Sanità, no della Cgil al ddl Calderone: un suicidio a favore di privati e dell'Asp

Sanità, no della Cgil al ddl Calderone: un suicidio a favore di privati e dell’Asp

Rosaria Brancato

Sanità, no della Cgil al ddl Calderone: un suicidio a favore di privati e dell’Asp

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lunedì 07 Dicembre 2020 - 07:14

"Si depotenzia il Papardo mentre il Giomi realizza un nuovo polo nella stessa area. E le risorse degli ospedali accorpati andrebbero a sanare le casse dell'Asp"

Il ddl sulla sanità a Messina presentato dal deputato regionale di Forza Italia Tommaso Calderone continua a far discutere. Il no dei sindacati ad un accorpamento di Papardo e Piemonte all’Asp e dell’Irccs al Policlinico è unanime.

Il no della Cgil

A dirsi contraria è anche la Cgil con una nota di Giovanni Mastroeni, Segretario Generale della Cgil Messina, Francesco Fucile, Segretario Generale della FPCGIL Messina, assieme ad Antonio Trino, Segretario Provinciale FP con delega alla Sanità, e Guglielmo Catalioto Responsabile Provinciale dei Medici FPCGIL.

Messina depotenziata

“Ci si sarebbe aspettati- scrivono- una denuncia sul fatto che l’area metropolitana di Messina ha subito una sostanziosa decurtazione delle risorse finanziarie destinate alla sanità (circa 20 milioni di euro), anziché proporre un’ulteriore anacronistica contrazione. Come mai l’On. Calderone non entra nel merito dell’offerta sanitaria dei privati convenzionati, unici a non aver subito decurtazioni, malgrado facciano tutti più o meno ortopedia o comunque offrono un servizio in contrapposizione al pubblico e non ad implementazione (Cardiologia, Medicina interna, Reumatologia ecc)”.

I dubbi sui 91 mln per l’Irccs

Secondo la Cgil la proposta non è suffragata da una seria indagine epidemiologica che dimostri le reali esigenze sanitarie e soprattutto ci sono alcune coincidenze che fanno sorgere molti dubbi, come ad esempio l’ormai famosa “dote” dei 91 milioni dell’Irccs che rende appetibile il presidio sanitario. Ma non è il solo dubbio della Cgil.

Chi si riduce e chi si accresce

La soppressione di fatto dell’Azienda Papardo faciliterebbe la crescita del Gruppo GIOMI, che proprio accanto a questo nosocomio sta costruendo un’ importantissima struttura sanitaria con 250 posti letto (forse sfugge questo particolare al deputato). Sicuramente le risorse dell’Azienda Papardo e del Piemonte andrebbero a sanare le deficienze dell’ASP, magari rimpinguando, guarda caso, il presidio ospedaliero di Barcellona”.  

“Un suicidio”

Secondo i sindacalisti quindi trasformare l’Asp in un unico contenitore di tutta l’offerta sanitaria messinese è un suicidio, soprattutto in un momento in cui è al centro di polemiche proprio per ritardi, disservizi, lentezze, criticità organizzative.

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