Irto: "Il Governo non può rimanere sordo e muto davanti alla grave perdita del potere d’acquisto da parte delle famiglie italiane"
Sì è conclusa, con una significativa partecipazione da parte dei calabresi, il week end dedicato alla raccolta firme a sostegno del salario minimo.
Negli oltre 50 banchetti, organizzati in tutta la regione dal Partito Democratico grazie ai circoli e ai volontari, rispondendo alla mobilitazione fortemente voluta dalla segreteria nazionale, si sono recati a firmare, infatti, migliaia di cittadini, tra cui molti giovani precari.
La petizione a sostegno dell’approvazione della proposta di legge per introdurre il salario minimo a 9 euro l’ora, presentata unitariamente dalle forza parlamentari di opposizione, ha trovato, dunque, un notevole riscontro nei cittadini calabresi.
“Il Partito Democratico calabrese -ha dichiarato il segretario regionale, sen. Nicola Irto- ha sposato fin da subito questa battaglia, aprendo le feste de l’Unità alla raccolta firme, già durante l’estate.
L’Italia è rimasta uno dei soli 6 Paesi europei a non aver ancora introdotto quella che riteniamo essere una misura di civiltà, introduzione peraltro sollecitata anche dalla direttiva europea 2022/2041 che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 15 novembre 2024, proprio con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini.
Nel nostro Paese, dalle ultime stime Svimez, emerge un quadro decisamente preoccupante secondo cui oltre tre milioni di lavoratori, di cui un milione solo al sud, guadagnano meno di nove euro lordi all’ora, dato peggiorato a seguito della pandemia.
Il Governo -conclude Irto- non può rimanere sordo e muto davanti alla grave perdita del potere d’acquisto da parte delle famiglie italiane. I cittadini, con la loro firma, hanno espresso forte e chiaro il sostegno a questa proposta, ora se ne faccia carico anche la maggioranza di centrodestra e voti la nostra proposta in Parlamento, con responsabilità. Lo chiedono gli italiani”