"Sulla massa debitoria dell'Atm avevamo lanciato l'allarme restando isolati, adesso abbiamo garanzie che l'azienda resterà pubblica. Sui servizi sociali sono tutelati tutti i posti di lavoro"
Orsa ha firmato i verbali del Salva Messina relativi alle aziende ove è presente, la scelta resta coerente col principio stabilito nelle assemblee degli iscritti che hanno conferito mandato alla segreteria confederale di agire di volta in volta, caso per caso, senza guerre a prescindere ma senza firmare assegni in bianco all’Amministrazione.
In ORSA il mandato della base è vincolante, l’assemblea degli iscritti ha deciso di non sottoscrive la prima versione del “Salva Messina” che affrontava le problematiche in modo generale ma ha dato mandato alla segreteria di partecipare ai singoli confronti inerenti le aziende gestite dal Comune.
ATM
La massa debitoria emersa ha superato il grido d’allarme che l’ORSA, totalmente isolata, lanciava durante la gestione Foti/De Almagro, davanti ai numeri la soluzione della liquidazione è stata una scelta sofferta ma obbligata. Le garanzie ottenute al tavolo con l’amministrazione sono importanti, l’azienda resterà a totale capitale pubblico e il socio unico sarà il Comune di Messina. Abbiamo avversato la trasformazione in SpA sin dalla prima proposta del governo Buzzanca, siamo riusciti ad evitarla anche quando la giunta Accorinti aveva inserito la trasformazione nel contratto di servizio, ma questa volta resistere su principi ideologici avrebbe comportato il serio rischio di mettere fuori ATM dalla gestione del TPL perché oltre ai debiti, che nessun piano di risanamento avrebbe recuperato, pesa il principio enunciato dalla Comunità Europea per l’aggiudicazione del TPL mediante gara ad evidenza pubblica e la proroga per gli attuali contratti di affidamento provvisorio di trasporto pubblico locale scadrà il 3 marzo 2019. Per il resto, nel verbale relativo ad ATM sono presenti investimenti per 13 milioni, trasformazione in full-time dei contratti part time, ad ATM saranno girati maggiori risorse finanziarie, nel piano di riequilibrio della precedente amministrazione erano previste decurtazioni progressive, 4,3 milioni in meno nel 2019, 4,8 nel 2020 e 5,4 milioni in meno nel 2021, andando avanti i contributi si sarebbero ridotti fino a non riuscire a pagare gli stipendi. Con gli accordi raggiunti al tavolo delle trattative in atto si è concordato che la nuova ATM riceverà un contributo fisso, fuori dal piano di riequilibrio, di circa 17 milioni annui.
SERVIZI SOCIALI
La prima versione del Salva Messina era impietosa nei tagli destinati ai servizi sociali, solo con la chiusura di Casa Serena sarebbero rimasti disoccupati 40 lavoratori entro fine anno, senza possibilità di ricollocazione. Il confronto ha portato alla quantificazione degli investimenti e alla tutela totale dei livelli occupazionali, i servizi saranno internalizzati e i lavoratori passeranno dalle cooperative alle dipendenze di un’agenzia comunale che si occuperà dei servizi sociali.
Sulla carta il sindacato è riuscito a far cambiare direzione al Salva Messina che dalla cruda analisi dei bilanci, da recuperare con lacrime e sangue, è passato alla valutazione dei drammi sociali che si sarebbero innescati.
Non abbiamo firmato gli accordi del secolo ma nei verbali il sindaco ha sottoscritto le tutele dei salari e dei livelli occupazionali. Solo chi ha firmato quei verbali può rivendicarne l’applicazione.
Nonostante le posizioni al momento diverse, i lavoratori dell’ORSA non si sentono controparte dei colleghi che a vario titolo scenderanno in piazza il prossimo 31 ottobre, l’obiettivo di salvaguardia dei diritti e delle tutele è patrimonio comune e in ogni caso, la piazza che si agita è un segno di vitalità sociale che va sempre rispettato.