Per i camici bianchi si ipotizza l'omicidio colposo, dopo la morte di Salvatore Cavallaro, tornato in gravi condizioni il 24 luglio e morto il 1 agosto. Il 16 luglio precedente, presentatosi al Pronto Soccorso, non ne era stato disposto il ricovero.
Ci sono 10 medici indagati per omicidio colposo all'ospedale San Vincenzo Sirina di Taormina, dopo la morte di Salvatore Cavallaro, il ventunenne di Fiumefeddo deceduto in corsia lo scorso 1 agosto.
Il corpo del ragazzo è stato restituito alla famiglia per l’ultimo saluto, dopo l’autopsia eseguita sabato scorso dai dottori Antonio Messina e Lorenzo Mondello, infettivologo.
I due si sono riservati tre mesi di tempo per presentare le loro conclusioni al PM Antonella Fradà, titolare del caso.
Gli accertamenti sono stati avviati dopo la denuncia della famiglia, assistita dall'avvocato Vincenzo Iofridda, che ha chiesto alla magistratura di accertare eventuali responsabilità, segnalando i passaggi della trafila sanitaria, secondo loro poco chiara.
Nell'esposto – denuncia, presentato ai Carabinieri di Taormina, la madre del ragazzo segnala che il giovane era stato in ospedale il 16 luglio scorso: aveva la febbre alta, i medici del Pronto Soccorso lo avevano sottoposto ad ecografia e Tac, rilevando un calco renale. Avevano quindi disposto la dimissione.
Da analisi eseguite in un laboratorio privato, però, sarebbe poi emerso che il ventunenne aveva un’infezione da mononucleosi. Il ragazzo è così tornato in ospedale, il 24 luglio. Dalla sua fidanzata, che era con lui, la madre ha in seguito appreso che al paziente erano stati eseguiti prelievi con ago aspirato alla gola e alla milza e che lo avrebbero fatto anche al fegato.
Il ragazzo ha avuto due stati di choc, il secondo gli è stato fatale.
Ora la madre vuole capire perché il figlio è morto nel giro di pochi giorni giorni, malgrado la giovane età e la diagnosi di malattie perfettamente curabili.