In una lettera inviata ai rappresentanti regionali, il segretario provinciale Santi Smedile illustra il rischio che interessa il territorio della provincia messinese, ad alto indice di boscosità: «Occorre implementare le unità»
Il vero caldo è definitivamente arrivato, le temperatura sono schizzate in alto e con esse è cresciuto il rischio incendi, per la cui prevenzione, finora, è stato fatto ben poco. A lanciare l’allarme in una nota inviata al Presidente della Regione, al Prefetto ed al Comandante del Corpo Forestale della Regione Siciliana, è Santi Smedile, segretario provinciale per Messina della Cobas – Codir. Quest’ultimo, unitament a Sadirs, Ugl e Uil Fpl, avverte del grave pericolo per la sicurezza pubblica per la prossima campagna antincendio 2011. I dati che fanno temere per l’efficienza del Corpo Forestale nel fronteggiare il rischio, le organizzazioni sindacali li avevano già rilevati nel corso della concertazione tenutasi lo scorso 4 marzo presso l’Ispettorato delle Foreste di Messina, ma da allora nessun correttivo è stato messo in atto al fine di ovviare alla carenza di personale preposto a tale scopo.
«Il Servizio Ispettorato Ripartimentale Foreste di Messina – scrive Smedile – a fronte di un organico di ruolo previsto in 305 unità, dispone di una forza di sole 96 unità, con una carenza, quindi, di 209 unità, cioè del 69 per cento”, fanno sapere i rappresentanti sindacali attraverso il loro documento. Questa carenza, con Distaccamenti Forestali forniti di sole due unità su una pianta organica prevista di 16, non consente di garantire nemmeno i minimi compiti istituzionali delle 19 caserme forestali operanti nella provincia di Messina». Una situazione deficitaria che si aggrava ulteriormente se si tiene conto delle caratteristiche del territorio da controllare: «La provincia di Messina – continua il segretario – è seconda per indice di boscosità in campo nazionale e detiene circa il 75 per cento della superficie boscata delle regione siciliana, rispetto ad una forza lavoro provinciale del Corpo Forestale di circa il 10 per cento di quella regionale». Dati importanti, quindi, che non lasciano adito a dubbi sui rischi prospettati, tenuto conto dei danni devastanti subiti dal territorio messinese in questi ultimi anni.
E se a ciò si aggiunge che gli incendi sono tra le principali cause del dissesto idrogeologico cui è soggetto il territorio messinese, devastato da innumerevoli frane e colate detritiche che in questi ultimi anni hanno causato ingenti danni e vittime, ecco dimostrata l’indifferibilità di un problema che ha già assunto i connotati del dramma. Non a caso le stesse sigle sindacali che l’hanno sollevato, fanno riferimento al passato: «La carenza di organico nella provincia di Messina è diventata cronica e si aggrava sempre più; già da almeno tre anni il problema è denunciato ad ogni riferimento istituzionale e politico, senza ottenere alcuna soluzione, neppure tampone”. E spiegano, così, che il personale in servizio “ha cercato di colmare le lacune grazie alla ben nota abnegazione, sobbarcandosi turni impossibili ed interminabili, mettendo a rischio l’incolumità personale e l’immagine professionale e morale».
Ed elencando le categorie preposte in via esclusiva alle direzioni delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi e campestri, indicano specificatamente di che tipo di personale necessita dotarsi: «Senza un operatore del Corpo Forestale non è possibile effettuare alcuna attività di lotta agli incendi, da terra, con le squadre degli operai specializzati, come pure dall’alto, con l’impiego di aeromobili”. La richiesta è quindi chiara: al fine di ovviare alle difficoltà operative finora riscontrate, occorrono operatori del Corpo Forestale, organici al servizio antincendio, altrimenti, secondo Cisl, Cobas-Codir, Sadirs, UGL e UIL-FPL, le conseguenze potrebbero essere tutt’altro che di poco conto: “C’è il serio pericolo che si blocchi l’intera capacità operativa dell’Istituzione Forestale della provincia di Messina».
La regione… chissà quanti forestali sono impegnati a non fare nulla nelle provincie siciliane, negli uffici palermitani, catanesi ect.
Messina ha i 3/4 del territorio forestale siciliano e secondo la logica la provincia messinese dovrebbe avere personale adeguato alla sua enorme e pregiata superficie boschiva.
Invece il 90% del personale viene impiegato nel 25% del territorio forestale siciliano e solo il 10% nel 75% del pregiatissimo territorio forestale siciliano che è nella provincia di Messina…già la colonia.
Il rapporto e di circa di uno a trenta.
Per ogni trenta forestali impiegati nel resto della Sicilia la provincia messinese, in base al territorio, dispone di un forestale.
La salvezza è l’autonomia..riprendiamoci il maltolto.