San Piero Patti "terra" di stranieri: dall'America (e non solo) per le case del borgo messinese

San Piero Patti “terra” di stranieri: dall’America (e non solo) per le case del borgo messinese

Giuseppe Fontana

San Piero Patti “terra” di stranieri: dall’America (e non solo) per le case del borgo messinese

lunedì 01 Luglio 2024 - 07:00

Da "Case a 1 euro" agli immobili acquistati per le vacanze, tanti riscoprono le proprie radici e investono sul comune dei Nebrodi. Il punto con la sindaca Marchello

SAN PIERO PATTI – A San Piero Patti, soprattutto nell’ultimo anno, la mole di turisti stranieri è aumentata. Il borgo messinese, incastonato sui Nebrodi, è con i suoi 2mila e 500 abitanti circa una piccola gemma, come tanti altri luoghi della provincia. Ma perché il fermento aumentato? Per tanti motivi. Da una parte, la riscoperta delle proprie radici da parte di tanti cittadini che dall’estero si sono riavvicinati alla Sicilia, Regione a cui sono legati dai racconti di nonni e bisnonni, che l’hanno lasciata anni fa. Dall’altra, è frutto anche del progetto “Case a 1 euro“.

Cos’è “Case a 1 euro”

Lanciato diversi anni fa, il progetto è chiaro e dà la possibilità di acquistare case alla cifra simbolica di 1 euro, nei Comuni aderenti (e San Piero Patti e uno di questi), con alcune clausole. Su tutte, la ristrutturazione e il recupero dell’immobile stesso, con l’inizio dei lavori entro 2 mesi dalla determinazione esecutiva del progetto e la fine entro i 3 anni dalla data di rilascio della concessione. Le spese dell’atto di cessione (atti notarili, registrazione, voltura, accatastamenti) sono integralmente a carico dell’acquirente, che dovrà anche stipulare una polizza fideiussoria di 5 mila euro in favore del Comune, valida per 5 anni. Niente di insuperabile, nonostante sia proprio la burocrazia, spesso, un nemico di questi progetti.

La sindaca Marchello ripercorre l’iter

“Il progetto di Case a 1 euro – ha spiegato ai microfoni di Tempostretto la sindaca Cinzia Marchello, in carica dal giugno 2022 e precedentemente assessora della giunta Fiore – non è un progetto della mia amministrazione ma è partito dalla precedente, con la proposta di alcuni ragazzi di un gruppo politico arrivata nel 2017. L’allora amministrazione Fiore ha accolto la proposta e ha avviato l’iter, creando un regolamento, ma questo progetto è rimasto solo sulla carta. Nel 2020 io sono diventata assessora al Turismo, ma c’era il Covid. Abbiamo comunque ripreso l’idea e iniziato il censimento delle case, così da poter dare più informazioni, attraverso un sito su cui sono stati pubblicati questi immobili e una pubblicità maggiore. Ce ne siamo occupati in maniera diversa, per non lasciare inevase o ferme le richieste arrivate”.

E via via intorno al Comune qualcosa è cambiato: “Man mano il progetto ha ricevuto sempre maggior interesse. Non parliamo soltanto di italiani, ma di tanti stranieri. Dall’estero ci sono arrivate diverse richieste, così come dall’Italia. C’è stato chi è arrivato a San Piero per le case a 1 euro e poi ha preferito acquistare case da 5mila o 10mila euro, perché c’era meno da ristrutturare. Dal progetto iniziale sono arrivati poi altri investimenti e si sono vendute più case rispetto al passato. Molti stranieri l’hanno acquistata così, confrontandosi con le agenzie immobiliari o con la gente del posto”. Le case disponibili a 1 euro ufficialmente sono 5, ma a breve ce ne saranno altre.

A luglio nuovi appuntamenti per le case con stranieri

Marchello spiega: “Cambieremo il regolamento per dare più tempo per le ristrutturazioni, diluendo le scadenze e passando da 3 a 5 anni. Così possiamo aiutare chi dall’estero deve seguire questi lavori. E poi ci sono spesso problemi burocratici e tempi lunghi legati ai documenti, come nel caso delle successioni soprattutto se figli o nipoti abitano lontano dal borgo”. Intanto gli appuntamenti proseguono: “A luglio abbiamo già cinque prenotazioni per visitare San Piero e vedere queste cose, tutte dall’estero. Nell’ultimo anno l’interesse è aumentato com’è aumentato l’interesse per le proprie radici. Quindi molti di loro hanno un legame col paese, tramite i loro antenati, ma magari non ci sono mai stati. Vengono e cercano le case dei nonni, dei bisnonni, e poi le vogliono acquistare”.

Gli stranieri “restano affascinati”

La domanda sorge spontanea. Che ne pensano gli stranieri di San Piero Patti? La sindaca, nel rispondere, ha sorriso: “Abbiamo avuto un feedback assolutamente positivo. Ci sono arrivate recensioni dall’America in cui si elogia il paese e questi ragazzi hanno girato anche un servizio per un magazine mostrando San Piero e tutte le cose belle che ha offrire. Chi viene da fuori è rimasto affascinato, meravigliato. Spesso dall’estero hanno pregiudizi, ma arrivano qui e cambiano idea. Spesso ci viene detto che è un posto ideale per viverci. E invece chi ci vive non sempre lo apprezza fino in fondo”.

Spopolamento e fuga dei giovani

Case a 1 euro, ma in generale la riscoperta degli edifici del borgo che vengono acquistati e ristrutturati, può dare slancio a un nuovo modello di lotta allo spopolamento e alla fuga dei giovani? Marchello ha risposto: “Per i giovani non saprei ma forse non basta, perché servirebbe creare anche altri tipi di opportunità. Io lo vedo come un investimento utile per far tornare la gente. Persone che da tanti anni sono andate via puntano a tornare. E anche a livello turistico può essere utile. Qui abbiamo diversi romani che hanno comprato alcune case e le hanno ristrutturate per passarci l’estate, con investimenti comunque minimi. Ma c’è anche gente da Malta, dalla Francia, oltre agli americani. C’è chi sta ristrutturando case bellissime”.

L’appello: “Facciamoci trovare pronti”

Guardando al futuro, la sindaca ha spiegato: “Io vorrei che il paese avesse tutti i servizi essenziali, ciò che serve ai cittadini per stare bene. Penso a un problema che sta pesando su tutta la Sicilia e va risolto, cioè la siccità. E poi spero che presto si possano offrire più opportunità di lavoro per non far partire i giovani. Credo che sia possibile, se no non avrei motivo di lottare ogni giorno. Bisogna lavorare tutti insieme e bisogna crederci. Questo vale anche in chiave turistica: la comunità deve essere pronta a ricevere chi arriva. Ci dobbiamo far trovare pronti. Noi possiamo far arrivare le persone ma bisogna far crescere la capacità di accoglierle”.

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