La Regione sarà rappresentata dalla vicepresidente Mariella Lo Bello. Supporto anche da parte di Anci Sicilia e dei sindacati reggini. Ma c’è anche chi va controcorrente: Vento sullo Stretto attacca la politica, mentre il Comitato Libera Messina vede l’unica soluzione nel Ponte sullo Stretto
Si chiama Movimento Popolare 14 febbraio ed è composto da associazioni, gruppi politici, istituzioni, semplici cittadini che hanno idee diverse su tanti aspetti ma su una sono tutti d’accordo: il diritto alla continuità territoriale, a tutela dei cittadini siciliani e dell’area dello Stretto.
Le prime adesioni sono state quelle di: Sindacato OR.S.A. Sicilia, Sindacato Snater, Sindacato Autonomo Precari Messina, Sindacatu S.U.L. (Gioia Tauro), Federazione Unitaria Lavoratori Sicilia Libera, Movimento Cinque Stelle, Meetup “grilli dello Stretto”, C.S.O.A. Cartella (Gallico R.C.), Fronte della Giuventù Comunista Reggio Calabria, Rifondazione Comunista, Partito Comunista D’Italia, Partito Comunista, Cambiamo Messina Dal Basso, Associazione Ferrovie Siciliane, Comitato Pendolari Siciliani, Comitato Pendolari Messina, La Casa Rossa Messina, Collettivo Sempre in lotta, Pinelli Messina, L’altra Europa Messina (ListaTspiras), Sel Messina.
Nel corso della settimana, però, ne sono arrivate molte altre e tutte corredate da motivazioni e rivendicazioni. Ci sarà la vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, dopo che la scorsa settimana il presidente Crocetta aveva garantito la presenza del Governo Regionale a sostegno dei lavoratori del comparto dei trasporti per garantire servizi ai viaggiatori ed ai pendolari e continuità territoriale. Crocetta ha anche chiesto un incontro nel più breve tempo possibile al ministro Lupi.
L’Associazione culturale “La Sicilia ai Siciliani” aderisce alla manifestazione cittadina e “ritiene che l’occasione sia favorevole per chiedere, con forza, non solo il mantenimento dei collegamenti esistenti, ma un deciso cambio di marcia nella gestione delle ferrovie siciliane: innovazione tecnologica (alta velocità), raddoppi dei binari, collegamento diretto con l’aeroporto di Catania, carrozze nuove che non siano più lo scarto di quelle dismesse nelle tratte considerate nobili, stazioni ferroviarie degne di tale nome”.
Adesione anche da parte del movimento “Ribaltiamo Messina”, composto dai consiglieri Daniele Zuccarello, Donatella Sindoni e Marcello Cannistraci. “Il progetto di progressivo smantellamento e di smobilitazione delle Ferrovie dalla Sicilia, portato avanti grazie a silenzi complici e distrazioni politiche, sta inesorabilmente arrivando a conclusione. Spetta a noi fermarlo e pretendere che il diritto costituzionalmente garantito alla continuità territoriale non sia soltanto uno slogan. Ribaltiamo Messina aderisce pertanto alla Manifestazione ed alla Piattaforma programmatica del Movimento Popolare 14 Febbraio. Riteniamo il piano di dismissione dei treni a lunga percorrenza un attacco ad un territorio già divenuto con il passare degli anni periferia dell’impero. Scontiamo oltre 40 anni di marginalizzazione che si ripercuote sul piano dei diritti dei lavoratori e del diritto alla mobilità. Né possiamo credere alla favola degli investimenti in Sicilia per l’alta velocità, perché basta prendere un treno per raggiungere Palermo da Messina o peggio pensare di raggiungere le zone interne della Sicilia, per capire che si tratta di pura propaganda. A questo punto appare indispensabile spostare il baricentro della protesta a Roma e coinvolgere le popolazioni di entrambe le sponde per pretendere: l’immediata sospensione del Piano di dismissione, la concreta affermazione del diritto alla continuità territoriale ferroviaria tra la Sicilia e il resto del Paese, interventi reali e di potenziamento della rete ferroviaria regionale e delle infrastrutture e l’ammodernamento della flotta navale ferroviaria”.
Iniziativa approvata anche da Anci Sicilia, “con l’obiettivo di riportare l’attenzione dei governi nazionale e regionale su un territorio dimenticato creando nuove infrastrutture, migliorando i servizi e investendo in una concreta prospettiva di sviluppo”. Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente dell’AnciSicilia. “E proprio per mantenere alta l’attenzione sul sistema degli enti locali, – ha concluso Orlando – l’Ufficio di Presidenza dell’AnciSicilia ha deliberato di convocare una serie di incontri sul territorio partendo proprio da Messina dove, il prossimo 25 febbraio, si riunirà il Consiglio regionale per affrontare il problema dei tagli nella sua complessità anche in riferimento a quelli che, a partire dal mese di giugno, interesseranno le linee ferroviarie siciliane”.
Alla mobilitazione prenderà parte anche il Comitato Pendolari Siciliani. “Non devono bastare le rassicurazioni dell'ad di Fsi, Elia, non devono bastare le risposte del ministro Lupi, non deve bastare la richiesta del governatore Crocetta. E’ ora che in Sicilia si vedano i fatti ed in maniera concreta e tangibile. Un sistema dei trasporti efficiente ed efficace e di qualità, rappresenta una condizione irrinunciabile per lo sviluppo economico e sociale della Sicilia. La Sicilia ha diritto ad avere gli stessi servizi del resto d'Italia e non solo, la mobilita è un diritto dei siciliani ed un dovere dello Stato assicurare la continuità territoriale”. Poi arriva anche la proposta: “Assieme a Giovanni Russo, presidente dell’Associazione Ferrovie Siciliane, desideriamo suggerire un eventuale progetto di velocizzazione confermando gli attuali treni in esercizio su Roma e Milano a costo zero ed evitando disagi all’utenza. Occorre, secondo il nostro punto di vista, cambiare l’attuale composizione dei treni che dovranno attraversare Messina e Villa per ammortizzare l’attuale rottura di carico di due ore e mezza circa. La composizione treno che suggeriamo dovrebbe essere composta da un rotabile E402b con al seguito 4 carrozze tipo UIC-Z1 (IC901), totale posti 250. Con questa formazione treno si otterrebbero due condizioni favorevoli: la prima – si abbatterebbero quelle fatidiche 2 ore e mezzo circa di operazione di imbarco e sbarco senza procurare disagi e/o fastidi di salita e discesa con bagagli a seguito per il trasbordo treni/navi; la seconda – si diminuirebbero i tempi di percorrenza potendo viaggiare ad una velocità massima di 200 km/h”.
Anche il Movimento Cristiano Lavoratori di Messina partecipa alla manifestazione. “Una nuova mannaia che si abbatte sullo sviluppo di questa città”, così è definita dal consiglio di presidenza del Mcl la decisione della holding di Fsi di tagliare i collegamenti con l’Isola. Nel documento che il Movimento ha elaborato per l’occasione si chiede però di trattare il tema della continuità territoriale non solo con lo strumento della protesta ma lavorando ad un piano di sviluppo che non può prescindere dalla realizzazione dell’Area Integrata dello Stretto riproponendo quindi di convocare immediatamente gli Stati generali della città metropolitana dello Stretto. “Dobbiamo ripensare lo sviluppo di questa città prima che sia troppo tardi– dichiara Fortunato Romano, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori – ripartendo, come abbiamo sempre affermato in questi anni, dall’uso delle Aree Demaniali Dismesse, dalle politiche di efficientamento energetico e soprattutto dal Ponte sullo Stretto che rimane la più grande opportunità di rilancio per questa città”.
Consenso pure da parte di Indietrononsitorna: “Rimanere ciechi e sordi di fronte alla progressiva strategia di dismissione dei trasporti nello Stretto di Messina messa in atto da Rfi non è più possibile”. Per l’associazione di impegno civico presieduta da Rosario D’Anna, quello del fine settimana è “un appuntamento a cui ogni messinese che veramente spera e sogna di poter aver un futuro in questo martoriato territorio, non può permettersi di mancare. Le parole di condivisione ed adesione alla manifestazione spese da coloro che siedono nei palazzi che contano, devono essere seguite, una volta per tutte, da risvolti concreti nelle sede istituzionalmente preposte. Per troppo tempo, infatti, abbiamo assistito ad atteggiamenti supini che hanno facilitato lo stato di abbandono del nostro territorio, privo di qualsiasi prospettiva di sviluppo. Adesso però è arrivato il momento di dire basta e scendere in piazza per il futuro di Messina”.
Supporto arriva anche dai rappresentanti politici. “I tagli annunziati per le ferrovie siciliane sono gravissimi e inaccettabili – afferma il deputato nazionale del Pd, Pippo Zappulla -. Accolgo pertanto l'invito del Sindaco e delle forze sociali di Messina. La scelta di Fs di tagliare i treni a lunga percorrenza è un attacco irricevibile contro il diritto alla mobilità dell'intera Sicilia. A partire dall'area dello Stretto si mettono in discussione livelli occupazionali e si impoverisce drammaticamente il sistema dei trasporti della Sicilia. Il territorio siciliano ha necessità di investimenti e di ammodernamento dell'intero sistema infrastrutturale a partire proprio della rete ferroviario. Giusta e sacrosanta la mobilitazione prevista Messina e la protesta che si sta alzando da tutta la Sicilia”.
Il deputato regionale Filippo Panarello, in una nota, esprime convinta adesione alla manifestazione che “deve servire – dichiara – anche a sollecitare le istituzioni locali e la Regione ad avviare una vertenza con il governo nazionale per sviluppare il sistema infrastrutturale siciliano e valorizzare il ruolo strategico del nodo ferroviario e marittimo di Messina”.
All’appello del Movimento Popolare, risponde il Comitato per la Difesa e la Valorizzazione della Valle del Timeto (Patti – Librizzi – San Piero Patti – Montagnareale), che “esprime il proprio pieno sostegno all’iniziativa. Occorre assolutamente garantire il principio della continuità territoriale stabilito dalla Costituzione e al tempo stesso il diritto a una mobilità reale sul territorio favorita da investimenti e progettualità. A tal proposito il Comitato sottolinea anche la necessità del completamento del doppio binario ferroviario sulla dorsale tirrenica, nella tratta Patti- Castelbuono, opera che i cittadini del comprensorio dei Nebrodi attendono da anni. Per questo motivo il Comitato che idealmente rappresenta tanti cittadini residenti nei comuni della Valle del Timeto conferma il proprio sostegno a tutte le iniziative di mobilitazione trasversale organizzate a Messina, a partire da quella in programma il prossimo 14 febbraio, in favore del ripristino e del potenziamento del servizio di collegamento navale/ferroviario sullo Stretto e per il potenziamento di tutte le linee ferroviarie in Sicilia”.
Supporto anche da parte di Cgil, Cisl e Uil di Reggio Calabria. “La richiesta di difesa della continuità territoriale va inoltrata direttamente al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, perché l’Area Integrata dello Stretto è una realtà che ha bisogno di necessari investimenti. Investimenti derivanti, per l’Italia, da un utilizzo importante e consistente dei Fondi Europei. Una innovazione di prospettiva deve essere rappresentata dalla costruzione di una piattaforma logistica dove l’Area dello Stretto – coniugata a Gioia Tauro e tutte le connessioni con le realtà siciliane – diventi un centro di attrazione di investimenti, in particolar modo per le merci che provengono dai Paesi Asiatici”.
Una voce fuori dal coro è quella del Comitato Libera Messina, che non parteciperà alla manifestazione perché ritiene che “solo il Ponte sullo Stretto garantisce la continuità territoriale e lo sviluppo della Sicilia. È davvero strano come le cose vadano nella nostra terra: quanto sta accadendo in questi giorni è il frutto di quanto seminato negli ultimi 14 anni, da quando cioè il sindaco attuale di Messina era solo un noto contestatore che amava arrampicarsi sul pilone di Torre Faro per dire che la continuità territoriale si faceva con i ferry-boat, opponendosi agli 8 miliardi di euro che sarebbero ricaduti sul nostro territorio per costruire strade e tangenziali, nuove linee ferroviarie e metropolitana, mettere in sicurezza il territorio a nord e rendere la Sicilia competitiva con l’intera Europa, nel quadro di uno scenario di economia globale. Tentiamo di restare, l’unica nazione europea che per un braccio di mare di appena 3 km, continua a traghettare i treni per soli passeggeri. L’ultima tratta che, ancora per poco, prevede treni a bordo nave è quella della rotta ferroviaria tra Amburgo e Copenhagen, dove la Scandinavia Lines trasporta durante il giorno trenini di quattro vagoni ferroviari di appena 106 metri, che vengono trasbordati sul traghetto, scaricati dopo 45 minuti, per una distanza di 18 km. A prescindere che i treni merci ormai seguono la rotta che dalla Germania conduce alla Danimarca attraverso il ponte del grande Baelt, sussistendo la continuità territoriale tra la Germania, la Danimarca e la Svezia, con l’altro ponte sull’Oresund, questo servizio sarà soppresso, perché diseconomico ed oramai frequentato da soli nostalgici: nel 2018 sarà ultimato il tunnel che collega la Germania all’isola di Ferman davanti a Copenhagen. Al contrario qui ci si intesta una battaglia politica di retroguardia alla ricerca del facile consenso in chiava elettorale, per una continuità territoriale impercorribile, costosissima che non dà nessun vantaggio alla Sicilia e che non garantisce alcuna ipotesi di sviluppo alla nostra regione. Il progetto definitivo del Ponte esiste, è stato testato dalle più grandi società internazionali del settore, come l’americana Parsons Trasportation, che progettano e costruiscono ponti: è un progetto definitivo che ha avuto tutte le approvazioni internazionali e ministeriali. In tal senso appaiono obiettivamente stravaganti le notizie date dal Presidente della Regione secondo cui in Sicilia si starebbe costruendo l’alta velocità. Se tutto va bene e si trovassero i fondi questo progetto sarà ultimato nel 2022. Pertanto, pur condividendo il dramma della nostra Sicilia, pur essendo consapevoli del duro colpo che questo governo nazionale, Rfi e Trenitalia, stanno imprimendo a una Sicilia cancellata dalla geografia infrastrutturale del nostro paese e destinata alla scomparsa economica, oltre che all’emigrazione di massa nei prossimi 10/15 anni, non possiamo unirci a coloro i quali oggi in modo del tutto strumentale protestano contro la dismissione del traghettamento ferroviario nello Stretto. Troviamo straordinario che a protestare oggi siano gli stessi che prefiguravano soltanto due anni addietro, che la città si trasformasse in un luogo ameno per uccelli. Alla desertificazione umana ed economica c’è un solo rimedio: battersi di nuovo e con forza perché venga ripreso e cantierizzato, senza indugio, l’attraversamento stabile dello Stretto”.
A favore del Ponte sullo Stretto anche la deputata regionale Bernardette Grasso: “A monte vi sono errori di valutazione e malafede. La campagna dei No Ponte, di cui l'attuale sindaco di Messina è stato un noto attivista, non ha tenuto conto che il Ponte era prevalentemente una struttura ferroviaria e che, assicurando l'attraversamento stabile, avrebbe di per sé garantito la continuità territoriale. Col senno di poi si può immaginare che nei fatti quella campagna si sia rivelata favorevole solo al traghettamento privato. Per cui è paradossale che oggi, chi è all'origine della mancata strutturale connessione di opere per realizzare la continuità territoriale e che non ha saputo gestire politicamente le prevedibili conseguenze che sarebbero scaturite col definanziamento del Ponte, si trovi in prima fila a raccogliere gli applausi di coloro che manifestano. Ci sono delle pesanti responsabilità che vanno segnalate, riflessioni nuove che vanno avviate, anche recuperando il ruolo del Porto storico di Messina e invitando il Governo Renzi a ripensare a riprendere il progetto del Ponte invece di pagare inutili penali”.
Alla mobilitazione non parteciperà neppure Vento dello Stretto, con motivazioni diverse: “Sorprendono le dichiarazioni di adesione alla manifestazione pervenute da parte dei più importanti rappresentanti delle Istituzioni locali, regionali e nazionali. Il sindaco Accorinti, il presidente della Regione Crocetta e tanti altri ritengono di potere a buon diritto sfilare alla manifestazione alla stessa stregua ed al fianco della gente comune e dei movimenti, senza tuttavia porsi il problema che essi stessi hanno rivestito e rivestono ancora ruoli di responsabilità, e rappresentano dei veri e propri centri decisionali anche in materia di mobilità nello Stretto. Dal Presidente Crocetta, in particolare, ci si sarebbe aspettati, più che una inutile dichiarazione di vicinanza a tali problematiche, una decisa e forte presa di posizione sul governo romano chiedendo di inserire all’ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio dei Ministri tale argomento, magari sfruttando, una volta tanto in senso positivo, quella tanto sbandierata autonomia (art. 21, comma 3 Statuto Siciliano <<Col rango di ministro partecipa al Consiglio dei ministri, con voto deliberativo nelle materie che interessano la Regione>>). Sono quindi loro che con azioni concrete e mirate e, soprattutto, con un impegno duraturo e incisivo avrebbero potuto scongiurare lo stato di cose cui oggi si è pervenuti e che costituisce la stessa ragion d’essere della manifestazione. Le descritte responsabilità sono inoltre da estendersi alla cosiddetta base dei partiti e dei movimenti che storicamente sostengono i citati rappresentanti delle Istituzioni (su tutti, il Partito Democratico del premier Renzi e il Nuovo Centro Destra del ministro Lupi)”.
Analisi del Comitato Libera Messina che non fa una piega. Per quanto riguarda i soldi che dovevano arrivare, anche il sottoscritto a suo tempo aveva espresso il suo modesto parere che a Messina non sarebbe mai arrivato un centesimo e così è stato!!!! SIIIIIIIII AL PONTE!!!!!!!!!!!!! SIIIIIIII AL PONTE!!!!!!!!! SIIIIIIII AL PONTE!!!!!!!! A CASA GLI INCOMPETENTI!!!!!
Analisi del Comitato Libera Messina che non fa una piega. Per quanto riguarda i soldi che dovevano arrivare, anche il sottoscritto a suo tempo aveva espresso il suo modesto parere che a Messina non sarebbe mai arrivato un centesimo e così è stato!!!! SIIIIIIIII AL PONTE!!!!!!!!!!!!! SIIIIIIII AL PONTE!!!!!!!!! SIIIIIIII AL PONTE!!!!!!!! A CASA GLI INCOMPETENTI!!!!!
MESSINESI RASSEGNATEVI !!! AVETE PERSO IL TRENO !!!
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la pacchia è finita, 60 anni di dormita generale senza produrre nulla, adios
la pacchia è finita, 60 anni di dormita generale senza produrre nulla, adios
Il ponte è una chimera che ci piace accarezzare ma che sappiamo bene dipendere da ben altri livelli decisionali.
In parlento contiamo nulla ed ancora meno contiamo in caso di investenti tanto imponenti.
Non siamo noi a decidere, anche se ci piace crederlo.
Un servizio serio ed efficiente è al momento la soluzione più logica e razionale.
Certo che a leggere di tanti circoli circoletti, di tante associazioni anacronistiche come i giovani comunisti i cristiani e bla bla bla.
Mancano solo i separatisti ed i neo borbonici e magari pure i trotskysti.
Mi sembra tutto così anacronistico ed avulso dalla realtà.
Speriamo bene.
Salvatore
Il ponte è una chimera che ci piace accarezzare ma che sappiamo bene dipendere da ben altri livelli decisionali.
In parlento contiamo nulla ed ancora meno contiamo in caso di investenti tanto imponenti.
Non siamo noi a decidere, anche se ci piace crederlo.
Un servizio serio ed efficiente è al momento la soluzione più logica e razionale.
Certo che a leggere di tanti circoli circoletti, di tante associazioni anacronistiche come i giovani comunisti i cristiani e bla bla bla.
Mancano solo i separatisti ed i neo borbonici e magari pure i trotskysti.
Mi sembra tutto così anacronistico ed avulso dalla realtà.
Speriamo bene.
Salvatore