e, spesso, dimostrano di saper apprendere nozioni ad una velocità superiore a quella dei propri coetanei. Chi soffre di autismo vive in un “mondo chiuso” dove, effettivamente, è difficile entrare ma non impossibile. Con le giuste accortezze, infatti, tutti possono aprire uno spiraglio e riuscire a comunicare con loro. Lo stesso Albert Einstein, è stato scoperto dagli scienziati, era affetto da autismo e, nello specifico, dalla sindrome di Asperger. Un personaggio da molti ritenuto eccentrico ma sicuramente geniale. Un chiaro esempio di come “le diversità sono ciò che ci caratterizza”.

Salvatore Di Trapani

16 commenti

  1. LA CHIESA CATTOLICA, SONO CATTOLICO, STA PERDENDO FEDELI E PRATICANTI PER MOLTISSIMI MOTIVI. CI MANCAVA ANCHE QUESTO. NESSUNO DEVE ESSERE LASCIATO FUORI DALLA CHIESA. QUESTO PRETE MI RICORDA, PURTROPPO, PRETI CON MENTALITA’ CHIUSA DEL 1800, SI DEVE RICORDARE CHE GESU’ CRISTO HA RIMPROVERATO CHI TENEVA LONTANI I BAMBINI E DEBOLI DA LUI. PER QUESTO LA CHIESA CATTOLICA, PER POLITICA O CONVENIENZA ECONOMICA HA ALLONTANATO FEDELI. SI VEDANO I VERSAMENTI DELL’8X1000. IO STESSO EX ALLIEVO DI DON BOSCO HO DONATO ALLA CHIESA ORTODOSSA RUSSA, OLTRE MIGLIAIA DI CONTRIBUENTI. ALTRO MOTIVO DI ALLONTANAMENTO? AVER VIETATO NELLE CHIESE I PRESEPI A FAVORE DEI MUSSULMANI. POI LI HANNO RINGRAZIATI CON VILIPENDIO ALL’OSTIA CONSACRATA E LA CROCE. E’ VERITA’!

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  2. LA CHIESA CATTOLICA, SONO CATTOLICO, STA PERDENDO FEDELI E PRATICANTI PER MOLTISSIMI MOTIVI. CI MANCAVA ANCHE QUESTO. NESSUNO DEVE ESSERE LASCIATO FUORI DALLA CHIESA. QUESTO PRETE MI RICORDA, PURTROPPO, PRETI CON MENTALITA’ CHIUSA DEL 1800, SI DEVE RICORDARE CHE GESU’ CRISTO HA RIMPROVERATO CHI TENEVA LONTANI I BAMBINI E DEBOLI DA LUI. PER QUESTO LA CHIESA CATTOLICA, PER POLITICA O CONVENIENZA ECONOMICA HA ALLONTANATO FEDELI. SI VEDANO I VERSAMENTI DELL’8X1000. IO STESSO EX ALLIEVO DI DON BOSCO HO DONATO ALLA CHIESA ORTODOSSA RUSSA, OLTRE MIGLIAIA DI CONTRIBUENTI. ALTRO MOTIVO DI ALLONTANAMENTO? AVER VIETATO NELLE CHIESE I PRESEPI A FAVORE DEI MUSSULMANI. POI LI HANNO RINGRAZIATI CON VILIPENDIO ALL’OSTIA CONSACRATA E LA CROCE. E’ VERITA’!

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  3. Nicolò D'Agostino 12 Giugno 2016 12:54

    Prima di scrivere ho letto l’articolo ed approfondito la questione. ATTENZIONE, io non sono un clericale e tira tonaca, ma uno che dice in faccia ai sacerdoti cosa pensa e non cerca legittimazioni ruffiane come un clericale. Il Sacerdote ha ragione per due motivi. la prima è che il ragazzo non ha partecipato pienamente al corso della I Comunione. Il secondo è che non riesce a completare la Sua presenza durante la Messa. Per cui, un sacerdote che si rispetti deve rimandare l’accesso alla I Comunione. Se poi i genitori si rivolgono al Vescovo, nostro pastore, e questo ritiene che il ragazzo possa essere ammesso alla I Comunione: ben venga. Le altre sono chiacchiere… e giudizi avventati.

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  4. Nicolò D'Agostino 12 Giugno 2016 12:54

    Prima di scrivere ho letto l’articolo ed approfondito la questione. ATTENZIONE, io non sono un clericale e tira tonaca, ma uno che dice in faccia ai sacerdoti cosa pensa e non cerca legittimazioni ruffiane come un clericale. Il Sacerdote ha ragione per due motivi. la prima è che il ragazzo non ha partecipato pienamente al corso della I Comunione. Il secondo è che non riesce a completare la Sua presenza durante la Messa. Per cui, un sacerdote che si rispetti deve rimandare l’accesso alla I Comunione. Se poi i genitori si rivolgono al Vescovo, nostro pastore, e questo ritiene che il ragazzo possa essere ammesso alla I Comunione: ben venga. Le altre sono chiacchiere… e giudizi avventati.

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  5. Direi a quel prete: ma come mai non ti hanno eletto Papa? perché (forse) c’è qualcuno che riesce a capire e vivere la religione in un modo ritenuto migliore di come ci riesci tu. E’ ovvio: non siamo tutti eguali ed il massimo che ognuno di noi può dare non è mai espresso dallo stesso valore. Due recipienti possono essere ambedue pieni pur avendo diversissima capacità ed in questi casi è la “pienezza” che conta insieme all’impegno ed alla voglia di esserlo. Lui, povero prete, penso che sia mezzo vuoto.

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  6. Direi a quel prete: ma come mai non ti hanno eletto Papa? perché (forse) c’è qualcuno che riesce a capire e vivere la religione in un modo ritenuto migliore di come ci riesci tu. E’ ovvio: non siamo tutti eguali ed il massimo che ognuno di noi può dare non è mai espresso dallo stesso valore. Due recipienti possono essere ambedue pieni pur avendo diversissima capacità ed in questi casi è la “pienezza” che conta insieme all’impegno ed alla voglia di esserlo. Lui, povero prete, penso che sia mezzo vuoto.

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  7. Il battesimo viene fatto a pochi mesi di vita e chi lo riceve ovviamente non capisce nulla.La comunione si fa a circa 8/10 anni, già si capisce che è una giornata di festa ma nient’altro, il matrimonio viene celebrato con il consenso di entrambi gli sposi e anche questo rito non è detto che capiscano a cosa significa e a cosa vanno incontro entrambi, l’unica cosa che si capisce benissimo è l’estrema unzione poco prima di morire. Non capisco il motivo d’imporre l’eucarestia ad un bambino che non capisce a cosa serve e il perchè. Il fatto che i genitori siano cristiani, non li obbliga a imporre un rito di cui non si capisce nulla, fa bene il parroco a non concedere l’eucarestia.

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  8. Il battesimo viene fatto a pochi mesi di vita e chi lo riceve ovviamente non capisce nulla.La comunione si fa a circa 8/10 anni, già si capisce che è una giornata di festa ma nient’altro, il matrimonio viene celebrato con il consenso di entrambi gli sposi e anche questo rito non è detto che capiscano a cosa significa e a cosa vanno incontro entrambi, l’unica cosa che si capisce benissimo è l’estrema unzione poco prima di morire. Non capisco il motivo d’imporre l’eucarestia ad un bambino che non capisce a cosa serve e il perchè. Il fatto che i genitori siano cristiani, non li obbliga a imporre un rito di cui non si capisce nulla, fa bene il parroco a non concedere l’eucarestia.

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  9. A quanto pare lei non ha ancora capito molto. Quasi come dire sto al mondo e non importa perché. Immagino anche che lei non sia battezzato, cresimato, sposato, non sia morto e, speriamo bene, non abbia dei figli…! Personalmente non sono il classico bigotto che si batte il petto in chiesa la domenica. Ma, invece, sono un genitore di una splendida ragazza sana ed intelligente. E’ appunto per questo che mi compenetro in quei genitori che non hanno avuto la mia fortuna. Qui la religione non c’entra. E’ una questione morale. Un’eucaristia può non significare nulla per tanti, ma è moltissimo per quei pochi che lottano a denti serrati contro le avversità della vita. Il singolo gesto va al di la del rito religioso; significa: diritto alla vita.

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  11. Vorrei chiedere al parroco quanti battesimi ha fatto nella sua chiesa e se ha mai avuto il dubbio che quei neonati non avessero capacità di intendere o volere quel sacramento.

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  12. Vorrei chiedere al parroco quanti battesimi ha fatto nella sua chiesa e se ha mai avuto il dubbio che quei neonati non avessero capacità di intendere o volere quel sacramento.

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  13. Meno male che c’è lei che a capito tutto del niente.Che sua figlia sia sana, splendida ed intelligente lo asseriste lei come padre e come tale non è detto che le cose siano così con un padre come lei che non sa cosa dice e forse cosa fa in questa terra..Riguardo l’eucarestia, non è un diritto alla vita me è una funzione religiosa che dovrebbe essere fatta a chi è in grado di capirne il significato religioso. La questione morale è chiara solo a lei che non si batte il petto la domenica ma sicuramente va in chiesa insieme a moglie e figlia perchè i suoi genitori facevano così con lei.Come dice lei forse io non ho capito molto, ma lei purtroppo non ha capito niente.

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  14. Meno male che c’è lei che a capito tutto del niente.Che sua figlia sia sana, splendida ed intelligente lo asseriste lei come padre e come tale non è detto che le cose siano così con un padre come lei che non sa cosa dice e forse cosa fa in questa terra..Riguardo l’eucarestia, non è un diritto alla vita me è una funzione religiosa che dovrebbe essere fatta a chi è in grado di capirne il significato religioso. La questione morale è chiara solo a lei che non si batte il petto la domenica ma sicuramente va in chiesa insieme a moglie e figlia perchè i suoi genitori facevano così con lei.Come dice lei forse io non ho capito molto, ma lei purtroppo non ha capito niente.

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  15. Vede, egregio signore, la vite di mia figlia e di mia moglie, sono improntate, per loro stessa natura, sulla più totale libertà etica e morale. Sono libere di scegliere in quale Dio credere e quale religione osservare. Se lei crede di essere al di sopra di tutto e tutti solo perché sproloquia a vanvera sui Sacramenti della Chiesa Cattolica, io continuo a sperare che abbia fatto la scelta di non procreare. Se così non è, immagino lo sgomento dei suoi figli nel sentirla parlare di religione e compassione umana…! Del resto, la sua IMMENSA! conoscenza si evince dal fatto che riduce ad una mera funzione religiosa un Sacramento come quello dell’Eucarestia. Sa cosa le dico? “Continui a battersi il petto e non si sforzi di capire”…!!!

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  16. Vede, egregio signore, la vite di mia figlia e di mia moglie, sono improntate, per loro stessa natura, sulla più totale libertà etica e morale. Sono libere di scegliere in quale Dio credere e quale religione osservare. Se lei crede di essere al di sopra di tutto e tutti solo perché sproloquia a vanvera sui Sacramenti della Chiesa Cattolica, io continuo a sperare che abbia fatto la scelta di non procreare. Se così non è, immagino lo sgomento dei suoi figli nel sentirla parlare di religione e compassione umana…! Del resto, la sua IMMENSA! conoscenza si evince dal fatto che riduce ad una mera funzione religiosa un Sacramento come quello dell’Eucarestia. Sa cosa le dico? “Continui a battersi il petto e non si sforzi di capire”…!!!

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