I due esponenti della giunta Musumeci in visita al Neurolesi insieme all'arcivescovo Accolla ed ai deputati Ars per inaugurare la Moc e l'ambulatorio neuromodulare LA GALLERY
“Dobbiamo capire se il mondo è a Messina o è Messina il mondo”. L’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza commenta così a margine del secondo taglio del nastro in occasione della visita all’Irccs Bonino Pulejo, relativo all’ambulatorio neuromodulazione. Oltre all’assessore Razza sono presenti l’assessore regionale agli Enti locali Bernadette Grasso, l’arcivescovo di Messina monsignor Accolla e i deputati regionali Elvira Amata, Franco De Domenico, Antonio Catalfamo, Pino Galluzzo, Luigi Genovese. A tagliare il nastro dell’ambulatorio neuromodulare è stato l’arcivescovo mentre poco prima era stata l’assessore Grasso a tagliare il nastro della Moc (dedicata alle donne). Nell’ambulatorio neuromodulare vengono seguiti pazienti che necessitano di stimolazione cerebrale profonda (soprattutto per chi è affetto da Parkinson) e consente fino al 70% del recupero rispetto ai sintomi. E’ l’unica struttura dell’isola ed infatti vengono seguiti i siciliani che sono stati operati in altre zone del Paese e che possono così evitare nuovi viaggi per la salute.
Per tutta la mattina la delegazione ha visitato le stanze, gli ambulatori, le palestre, le diverse aree dell’Irccs, soffermandosi anche ad ascoltare le tipologie di assistenza e le notizie relative all’utilizzo di apparecchiature di ultima generazione.
“Nel nostro sistema sanitario ci sono sacche d’inefficienza, ma allo stesso modo ci sono realtà straordinarie come questa che vanno potenziate- ha dichiarato in sala conferenze a conclusione della visita il direttore generale del Neurolesi Angelo Aliquò– Occorre potenziare quello che funziona, è questa la priorità. Nel 2017 il costo per la Regione di quanti si sono recati al di fuori dalla Sicilia per curarsi è stato di 237 milioni di euro. Oltre 70 milioni riguardavano il settore dell’ortopedia. Sempre nel 2017 abbiamo inaugurato come Irccs 3 centri: uno a Salemi, uno a Palermo ed uno a Villa delle Ginestre. Solo a Salemi abbiamo prodotto per prestazioni sanitarie 2 milioni di euro, là dove prima non c’era un posto letto e soprattutto i pazienti erano costretti a recarsi altrove, con costi per la Regione e disagi per le famiglie. La scommessa è stata vinta perché la Regione ha potenziato quello che già c’era. Così si deve fare in ogni settore. Potenziare ad esempio là dove l’ortopedia funziona, potenziandola”.
L’Irccs offre una serie di prestazioni ambulatoriali che non sono tariffate e non sono quindi pagate (lo scorso anno oltre 25 mila) ed il paradosso è che spesso non solo la Regione paga altre Regioni per quelle prestazioni effettuate a Messina, ma addirittura neanche sa che sono erogate al Neurolesi. Da qui l’invito all’assessore Razza ad una revisione di un tariffario oggi inadeguato e scollegato con la realtà dell’isola.
Il direttore sanitario Bernardo Alagna ha sintetizzato quanto avvenuto con la nascita dell’Irccs Piemonte “un esempio da manuale ed un metodo da esportare” ed ha evidenziato come là dove si fa ricerca anche l’assistenza è migliore.
Ultimo della “triade” di gestione il direttore scientifico Dino Bramanti. “Guardiamo avanti alle prossime sfide, come il nostro sogno di prenderci cura delle fragilità dei bambini, con il Bio parco di Mortelle e il delfinario, le residenze protette per le famiglie dei bambini nell’ex colonia dell’istituto Marino grazie ai 91 milioni di euro che il Ministero ha recentemente stanziato. Poi c’è l’arrivo della 7 Tesla, saremo gli unici in Italia. Noi vogliamo lavorare con tutti e mi rivolgo anche a voi, Franco De Domenico, perché è un appello corale. Ognuno di noi ha un ruolo nella sanità, Papardo, Piemonte, Irccs, Policlinico Universitario, chi ha più opportunità le deve mettere a disposizione di tutti. Chi fa ricerca come noi deve volare, perché ogni 2 anni il Ministero effettua verifiche e se siamo stati fermi rescindono i contratti. La competizione fa crescere, serve a migliorare la sanità. Per essere competitivi occorre essere bravi e temerari. Con la nostra ricerca stiamo rosicchiando spazi agli altri Irccs del Nord. A Bolzano sarà presente l’Irccs di Messina con grandi prospettive anche per medici, infermieri e personale che deciderà di spostarsi lì. Il mio appello è a non dividerci e a superare invidie e gelosie ma ad unirci per avere una sanità normale regolare”.
L’assessore regionale agli Enti Locali Bernadette Grasso, che da deputata e da vicepresidente della Commissione Ars ha seguito e sposato il percorso che ha portato alla nascita dell’Irccs Piemonte ha auspicato che i futuri traguardi comportino un’inversione di rotta rispetto alla mobilità passiva nella sanità, quei viaggi che portano migliaia di siciliani nelle strutture del nord.
Proprio su quest’ultimo aspetto si è soffermato l’assessore alla sanità Ruggero Razza: “Le più grandi risorse legate alla sanità in Sicilia troppo spesso non si conoscono. C’è una percezione di inadeguatezza che non corrisponde affatto alla realtà. Spesso la pessima immagine che i siciliani hanno dei presidi è dovuta alle condizioni strutturali degli edifici. Non a caso stiamo varando due provvedimenti: uno relativo al Piano di comunicazione della sanità, che prevede anche la salute digitale. Poi un piano di investimenti per le infrastrutture. Il problema dei viaggi della speranza grava sui bilanci non solo come costi che vengono pagati ad altre Regioni. Quei viaggi rappresentano anche 60 mila persone che con le loro famiglie sono costretti a curarsi lontano da casa. Pensiamo a quanti lo fanno per la chemiaterapia e chi sa cosa significa può immaginare la sofferenza. Infine questi viaggi comportano come conseguenza secondaria anche la riduzione dei posti letto qui in Sicilia. Più si va altrove più si taglia in Sicilia ed a farne le spese sono i presidi dei piccoli comuni e delle aree svantaggiate. Il monte dei posti letto è sceso di 400 unità”.
A proposito della Rete ospedaliera l’assessore ha chiarito che non intende basarsi esclusivamente sulle “tabelline” del decreto Balduzzi, ma puntando alla sanità che funziona e ad una rete efficiente. Il ddl sull’accorpamento Irccs-Papardo al momento è “congelato” proprio perché necessita di un approfondimento all’interno di una rimodulazione complessiva sia delle Rete ospedaliera che della Legge 5.
“La sfida dell’Irccs- ha concluso Razza– è importante non solo per la qualità della ricerca e dell’assistenza ma come modello da seguire anche in altri settori, come l’oncologia, l’ortopedia. E’ un metodo. Solo dalle sinergie nasce l’eccellenza. Concludo lanciando una futura sfida ai vertici dell’Irccs: la nostra attività non deve guardare solo al Nord, ma ci deve essere un’apertura nel bacino del Mediterraneo. Abbiamo una centralità geopolitica che guarda ad una popolazione del sud del mondo attraversata dalla sofferenza. Per questo accanto alla succursale di Bolzano mi piace immaginare che un giorno ne nascano altre in Africa….”.
Rosaria Brancato