Nell'ultima riunione tra sindaci e deputati della valle del Mela il sindaco di Milazzo ha proposto di concentrarsi sulla battaglia politica, accantonando questioni tecniche che, a suo dire, rischiano di trasformarsi in un boomerang. Ma dall'incontro non è emersa alcuna strategia concreta
Doveva essere un incontro per elaborare nuove strategie politiche contro l'inceneritore del Mela. Ma l'incontro tra sindaci e deputati regionali del comprensorio, tenutosi ieri a palazzo d'Amico a Milazzo, si è rivelato più una sintesi sullo stato dell'arte: poche proposte – non certo nuove – e tante parole, che però nulla hanno aggiunto di sostanziale.
All'incontro erano presenti amministratori di Barcellona, Santa Lucia e San Filippo del Mela, Pace del Mela e Gualtieri, San Pier Niceto, Condrò e Monforte San Giorgio; erano presenti anche i deputati Pino Galluzzo, Tommaso Calderone e Valentina Zafarana. La novità principale è quella proposta dal sindaco di Milazzo, Giovanni Formica: "Sono del parere che bisogna accantonare le questioni tecniche, e concentrarsi sulla questione politica. È politicamente che si può ancora impedire l'autorizzazione dell'inceneritore, è a Roma che bisogna imporre la volontà politica della valle di non ospitare l'impianto".
La proposta si è però persa nei meandri della discussione. Di fatto, quasi tutti gli interventi hanno ribadito l'importanza di elementi tecnici come il Piano paesaggistico dell'ambito 9; e, di conseguenza, l'importanza di far valere questi elementi nelle sedi opportune. Tra i più fiduciosi l'avvocato Tommaso Calderone, ras delle preferenze alle ultime regionali: "Non c'è nulla di cui preoccuparsi: l'inceneritore non si può fare perchè così prevede la legge" – ha dichiarato il deputato. Che, tuttavia, ha lasciato aperto uno spiraglio: "Io non so se l'inceneritore inquina o no, se è buono o no; dico di vedere e poi comportarsi di conseguenza".
Una posizione che non è piaciuta a Valentina Zafarana: "Che l'inceneritore non lo vogliamo è fuor di discussione; non c'è spazio per il nì" – ha incalzato la deputata – "sarò tranquilla solo quando il presidente della Regione Musumeci si schiererà apertamente contro l'impianto di A2A. Al momento, non è chiaro cosa voglia fare il governo regionale, e non vorremmo avere brutte sorprese".
Insomma, politica o tecnica che sia, la strategia per contrastare l'inceneritore continua a essere disarticolata; le varie componenti del movimento contrario si muovono in ordine sparso, e la lotta politica rischia di portare a un nulla di fatto, come accaduto per l'elettrodotto Terna. Al momento, l'appiglio più forte resta il Piano paesaggistico: "A2A sa che il piano è valido, per questo ha fatto un ricorso al Tar senza chiedere la sospensiva" – ha spiegato lo stesso avvocato Calderone. A riprova che la battaglia legale non può essere accantonata in favore di quella politica.