Il sindacato interviene per accendere i riflettori su una questione che va avanti da troppo tempo. Il segretario provinciale Ivan Alonge aveva chiesto maggiore sicurezza e l’istituzione di un presidio di vigilanza
Solo qualche settimana fa avevamo scritto riguardo all’aggressione ai danni di un’infermiera all’interno del pronto soccorso dell’ospedale milazzese; era intervenuto il segretario provinciale della Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, Ivan Alonge, per attenzionare le condizioni di lavoro all’interno dei pronto soccorso. Alonge aveva chiesto maggiore sicurezza e l’istituzione di un presidio di vigilanza, anche a seguito di un furto alla cassa di accettazione del Presidio e di piccoli atti di vandalismo alle auto dei dipendenti parcheggiati all’interno degli spazi del nosocomio.
Alonge ora interviene per segnalare i gravi problemi che in questo momento stanno vivendo gli infermieri e gli utenti che afferiscono nei Presidi Ospedalieri dell’ASP di Messina, e in particolar modo quelli di Milazzo. Parole forti quelle del segretario: “Il problema più increscioso è quello igienico-sanitario: il personale sanitario lamenta la scarsa igiene dei locali e dei reparti, dovuta probabilmente alla carenza di personale di supporto, problema già rappresentato, seppur verbalmente al direttore Generale”. Secondo Alonge questa problematica non fa altro che ripercuotersi sul paziente e sulla prevenzione delle infezioni, senza dimenticare l’immagine aziendale.
Problemi igienico-sanitari si riscontrano poi in alcuni reparti, dove ancora non sono presenti i “lavapadelle” sistemi utili a contenere le infezioni crociate e igienizzare i dispositivi utilizzati per l’eliminazione delle feci/urine dei pazienti allettati: “L’assenza- afferma Alonge- di tali sistemi obbligano il personale infermieristico ad occuparsene personalmente e nel migliore dei modi, creando, anche in assenza/carenza di personale di supporto, una stato di demansionamento cronico.
Il Sindacato inoltre, tramite il rappresentante di presidio Antonello Celi, vuole porre l’attenzione sul sovraccarico di lavoro che si è creato per l’aumento dell’utenza e la diminuzione del personale per mancato turn-over. “C’è una demotivazione- afferma Celi- di fondo, anche per via del mancato rapporto di comunicazione con l’amministrazione. Ci sono lamentele da tempo, ma tutto questo non ci distoglie dal nostro obiettivo: il bene dei pazienti”.