Qualche notizia in più si dovrebbe avere lunedì, così almeno ha assicurato stamani l’assessore regionale ai trasporti, Nino Bartolotta, in visita a Palazzo Zanca. Preoccupazione per un dubbio interpretativo sulla norma regionale
L’attesa dei 40 milioni di euro destinati a Messina attraverso il "salva -Comuni", varato dal Governo regionale ed approvato dall’Ars, si fa lunga e snervante. Qualche notizia in più si dovrebbe avere lunedì, così almeno ha assicurato stamani l’assessore regionale ai trasporti, Nino Bartolotta, in visita a Palazzo Zanca per affrontare il nodo Atm, ma incalzato dai giornalisti presenti con domande soprattutto inerenti ai tempi di erogazione del prestito regionale .
«Da lunedì – ha spiegato Bartolotta – avremo dati certi e ne sapremo di più sulle somme che sono destinate a Messina. Si procederà con l'iter che porterà al provvedimento, ma è chiaro che per la liquidità delle somme effettive i tempi non possiamo definirli con certezza. La giunta regionale sta seguendo con attenzione quotidianamente la vicenda, quindi dalla prossima settimana saremo in grado di dare più certezze. Quanto all'effettiva liquidità ci sarà da aspettare ancora i tempi tecnici».
Insomma, non c’è una data e non c’è ancora neanche un importo preciso, perché a quel fondo regionale hanno richiesto di accedere anche altri Comuni siciliani. A preoccupare, però, gli uffici finanziari e gli “addetti ai lavori” non è tanto l’entità del prestito che potrebbe arrivare in riva allo Stretto, quanto piuttosto i dubbi interpretativi sorti in merito alla norma regionale, nella quale si dice esplicitamente che «possono accedere al fondo i Comuni soggetti al patto di stabilità interno che abbiano già ottenuto l'approvazione del piano di rientro previsto dalla vigente normativa….».
L’interpretazione letterale di tale passaggio vincola l’erogazione del fondo regionale al placet del Ministero e della Corte dei Conti al famigerato piano pluriennale di riequilibrio previsto dal salva- comuni nazionale, a cui a Palazzo Zanca si sta lavorando e che entro il 13 febbraio dovrà arrivare al Ministero ed all’organo di controllo. Stando così le cose, il Comune rischia di vedere vanificata la copertura alle voci di spesa del bilancio di previsione 2012, in cui – per espressa volontà del commissario straordinario Luigi Croce e con non pochi malumori del ragioniere generale Ferdinando Coglitore e del dirigente al Bilancio Giovanni Di Leo – i 40 milioni di euro sono stati inseriti.
Tuttavia, secondo un’interpretazione più “elastica” della norma regionale, non serve l’approvazione del piano di riequilibrio ma basta la fase istruttoria, cioè quella iniziata con la votazione da parte del Consiglio Comunale della Delibera di adesione del Fondo di rotazione e che si concluderà con la redazione e la trasmissione del piano agli organi competenti.
Il dubbio interpretativo non “appassiona” i dirigenti Coglitore e Di Leo, che hanno invece una certezza: «Senza un decreto da parte della Regione, non considereremo i 40 milioni di euro né nella relazione da inviare entro fine mese al Ministero sul patto di stabilità 2012 né per il bilancio consuntivo. Per il preventivo ci è stata fatta un’imposizione, ma stavolta non sentiremo ragioni», è il loro commento.
Il Comune di Messina resta condannato ad attendere e a sperare in un aiuto economico che può avvenire solo dall’esterno. Altrimenti , sarà la fine. Che per i cittadini è, probabilmente, già iniziata. (Danila La Torre)
«possono accedere al fondo i Comuni soggetti al patto di stabilità interno che abbiano già ottenuto l’approvazione del piano di rientro previsto dalla vigente normativa….»
Qualcuno, più esperto in italiano, piuttosto che di interpretazione giuridica delle norme, sarebbe così gentile da spiegarmi come si possa interpetare “elasticamente” <> con <>?
E se non viene <> come ci <>?
Bah!
Caro Luiben è proprio vero “nessuno è profeta in patria”. Non ti sei sbagliato nel dare la giusta interpretazione alla norma regionale in tempi non sospetti. Ho letto attentamente il tuo post sull’articolo precedente che ho condiviso. Stai a vedere che, purtroppo questi 40 milioni di euro saranno nel “pozzo” come la luna. Sono convinto che a te, ma anche a me, dispiace per la nostra città, ma devi sopportare dato che Messina è nelle mani di “nessuno” o che quelli che la gestiscono ne sanno poco o non contano niente.
Il disastro è solo ritardato, e comune e provincia, vanno di pari passo, condividendo le stesse sorti (finanziarie).
Povera Messina, condannata a pagare il prezzo di tutte le nefandezze a cui la politica (deviata) ci ha abituato.
TIFARE CONTRO LA PROPRIA CITTA’ ANCHE SE AMMINISTRATA DA INCAPACI E’ DAVVERO VERGOGNOSO,IN IGNI CASO ESPERTONI DELLE NORMATIVE STATE SERENI CHE I SOLDI ARRIVANO, FATEVENE UNA RAGIONE, E DOCUMENTATECI “NORMATIVAMENTE” SU ALTRE SITUAZIONI..FACENDO PERO’ ATTENZIONE A NON ESSERE SMENTITI SISTEMATICAMENTE DAI FATTI.
“stavolta non sentiremo ragioni”
se avessero sentito le ragioni delle partecipate invece di farci scoprire oggi qual’è la reale situazione del Comune, che non approvava bilanci per non scrivere debiti e mettendo in ginocchio il trasporto pubblico a Messina, forse si poteva impostare il rientro 5 anni fa, avere un servizio decente, ed evitare il dissesto, risparmiando magari sulle indennità di risultato e di posizione dei dirigenti.
per favore basta, non ce la faccio più, ripeto non possono fare ruotare i dirigenti?
Non è che si fa il tifo contro la propria città, ma il dissesto a volte è necessario perchè si deve azzerare e ripartire. I salvataggi, consegnando a questi inetti incapaci, non fanno altro che fare il male dei messinesi e dei contribuenti. Questa è l’unica (amara) verità. Credimi, sarei veramente contento, di essere smentito, ma non succederà (purtroppo).
Cari amici, tutti devono tifare Messina, ma nella chiarezza e nella legalità…. La norma regionale fà acqua e lo avevamo detto già dalla sera del 29/12. In quella sera all’Assemblea sono stati presentati emendamenti che volevano fare chiarezza ma l’assemblea li ha bocciati!
Inoltre veniva rilevato che nessuna variazione del bilancio regionale del 2012 poteva essere adottata in favore del comune di Messina per il semplice fatto che all’art. 6 si dice che l’atto di cui trattasi sarebbe entrato in vigore l’1/1/2013. Pertanto a bilancio 2012 già finito, chiuso, inmodificabile!
Naturalmente ciò non vuol dire che non sia possibile esitare un nuovo atto che risponda alle esigenze di Messina. Alla luce dei fatti però mi pare che si stia solo guadagnado tempo e che le questioni da affrontare non siano ancora in via di soluzione, anzi ogni giorno che passa si determinano ulteriori costi per la collettività! E, se si aspetta ancora di sapere quale è l’ammontare del deficit reale, come si può parlare di un serio piano pluriennale di rientro da presentare al Ministero ed all’esame della Corte dei Conti??
Temo che finirà male, molto male, ma spero tanto di sbagliarmi e che ci sia un miracolo, un sussulto di serietà e di responsabilità istituzionale che salvi i messinesi da una lunga crisi economica che rischia di essere senza precedenti!
vedremo cosa decideranno i cittadini alle elezioni locali, perchè alla fine passa tutto da la, e se saranno eletti gli attuali incapaci di ogni schieramento politico, allora vorrà dire che al messinese piace vivere così, senza se e senza ma
ART.21 COSTITUZIONE. Dai Consiglieri Comunali non ci arrivano quasi mai delle risposte ai nostri commenti, chiesi spiegazioni sul PIANO TRIENNALE DELLE OPERE PUBBLICHE 2012-2014, in particolare sulle risorse finanziarie, visto che la SCHEDA 1 del piano precedente risulta carente di queste cifre. Invitai la redazione di TempoStretto a informare di questo vizio di forma e di sostanza, Luigi CROCE, per non ricadere nello stesso errore. Pubblicai tre link, il primo è la SCHEDA 1 del piano triennale 2011/2013 del Comune di Messina, come vedete non contiene nessuna cifra.
http://img834.imageshack.us/img834/9901/pianotriennale0.png
I due link seguenti sono dei Comuni di Firenze e Verona, noterete la differenza.
http://img405.imageshack.us/img405/281/pianotriennale1.png
http://img839.imageshack.us/img839/966/pianotriennale2.png
E’ inspiegabile questo silenzio dei nostri Consiglieri Comunali, quelle cifre sono di grande attualità, hanno a che fare con il bilancio pluriennale su cui si sta lavorando.
thisistheend the “QUESTA E’ LA FINE” forse sarai un bravo profeta! complimenti! avrai un lauto premio per aver previsto il fallimento della TUA CITTA’!in ogni caso a dispetto delle tue funeste profezie, ancora il dissesto non e’ avvenuto..dai aspetta speranzoso -))anzi..metti una bottiglia in fresco..e sentiti orgoglioso quando la stapperai. I SOLITI AUTOCASTRATORI “THIS THE END, SIG.SAJA E DON CAMILLO” TRIULO..MALANOVA…E?
DAI SI SCHERZA..
«I 40 milioni di euro della Regione saranno nelle casse del Comune il 15 gennaio». Così recitava, convintissimo, il deputato regionale messinese Marcello Greco il 2 Gennaio scorso.
La cosa ancora non è andata in porto e quindi, giustamente, non bisogna fare ancora affidamento su quelle somme. Sono comunque somme che, se elargite, non faranno altro che prolungare l’agonia del malato terminale.
Sarò sicuramente tacciato di essere un “mavàro”, ma il mio pensiero è quello di tantissime altre persone che ritengono inutile questo prestito (ed anche gli altri che dovrebbero arrivare). Eppoi, parliamoci chiaro, gli unici a trarne beneficio saranno i molti politici e dirigenti che non saranno inquisiti per aver portato l’Amministrazione Comunale in questi frangenti.
Manuel, non me ne voglia…
non hai capito manuel, io non voglio il dissesto, per questo chiedo la rotazione dei dirigenti, forse non sono stato chiaro, mi dispiace, so cosa significherebbe il dissesto, io ce l’ho con chi diceva che tutto andava bene fino a qualche giorno fa (al contrario di quello che dice la corte dei conti: “bilanci non rispondenti a criteri di veridicità”) ed ora non ci prova neanche a considerare i 40 milioni di euro anteponendo tecnicismi, gente che per 8 anni ha indotto i sindaci pro tempore a non votare i bilanci di atm, creando di fatto un buco di cui alla fine dovrà rispondere il comune, se avessero preso porvvedimenti di risanamento 5 anni fa non saremmo qui con l’aspetta e spera.
Spero di essere stato più chiaro.
Non si può sperare di salvare un ente che ha violato la legge, violando a sua volta la legge. Il comune di Messina non potrà accedere al fondo salvacomuni, nè potrà sperare sui 40.000.000 promessi dal Governatore, non avendo nè la possibilità, nè la capacità di far fronte agli impegni assunti. Il dissesto consentirà di azzerare, fare piazza pulita e solo allora si potrà tentare di mettere in atto una seria politica di risanamento. Nè gli attuali consiglieri, nè gli attuali dirigenti sono nelle condizioni di risanare. Del resto non l’hanno fatto in tutti questi anni, come si può pretendere che lo facciano adesso? Quelli che non vogliono il dissesto sono solo i politici che hanno portato a tutto questo e che in caso di dichiarazione, per i prossimi dieci anni, dovranno dire addio a tutto ciò che riguarda la politica. Lo stesso Ardizzone, se dovessero essere riconosciute responsabilità alla giunta Buzzanca, rischia la decadenza da presidente dell’Ars.
Dissesto di un ente e fallimento di un’azienda, anche se apparentemente potrebbero sembrare la stessa cosa, in realtà producono effetti differenti, perchè l’ente continua ad esistere, a differenza dell’azienda fallita.