San Placido, patrono di Messina: il santo che sconfisse l'epidemia

San Placido, patrono di Messina: il santo che sconfisse l’epidemia

Daniele Ferrara

San Placido, patrono di Messina: il santo che sconfisse l’epidemia

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lunedì 05 Ottobre 2020 - 08:41

Il 5 ottobre si celebra San Placido in tutto il mondo. Il suo nome è legato anche alla fine della peste del 1743-45.

Oggi è un giorno importante per Messina, che condivide con l’intero mondo cristiano: si celebra San Placido, antico e importante patrono di Messina.Con il professor Marco Grassi, già Commissario della Confraternita di San Placido per nomina arcivescovile, ripercorriamo la storia di questa festività e apprendiamo interessanti nozioni sulla sua celebrazione.

5 Ottobre: si celebra San Placido in tutto il mondo

Due mesi fa, il 4 Agosto, abbiamo festeggiato il ritrovamento delle reliquie di Placido e dei suoi compagni, invece in questo giorno quale ricorrenza festeggiamo?

La memoria liturgica del 5 Ottobre viene celebrata in tutta la Chiesa Cattolica nel giorno in cui Placido, figlio di Tertullo e Faustina, Abbate del monastero di San Giovanni Battista di Messina nonché discepolo di San Benedetto, subì il martirio ad opera di presunti pirati appartenenti alla stirpe vandala e aderenti all’eresia di Ario. Placido fu assassinato insieme ai fratelli Eutichio e Vittorino e alla sorella Flavia, e a circa trenta monaci che vivevano con lui tra i quali conosciamo solo i nomi dei diaconi Donato e Firmato. La tradizione ci tramanda che l’unico sopravvissuto fu un certo Gordiano che riuscì a salvarsi ma fu anche il testimone del martirio e poi diede veloce sepoltura ai confrati con l’aiuto di altre persone accorse da Messina. I resti di questi martiri verranno ritrovati a partire dal 4 agosto del 1588 durante i lavori di ricostruzione della chiesa.

Oggi sarà perpetuata una vecchia tradizione, come già l’anno scorso, quella di offrire un cero al Santo il 5 Ottobre, che un tempo era prerogativa del Senato di Messina: qual è la sua origine?

Anche quest’anno l’Amministrazione comunale offrirà un cero a San Placido in ricordo della fine della peste del 1743-45. Fu una peste tremenda, l’unica cosa positiva fu che le autorità cittadine riuscirono a circoscriverla con un cordone che partiva da Saponara e arrivava fino a Scaletta, per tre anni nessuno poté entrare e nessuno poté uscire, però così riuscirono a non farla diffondere nel resto della Sicilia e in Calabria. Alla fine il Senato chiamò il dottor Polacco che venne da Venezia e che procedette a spurgare la città casa per casa. In effetti questa terribile epidemia, una delle ultime più nefaste che colpirono fortemente la città peloritana, finì ufficialmente, e furono quindi aperti i ferrei cordoni sanitarii, proprio il 5 ottobre del 1745. Quindi la fine di questa pestilenza fu legata all’intercessione di questo importante compatrono della città. Questo episodio è ancòra oggi ricordato dal dipinto settecentesco posto sull’altare maggiore della Chiesa di San Giovanni di Malta, raffigurante San Placido che, insieme a San Rocco, libera Messina dalla peste.

Quindi proprio quest’anno in cui il mondo è colpito dall’epidemia di coronavirus, il ritorno di questa usanza pare appropriata. Come potranno svolgersi i festeggiamenti, nonostante le odierne misure sanitarie?

La solennità del 5 Ottobre è stata preparata da un consueto triduo che ha visto alternarsi tre sacerdoti: il primo giorno don Natale Fiorentino, Direttore dell’Istituto ‘Don Orione’, il secondo giorno monsignor Alessandro lo Nardo, Rettore del Seminario Arcivescovile ‘San Pio X’, e l’ultimo giorno padre Salvatore Alessandrà, già Rettore del carcere e nuovo Cappellano della Chiesa dello Spirito Santo.

Questa mattina si reciterà la supplica nella chiesa dei martiri di San Giovanni, ma il culmine di questi festeggiamenti si terrà nella vicina Chiesa di San Giuliano, concessa dai Frati Minori Conventuali, che a causa del covid permette una maggior sicurezza e un maggior numero di partecipanti rispetto alla Chiesa di San Giovanni di Malta. La messa sarà presieduta da padre Tonino Bono, Padre Guardiano del Convito di San Papino a Milazzo. Alla solenne celebrazione sarà presente la vicesindaca Carlotta Previti e interverranno autorità civili e militari nonché il Sovrano Militare Ordine di Malta e le confraternite cittadine con in testa il Centro Interconfraternale Diocesano, i canti saranno eseguiti dalla Corale Polifonica ‘[Giovanni Pierluigi da] Palestrina’ diretta dal maestro Dario Pino.

Per l’occasione di questi festeggiamenti il giovane confrate Emanuele Castrianni ha realizzato una formella in argilla cruda che verrà cotta nei prossimi giorni e successivamente collocata nei locali della chiesa, raffigurante i quattro fratelli martiri secondo l’antica iconografia e riportando la tradizionale invocazione “Petite et accipietis(“Chiedete e riceverete”, più spesso detto come “Chiedete e vi sarà dato”).

Per soddisfare una curiosità che probabilmente insorge nel nostro pubblico: come mai abbiamo due feste dedicate a questo nostro Santo?

Mentre quella del 5 Ottobre è la festa celebrata in tutto il mondo, quella del 4 Agosto è una festa particolare di Messina che celebra il suo legame con il santo attraverso le reliquie. Molti santi sono ricordati, oltre che nel giorno del dies natalis, la nascita in Cristo ossia la morte, anche in un giorno legato al rinvenimento delle reliquie o a un particolare miracolo; come Sant’Eustochia, festeggiata nell’anniversario della morte ma anche in Agosto nel giorno solenne dell’ostensione del suo corpo. Anche San Placido, per volontà del papa Sisto V, oltre al 5 Ottobre è celebrato anche il 4 Agosto in occasione del ritrovamento delle reliquie, ma la festa più importante è il 5 ottobre che è la memoria liturgica. Quella di San Placido è memoria obbligatoria in tutta la Diocesi di Messina, dal calendario regionale: tutti i sacerdoti devono indossare i paramenti rossi e hanno l’obbligo di fare memoria di San Placido, come per la Madonna della Lettera o per Sant’Alberto.

Concludiamo rammentando ancòra la celebrazione di stasera alle ore 18:00 nella Chiesa di San Giuliano che chiuderà in bellezza i festeggiamenti al nostro santo compatrono, la cui memoria nella sua stessa città è importante rilanciare, a prescindere dal credo religioso, per il suo modello di virtù.

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