La vicenda Humanitas rischia di diventare l'ennesima buccia di banana per la giunta regionale. In attesa delle decisioni dell'Udc che ha minacciato di uscire dal governo si registrano numerose reazioni. "E' incredibile che il ministro D'Alia ricatti il Presidente della Regione sulla base di una ripicca personale e non nell'interesse della Sicilia", affonda il Pdl Nino Germanà
La vicenda Humanitas continua a tenere banco all’Ars ed è solo alle prime battute (vedi articolo allegato). Se l’Udc mercoledì riunirà i suoi per decidere un’eventuale (per quanto assai improbabile) uscita dalla giunta Crocetta, così come annunciato dal ministro Gianpiero D’Alia, il caso sta diventando comunque l’ennesima buccia di banana per un governo sempre più instabile e legato agli umori degli alleati.
Pomo della discordia l’ormai nota delibera del 2 luglio, firmata dall’assessore alla sanità Lucia Borsellino ed approvata in giunta all’unanimità (compresi quindi i tre assessori Udc Patrizia Valenti, Ester Bonafede e Dario Cartabellotta), che prevede l’aumento di 50 posti letto per il polo Humanitas e il conseguente incremento dell’accreditamento di altri 10 milioni di euro l’anno rispetto agli attuali 20. Il provvedimento contiene anche l’accordo da siglare con la struttura catanese, che sarà rappresentata dall’amministratore delegato Giuseppe Sciacca, zio del deputato dell’Art.4 Luca Sammartino.
Per 4 mesi gli assessori centristi sono colti da amnesia e il provvedimento approda in Commissione sanità nei giorni scorsi, quando viene bloccato dai deputati che decidono di esaminarlo solo insieme al piano regionale delle strutture ospedaliere non ancora varato dal governo. Sembra che, tra l’altro, nel frattempo, l’accordo tra Regione e Humanitas sia stato firmato a settembre.
E’comunque solo a fine ottobre che il ministro D’Alia scopre il “fattaccio”, va su tutte le furie e minaccia: se la delibera incriminata non viene sospesa, di uscire dalla giunta. A prescindere dal fatto che ben 3 assessori centristi per 4 mesi non si sono accorti della delibera c’è da chiedersi come mai sia il ministro della Pubblica Amministrazione D’Alia e non il segretario regionale dell’Udc Pistorio (tra l’altro capo della segreteria tecnica dell’assessore Valenti) a porre l’ultimatum a Crocetta.
Sullo sfondo infatti appare chiaro lo scontro tra il leader Udc D’Alia e il papà di Art.4, quel Lino Leanza ex Mpa ed ex Udc che dopo essere stato eletto nelle fila dei centristi ha cambiato casacca diventando nuovo alleato di ferro per il governatore, che ricambierà nei prossimi mesi con un assessorato.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la storia dell’accordo, siglato, nel 2012 tra il governo Lombardo ( e Leanza in quel periodo era braccio destro del governatore) e l’Humanitas, in base ad un progetto per la realizzazione di un polo oncologico d’eccellenza a Misterbianco. Una struttura imponente, per la quale, dopo la stipula dell’intesa il Centro avvia l’iter per l’acquisizione dei terreni e per i pareri necessari.
L’Humanitas prevede un investimento di un centinaio di milioni di euro mentre la Regione provvederà all’aumento dei posti letto ed all’incremento dell’accreditamento. L’iter prosegue senza intoppi fino al 2 luglio, con l’approvazione in giunta e fino all’arrivo in Commissione sanità. Lì il provvedimento viene stoppato e scoppia la bufera tra gli alleati della primissima ora D’Alia e Crocetta. La Borsellino ha poi dichiarato che il provvedimento non è esecutivo, mentre Crocetta ha sottolineato che è stata sospesa. Ma la frittata è fatta.
“La polemica in corso appare quantomeno stucchevole- dichiara il deputato regionale del Pdl Nino Germanà-. E’ incredibile che un Ministro giunga a ricattare il Presidente della Regione dettando una propria agenda che sembra più frutto di una ripicca personale che non di un ragionamento fatto per il bene della Sicilia. Siamo di fronte ad un privato che vuole investire in Sicilia quasi 100 milioni di euro creando posti di lavoro e dando vita ad un centro d’eccellenza che permetterà ai malati oncologici di curarsi nell’isola invece di dover andare al nord. Tutto questo riducendo il costo della mobilità passiva della Regione siciliana (171 milioni di euro l’ultimo dato accertato). La vicenda Humanitas deve essere affrontata da un punto di vista tecnico sanitario sottraendola agli umori politici. Un imprenditore che vuole investire in Sicilia non può divenire strumento inconsapevole per una polemica all’interno della stessa maggioranza che sostiene il Presidente della Regione".
Coglie la palla al balzo per ricordare il polo oncologico di Messina il presidente regionale di CittadinanzAttiva, Giuseppe Pracanica, che si dice certo dell’integrità morale della Borsellino: “Ai cittadini interessa solo avere prestazioni di altissimo livello. L’intervento del ministro D’Alia ci trova consenzienti nella speranza che, con il suo aiuto e della sua collega di governo Lorenzin, possiamo portare a compimento una battaglia che abbiamo intrapreso da molti: la realizzazione del Centro di Eccellenza di oncologia a Messina. Il presidente Crocetta avrà modo e tempo per pagare eventuali debiti elettorali.”
Mentre il PdS chiede che Crocetta intervenga in Aula il presidente della Commissione sanità, Pippo Di Giacomo ricorda che ci sono rischi ancora più gravi per la sanità pubblica: “La vicenda ‘Humanitas’ rischia di far passare in sordina il progetto del governo, che sta predisponendo il taglio di circa 1.500 posti letto per acuti nella sanità pubblica e privata in Sicilia: questo prevede, infatti, piano di riorganizzazione predisposto dall’assessorato”.
E a proposito di “pubblico” il vicecapogruppo PdS-Mpa Vincenzo Figuccia aggiunge: “La vicenda rischia di nascondere come per tanti siciliani il ricorso alle strutture sanitarie private sia stata quasi una necessità davanti ad un sistema pubblico che in passato ha lasciato molto a desiderare. Non penso che si possa mettere al centro dello scontro politico il fatto che nell'Isola operino imprenditori privati, facendo di tutta l'erba un fascio. Si parli di più del diritto alla salute e di come viene garantito in Sicilia, ove la mobilità passiva costa centinaia di milioni di euro".
Rosaria Brancato
Che schifo e poi tutti i messinesi muccuni vanno e portano soldi in quella città, dove è tutto corrotto tra accordi sotto banco dove si è messi d accordo con la mafia anche per centri commerciali ed altro ancora….