Fuori e dentro Palazzo Zanca non mancano le perplessità sulla sostenibilità della manovra finanziaria. Molti consiglieri comunali aspettano di conoscere il parere dei revisori dei conti, che stanno già lavorando ma attendono chiarimenti dall’amministrazione sui debiti fuori bilancio e sul personale. Se prima non arriverà il pronunciamento dei tecnici contabili, la presidente Barrile non convocherà il Consiglio comunale
Il Ministero dovrà attendere ancora qualche giorno prima di ricevere le risposte alle 23 criticità riscontrate nel Piano di riequilibrio del Comune di Messina. Il termine dei trenta giorni, che ha cominciato a decorrere il 29 dicembre – giorno in cui è stata recapitata a Palazzo Zanca la nota firmata dal dirigente ministeriale Giancarlo Verde (vedi correlato) – è scaduto mercoledì 28 gennaio ed ancora oggi non si sa esattamente quando la delibera sulla rimodulazione del piano andrà in Aula per essere votata dal Consiglio Comunale. La presidente Emilia Barrile non convocherà la seduta sino a quando non sarà depositato il parere, obbligatorio ma non vincolante, del Collegio dei revisori dei conti. Il vice presidente Nicola Crisafi ed il vicario Nino Interdonato invitano addirittura la massima rappresentante del Civico Consesso a non dare seguito alla nota con cui il sindaco Renato Accorinti ha chiesto di convocare un Consiglio Comunale con carattere di urgenza perché, oltrepassata la scadenza del 28, secondo i due consiglieri non ci sono più i requisiti per un Consiglio Comunale urgente. Crisafi ed Interdonato chiedono quindi alla presidente Barrile di seguire l’iter normale, facendo decidere alla Conferenza dei capigruppo data, programma dei lavori ed ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale.
Che sia straordinaria o normale la seduta del Consiglio Comunale è oggettivamente una quisquilia, il nodo resta invece la mancanza del parere dei revisori dei conti. Dario Zaccone, Giuseppe Zingales e Federico Basile sono al lavoro per stilare una relazione puntigliosa e dettagliata sulla manovra finanziaria decennale ma stanno ancora aspettando che l’amministrazione consegni loro altre carte espressamente richieste e a loro avviso indispensabili per un’analisi completa. «Stiamo attendendo chiarimenti sui debiti fuori bilancio e sul personale» spiega telefonicamente il presidente Zaccone.
Venerdì mattina, i revisori dei conti hanno anche avuto un lungo colloquio con il vice-sindaco Guido Signorino e il ragioniere generale Antonino Cama. Il confronto si è concentrato sui singoli temi ma anche sui tempi. L’amministrazione Accorinti vuole fare in fretta e portare il prima possibile in Aulla il piano di riequilibrio rimodulato, perché anche se il segretario/direttore Antonio Le Donne ha assicurato, e rassicurato i consiglieri, che il termine del 28 non era perentorio ma solo ordinatorio l’esecutivo di Palazzo Zanca sa bene che far slittare per troppi giorni l’invio delle risposte non deporrebbe a favore del Comune di Messina. Zaccone e colleghi non sono però disposti a cedere ad alcun tipo di pressione e hanno fatto sapere che emetteranno parere solo quando avranno visionato tutta la documentazione richiesta.
Ai revisori brucia ancora la “reprimenda” arrivata proprio da Roma. Nella nota de 29 dicembre firmata dal super dirigente Verde, il Dicastero bacchettava anche il Collegio dei revisori dei conti, non ritenendo esaustivo quanto scritto nella relazione allegata al documento di risanamento ed invitandolo «a fornire la propria valutazione analitica sulle singole voci che compongono la massa passiva dichiarata dall’Ente e sulle singole misure di ripiano individuate nel piano».
Zaccone Zingales e Basile hanno, quindi, chiarito ai consiglieri comunali che intendono portare a termine quel lavoro di approfondimento che non hanno potuto fare con la prima versione del piano di riequilibrio, inviatogli solo cinque giorni prima della scadenza del 2 settembre, quella sì perentoria. Come si ricorderà, in quell’occasione, il Piano di riequilibrio venne votato alle 23.58 del 2 settembre.
Molti dei consiglieri comunali confessano peraltro di apprezzare molto la scrupolosità dei revisori dei conti, al cui parere si affideranno per approvare o bocciare il provvedimento confezionato dall’amministrazione Accorinti.
DUBBI SULLA SOSTENIBILITA'DELLA MANOVRA. Fuori e dentro palazzo Zanca, c’è già chi ha le idee molto chiare sul piano di riequilibrio, a prescindere da cosa dirà il Collegio dei revisori dei conti. Per il consigliere comunale Gino Sturniolo, «i pochi risultati raggiunti fino ad oggi dimostrano che, al di là delle parole che lo accompagnano, il piano di riequilibrio non è, e lo dimostra la distribuzione dei rientri, tutti spostati in avanti negli anni, neanche un vero piano di risanamento. È solo un strumento per tirare avanti ancora un po', senza alcuna prospettiva per il futuro. Lo stesso Fondo di rotazione, che viene descritto come lo strumento di rilancio della città, non è altro che debito che paga altro debito». Così l’ex accorintiano scrive in un post sul suo profilo Facebook.
Sulla stessa scia viaggia il giudizio, severo, di Salvatore Vernaci di CittadinanzAttiva, secondo il quale « il Piano di riequilibrio indebita ancora di più il Comune. Il Piano – scrive in un comunicato – è strutturalmente minato dalle limitate capacità di riscossione comunali, dall'impossibilità di aumentare il prelievo fiscale (già elevatissimo), nonché dalla supervalutazione delle entrate conseguenti alla dismissione del patrimonio immobiliare, che ben difficilmente avrebbero potuto giustificare nuove ed ulteriori entrate, come invece prospettato. Il peso dell'enorme massa debitoria del Comune è preclusiva rispetto all'ipotesi di considerare positivamente la strategia di risanamento presentata, tenendo soprattutto conto della limitatissima riduzione della spesa descritta nel piano di riequilibrio».
Sulla manovra finanziaria tornano ad intervenire le associazioni LabDem Messina ed “E’ possibile” con un documento firmato da Francesco Barbalace e Piero David, che invocano una ispezione da parte del Ministero delle Finanze e dell’Economia
«La lettura della proposta di deliberazione avanzata dalla Giunta Accorinti per rispondere alle osservazioni della Commissione interministeriale sul piano di riequilibrio – affermano- desta diverse perplessità in quanto nella stessa sono affrontate marginalmente solo alcune delle contestazioni mosse, mentre le principali sono totalmente ignorate». Barbalace e David sottolineano inoltre che nel provvedimento di rimodulazione del piano è assente «ogni accenno alle osservazioni in relazione a: mancata presentazione di un bilancio consolidato contenente la situazione dei conti delle aziende partecipate, con conseguente omessa valutazione del costo del personale delle stesse e della loro incidenza sui parametri di bilancio del Comune; mancata presentazione in Consiglio Comunale, per il loro riconoscimento, dei debiti fuori bilancio nelle forme e nei termini di legge e mancanza di indicazione dei criteri con cui gli stessi sono stati identificati e quantificati; mancata acquisizione, da parte della Giunta, delle transazioni con i creditori in merito alla rateizzazione di quanto agli stessi dovuto; mancato chiarimento in Consiglio Comunale sulla sostenibilità dei servizi pubblici in relazione al taglio delle spese previste nel piano previsionale di rientro decennale dal debito; mancata certificazione dei residui e delle previsioni di entrata, ecc».
Tra tante bocciature, arriva anche una spinta al piano di riequilibrio versione seconda e allo spirito che a questo riconosce l’amministrazione Comunale, convinta che i circa 70milioni di euro stanziati per Messina serviranno a rimettere in moto l’economia cittadina. In una lettera inviata al sindaco Accorinti , l 'Ordine degli ingegneri della provincia di Messina, auspica la definizione , in maniera compiuta, dei rapporti debitori che il Comune ha con i professionisti che vantano crediti riconoscibili. Per l’Ordine professionale si tratta di una «grande opportunità nell’interesse dei creditori » ed il Piano consentirebbe una «rapida immissione di liquidità che si pone a tutto vantaggio dell’asfittico tessuto economico della città»
Danila La Torre
Sembrerebbe che il Consiglio Comunale E LA POLITICA non abbiano alcuna autonomia di giudizio circa cosa sia meglio fare per la Città, tutto (sul piano locale) sembra poggiare sul parere dei revisori. Nessuna discussione su cosa fare x il bene della Città e x un futuro migliore! La 13^ CITTA’ D’ITALIA DEVE DISEGNARE IL SUO FUTURO ED IL RILANCIO A ROMA ED IN EUROPA…..
Sembrerebbe che il Consiglio Comunale E LA POLITICA non abbiano alcuna autonomia di giudizio circa cosa sia meglio fare per la Città, tutto (sul piano locale) sembra poggiare sul parere dei revisori. Nessuna discussione su cosa fare x il bene della Città e x un futuro migliore! La 13^ CITTA’ D’ITALIA DEVE DISEGNARE IL SUO FUTURO ED IL RILANCIO A ROMA ED IN EUROPA…..
Infine per fare chiarezza, visto che le cifre dei debiti e delle entrate reali “ballano” ritengo che la proposta di fare intervenire il Ministero dell’Interno per una verifica sui conti del Comune sia la strada più sicura per poi potere realmente predisporre un programma di rientro realistico, magari basato su nuove concessioni di legge! Altrimenti il rischio è di concludere poco o nulla di strutturale per cambiare le sorti di una Città in pieno declino! Basta con le “pezze” si deve reagire con forza e dignità, rilanciando e non accontentandosi di sopravvivere “ventre a terra”. Basta sacrifici inutili.
Infine per fare chiarezza, visto che le cifre dei debiti e delle entrate reali “ballano” ritengo che la proposta di fare intervenire il Ministero dell’Interno per una verifica sui conti del Comune sia la strada più sicura per poi potere realmente predisporre un programma di rientro realistico, magari basato su nuove concessioni di legge! Altrimenti il rischio è di concludere poco o nulla di strutturale per cambiare le sorti di una Città in pieno declino! Basta con le “pezze” si deve reagire con forza e dignità, rilanciando e non accontentandosi di sopravvivere “ventre a terra”. Basta sacrifici inutili.
I missinisi SCATTRI(società cooperative incaricate a gestire i parcheggi stradali a pagamento) e i missinisi FISSA. A carico di questi missinisi SCATTRI ci sono residui attivi pari a €1.498.200.Si tratta di crediti nei confronti di società cooperative in periodi 2003 e precedenti. Dario ZACCONE da una verifica fa emergere che tali società risultano non operativea mia mu dici) o in liquidazione coatta(a mia mu dici) o comunque in fase di liquidazione da diversi anni(a mia mu dici).Le azioni legali promosse dal Comune non hanno prodotto alcun risultato e da una verifica presso l’avvocatura è emersa una inerzia di questa a proseguire nelle procedure, per la quasi certezza del loro impossibile recupero. Ci sannu fari i missinisi SCATTRI.
I missinisi SCATTRI(società cooperative incaricate a gestire i parcheggi stradali a pagamento) e i missinisi FISSA. A carico di questi missinisi SCATTRI ci sono residui attivi pari a €1.498.200.Si tratta di crediti nei confronti di società cooperative in periodi 2003 e precedenti. Dario ZACCONE da una verifica fa emergere che tali società risultano non operativea mia mu dici) o in liquidazione coatta(a mia mu dici) o comunque in fase di liquidazione da diversi anni(a mia mu dici).Le azioni legali promosse dal Comune non hanno prodotto alcun risultato e da una verifica presso l’avvocatura è emersa una inerzia di questa a proseguire nelle procedure, per la quasi certezza del loro impossibile recupero. Ci sannu fari i missinisi SCATTRI.
Ma come,caro presidente Dario ZACCONE,stai ancora attendendo chiarimenti sui debiti fuori bilancio,ma allora le cifre da te certificate nel CONSUNTIVO 2013,nella parte in cui parli di indebitamento e gestione del debito, da dove le hai prese? Certifichi con entusiasmo nel Consuntivo 2013 che Palazzo Zanca ha rispettato il limite di indebitamento disposto dall’art.204 del Testo Unico, calcolando con precisione l’incidenza degli interessi passivi sulle entrate correnti(il 3,40% per il 2013), certificando che l’indebitamento del Comune ha avuto la seguente evoluzione:nel 2011 €182.241.061,nel 2012 €188.574.615, 2013 €195.754.856, addirittura hai calcolato il debito per messinese, nel 2011 €742, 2012 €771, 2013 €811. TI DOBBIAMO ANCORA CREDERE?
Ma come,caro presidente Dario ZACCONE,stai ancora attendendo chiarimenti sui debiti fuori bilancio,ma allora le cifre da te certificate nel CONSUNTIVO 2013,nella parte in cui parli di indebitamento e gestione del debito, da dove le hai prese? Certifichi con entusiasmo nel Consuntivo 2013 che Palazzo Zanca ha rispettato il limite di indebitamento disposto dall’art.204 del Testo Unico, calcolando con precisione l’incidenza degli interessi passivi sulle entrate correnti(il 3,40% per il 2013), certificando che l’indebitamento del Comune ha avuto la seguente evoluzione:nel 2011 €182.241.061,nel 2012 €188.574.615, 2013 €195.754.856, addirittura hai calcolato il debito per messinese, nel 2011 €742, 2012 €771, 2013 €811. TI DOBBIAMO ANCORA CREDERE?
Guarda che se vengono quelli del Ministero delle Finanze non so RENATO & Co. che fine fanno… meglio che dichiari subito dissesto con dignità e vada sui colli (in bici) a continuare a fare meditazione.
Guarda che se vengono quelli del Ministero delle Finanze non so RENATO & Co. che fine fanno… meglio che dichiari subito dissesto con dignità e vada sui colli (in bici) a continuare a fare meditazione.
I missinisi SCATTRI, l’ufficio tributi di Romolo DELL’ACQUA, i missinisi FISSA. Cara Danila LA TORRE leggiamo insieme cifre del presidente Dario Zaccone tratte dai consuntivi 2012 e 2013,parlano di tarsu e tares. I missinisi SCATTRI,quelli che non pagano,tra il 2012 e il 2013 hanno visto premiato il loro tradimento verso la comunità in cui vivono, infatti DELL’ACQUA ha cancellato con un tratto di penna vecchi residui attivi, cioè entrate accertate e mai riscosse, per €9.015.941 nel 2012 e €3.531.209 nel 2013, in totale nei due anni €12.547.150, non male pi missinisi SCATTRI. L’impegno del dirigente è di far pagare ai missinisi FISSA la spazzatura nello stesso anno per cui è emesso il ruolo, ma quannu cancia a musica pi missinisi SCATTRI?
I missinisi SCATTRI, l’ufficio tributi di Romolo DELL’ACQUA, i missinisi FISSA. Cara Danila LA TORRE leggiamo insieme cifre del presidente Dario Zaccone tratte dai consuntivi 2012 e 2013,parlano di tarsu e tares. I missinisi SCATTRI,quelli che non pagano,tra il 2012 e il 2013 hanno visto premiato il loro tradimento verso la comunità in cui vivono, infatti DELL’ACQUA ha cancellato con un tratto di penna vecchi residui attivi, cioè entrate accertate e mai riscosse, per €9.015.941 nel 2012 e €3.531.209 nel 2013, in totale nei due anni €12.547.150, non male pi missinisi SCATTRI. L’impegno del dirigente è di far pagare ai missinisi FISSA la spazzatura nello stesso anno per cui è emesso il ruolo, ma quannu cancia a musica pi missinisi SCATTRI?
Adesso le cifre dei comuni siciliani scelti per il confronto.PALERMO: ANNO 2014 €162.312.365(€248/palermitano)-ANNO 2013 €346.922.432(€530/palermitano),una media nel biennio di €389/palermitano. CATANIA: ANNO 2014 €221.119.780(€761/catanese)- ANNO 2013 €115.884.760(€399/catanese), una media nel biennio pari a €580/catanese.La FONTE è quella più attendibile:il sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici SIOPE,come VERNACI sa è un sistema di rilevazione telematica degli incassi e dei pagamenti effettuati dai tesorieri che nasce dalla collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia e ISTAT,chi manipola le cifre è PENALMENTE PERSEGUIBILE. Mediamente Messina è €26 in più di Palermo e €165 in meno di Catania.
Adesso le cifre dei comuni siciliani scelti per il confronto.PALERMO: ANNO 2014 €162.312.365(€248/palermitano)-ANNO 2013 €346.922.432(€530/palermitano),una media nel biennio di €389/palermitano. CATANIA: ANNO 2014 €221.119.780(€761/catanese)- ANNO 2013 €115.884.760(€399/catanese), una media nel biennio pari a €580/catanese.La FONTE è quella più attendibile:il sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici SIOPE,come VERNACI sa è un sistema di rilevazione telematica degli incassi e dei pagamenti effettuati dai tesorieri che nasce dalla collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia e ISTAT,chi manipola le cifre è PENALMENTE PERSEGUIBILE. Mediamente Messina è €26 in più di Palermo e €165 in meno di Catania.
Converto le PAROLE di Salvatore VERNACI ” Il piano è strutturalmente minato dalle limitate capacità di riscossione comunali, dall’impossibilità di aumentare il prelievo fiscale già elevatissimo.” in CIFRE, quelle relative alle ENTRATE TRIBUTARIE, cui ho sottratto il trasferimento statale costituito dal fondo sperimentale di riequilibrio e solidarietà. ANNO 2014 €117.992.297(487/messinese)- ANNO 2013 €83.108.872(343/messinese), una media nel biennio pari a €415/messinese. Della nostra città fornisco anche le ENTRATE EXTRA TRIBUTARIE, pagate da una minoranza dei messinesi in cambio di servizi specifici, sono molto basse: ANNO 2014 €12.961.731- ANNO 2013 €14.908.012.
Converto le PAROLE di Salvatore VERNACI ” Il piano è strutturalmente minato dalle limitate capacità di riscossione comunali, dall’impossibilità di aumentare il prelievo fiscale già elevatissimo.” in CIFRE, quelle relative alle ENTRATE TRIBUTARIE, cui ho sottratto il trasferimento statale costituito dal fondo sperimentale di riequilibrio e solidarietà. ANNO 2014 €117.992.297(487/messinese)- ANNO 2013 €83.108.872(343/messinese), una media nel biennio pari a €415/messinese. Della nostra città fornisco anche le ENTRATE EXTRA TRIBUTARIE, pagate da una minoranza dei messinesi in cambio di servizi specifici, sono molto basse: ANNO 2014 €12.961.731- ANNO 2013 €14.908.012.
Caro Salvatore VERNACI converrai che un indice alto dell’AUTONOMIA IMPOSITIVA, cioè di quella autonomia “conquistata” dal pagamento dei tributi dei cittadini, è una delle qualità di un Comune virtuoso, non lo dice solo la Corte dei Conti, ma il buon senso civico, quindi non disprezzerei, come molti fanno, cifre tributarie alte pro capite ma guarderei alla qualità dei servizi resi al cittadino, a Messina molto bassa. La convivenza civile ha un prezzo, cui tutti dobbiamo concorrere, purtroppo ci sunnu i missinisi SCATTRI. Fornisco le cifre medie del biennio 2014-2013 per tre città conosciute per gli ottimi servizi sociali e non, come leggerai sono molto alte rispetto a Messina. VERONA €642/veronese. BOLOGNA €773/bolognese. BARI €591/barese.
Caro Salvatore VERNACI converrai che un indice alto dell’AUTONOMIA IMPOSITIVA, cioè di quella autonomia “conquistata” dal pagamento dei tributi dei cittadini, è una delle qualità di un Comune virtuoso, non lo dice solo la Corte dei Conti, ma il buon senso civico, quindi non disprezzerei, come molti fanno, cifre tributarie alte pro capite ma guarderei alla qualità dei servizi resi al cittadino, a Messina molto bassa. La convivenza civile ha un prezzo, cui tutti dobbiamo concorrere, purtroppo ci sunnu i missinisi SCATTRI. Fornisco le cifre medie del biennio 2014-2013 per tre città conosciute per gli ottimi servizi sociali e non, come leggerai sono molto alte rispetto a Messina. VERONA €642/veronese. BOLOGNA €773/bolognese. BARI €591/barese.