Stracuzzi: “Gli acquirenti hanno solidità economica. Pagheranno loro gli stipendi”

Stracuzzi: “Gli acquirenti hanno solidità economica. Pagheranno loro gli stipendi”

Marco Ipsale

Stracuzzi: “Gli acquirenti hanno solidità economica. Pagheranno loro gli stipendi”

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lunedì 13 Febbraio 2017 - 12:06

C’è da onorare la scadenza del 16 febbraio, una cifra compresa tra i 250 e i 270mila euro alla quale gli attuali soci non erano in grado di far fronte. Il motivo del no a Proto e Barbera, poi l'ultimo calciomercato

Le accuse di Gugliotta, le “minacce” di Lucarelli, oggi la risposta di Stracuzzi è l’annuncio della sua uscita di scena, insieme al socio Oliveri, per dare l’88 % delle quote nelle mani del gruppo Gerace – Massone. “Abbiamo cercato la soluzione migliore, cediamo le nostre quote a titolo gratuito per il bene della società – dice Stracuzzi -. Si tratta di acquirenti competenti, con solidità economica, che sanno cosa devono affrontare. Entro la scadenza del 16 febbraio, pagheranno gli stipendi. Oggi la nave può navigare in acque più tranquille. Gerace e Massone non si conoscevano, se hanno deciso di unire le forze la società non può che trarne vantaggi. Abbiamo visto i loro programmi, faranno una new co e si distribuiranno le quote, ma spetterà a loro dare i dettagli. Non possiamo dare la certezza matematica che sia la soluzione giusta ma abbiamo visto che questi imprenditori possono dare continuità. Già domani o dopodomani si firmerà l’accordo col notaio. E’ vero che c’è una clausola di recesso per controllare i bilanci fino al 30 aprile ma è anche vero che nessuno pagherebbe 250 o 270mila euro subito per poi non entrare in società”.

Fino ad avantieri i tifosi hanno gridato “Noi Massone non lo vogliamo”, ma ai vertici societari non è importato, anche se, a quanto pare, l’alternativa poteva essere il fallimento ed è quindi, almeno, una speranza di restare in vita in attesa di tempi migliori.

Ma perché non si sono chiuse prime le trattative con Proto e Barbera? “Barbera era l’unico che poteva dare certezze economiche – risponde Stracuzzi -, l’abbiamo ricontattato anche ora ma ci ha detto che non aveva più intenzione. Ed ha anche ragione perché è successo di tutto e di più, si sono messe in mezzo un sacco di persone che volevano decidere. A suo tempo ci siamo confrontati con gli altri soci, c’è stato un tira e molla e non si è arrivati a conclusione. Se mi si dice che non si vuole Tizio o Caio non ci posso fare niente”.

Su questo interviene Micali, che si sente chiamato in causa. “Eravamo pronti a dare la società a Barbera, avevamo detto sì, poi c’è stato l’episodio dell’intimidazione all’avv. Candido e tutto è saltato”.

Per Proto, invece, “non c’era comunione d’intenti – riprende Stracuzzi -. Io ero d’accordo ma ci sono state resistenze. In effetti l’offerta era da cambiare perché, oltre a cedere a costo zero come stiamo facendo oggi, ci veniva chiesto anche di pagare stipendi arretrati e la contropartita era insufficiente”.

Poi un ritorno al passato. “Ho subìto cose inaudite, addirittura petardi nel mio cantiere, c’erano le mie nipotine terrorizzate, questa cosa avrà un seguito. Accetto gli insulti ma non la violenza. Sono stato criticato per tutto, anche per essere stato assente le ultime due volte allo stadio, ma sabato siamo tornati da Roma in mattinata e dovevo riposarmi dopo aver guidato all’andata e al ritorno e la volta prima avevo la febbre a quaranta”.

Dopo il settimo posto dell’anno scorso, quest’anno non ha funzionato niente. “Sono stato accusato di aver abbandonato la nave, la verità è che la maggioranza non ha mai contato. La maggior parte delle scelte mi sono state quasi imposte, messaggi in cui mi si diceva cosa fare, pressioni, ho fatto il pupo nelle mani dei pupari. Direttori e allenatori volevano ognuno i giocatori che conoscevano, ma non sono stati scelti da me, tranne Lucarelli, che ho portato io anche se ora lui ce l’ha con me. Dovevo agire diversamente, ho sbagliato, anche per inesperienza. Ma ora è facile dare le colpe a me”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ultimo calciomercato, tanto che dal giorno dopo Stracuzzi si è dimesso. “Avevo promesso ai nostri giocatori che, se avessero avuto opportunità migliori di carriera, li avremmo lasciati andare, ma mi è stato impedito. La società era in difficoltà e aveva necessità di monetizzare. Milinkovic è in prestito, a maggio andrà via e ora il Foggia ci dava soldi, in più il ragazzo rinunciava ad alcuni stipendi, sarebbe stato balsamo per la società e avremmo preso un altro giocatore dal profilo simile. Avevo firmato anche il trasferimento di Musacci in cambio di Lo Sicco e Bollino, anche questo mi è stato negato. Avevo chiuso l’accordo col direttore del Latina, Lucchesi, per l’arrivo di due giovani del ’96 e uno del ’97, avremmo avuto un premio di valorizzazione ma è saltato. Sono andato via amareggiato, non contavo più nulla”.

Ma il Messina oggi ha solo tre punti di vantaggio sui play out e senza De Vito, Musacci e Milinkovic sarebbe dura. “Meglio provare una salvezza stentata o fallire? – conclude Stracuzzi –“. Nessuna delle due, per il momento, ma il futuro resta pieno di incognite.

(Marco Ipsale)

2 commenti

  1. Dopo la cessione di Pozzebon ai fausi tutto si è materializzato: Stracuzzi e C. non hanno ceduto la Società prima a Barbera poi a Proto, perchè con il ragionamento della “pidocchia” con la cessione di Pozzebon sono rientrati dei soldi dati “o municu” per rilevare la Società. Evidentemente con gli accordi Barbera/Proto restavano “fuori” dei soldi spesi.

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  2. Dopo la cessione di Pozzebon ai fausi tutto si è materializzato: Stracuzzi e C. non hanno ceduto la Società prima a Barbera poi a Proto, perchè con il ragionamento della “pidocchia” con la cessione di Pozzebon sono rientrati dei soldi dati “o municu” per rilevare la Società. Evidentemente con gli accordi Barbera/Proto restavano “fuori” dei soldi spesi.

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