Dopo il sit-in davanti alla Prefettura, Cisl Fp chiede alla prefetta Librizzi di rispettare i diritti dei lavoratori della sanità privata.
Mai come nel periodo di emergenza che stiamo vivendo la professionalità dei lavoratori della sanità è stata salvifica. Eppure il settore della Sanità privata ha un contratto scaduto ormai da 14 anni. Oltre il mancato adeguamento economico, sacrosanto per questi lavoratori fortemente a rischio, mancano le garanzie e le tutele giuridiche.
Il sit-in
Per queste ragioni, il 24 agosto, è stato organizzato, in tutta Italia, un sit-in davanti alla Prefettura per sensibilizzare le parti politiche e l’opinione pubblica sulla gravità delle condizioni contrattuali di questo importantissimo settore della Sanità Privata.
Dopo la manifestazione, i rappresentanti sindacali Michele Vernuccio coordinatore Provinciale Seus Cisl Fp, Giuseppe Nava referente Sanità Privata Cisl Fp e Giovanna Bicchieri Responsabile Organizzativo Cisl Fp si sono appellati alla prefetta di Messina Maria Carmela Librizzi.
L’appello al Prefetto
“La scelta di coinvolgere il Governo, sia a livello territoriale che centrale, le istituzioni ed i cittadini è data dalla necessità di non limitarsi soltanto alle azioni di protesta nei confronti dei Datori di lavoro, bensì di fare in modo che i Presidenti delle Regioni del nostro Paese, avviino le necessarie procedure per porre fine, ed ove possibile disapplicare, l’accreditamento ed il convenzionamento delle predette Strutture Sanitarie, che di fatto potrebbero non considerarsi a norma, stante che il personale di tutte le categorie e profili professionali, ivi operante, lavora in condizioni di grave disagio salariale e normativo, a causa di un CCNL stipulato ben 14 anni addietro” precisano.
Impossibile risultare concorrenziali
“La grave sperequazione economica che si è determinata in questi lunghi anni tra i professionisti della Sanità Pubblica e quelli della Sanità Privata, di fatto mortifica e svilisce fortemente i lavoratori assunti in quest’ultima realtà, ma ancor più definisce con margini netti ed inequivocabili, la presumibile impossibilità di risultare concorrenziali rispetto alla Sanità Pubblica, che sia pure con le grandi difficoltà rappresentate dal Piano Rientro di molte Regioni, ha mantenuto livelli occupazionali adeguati e dotazioni organiche conformi ai piani del fabbisogno triennale del personale nell’ambito delle aziende sanitarie provinciali.
Infatti, la Sanità Privata, specialmente Aiop ed Aris, evidentemente, non soltanto non ha alcuna intenzione di rinnovare i contratti di lavoro ai propri dipendenti, ma addirittura, mai ha adeguato le dotazioni organiche, prevedendo importanti figure professionali, quali quelle degli OSS, al fine di evitare il costante demansionamento degli esercenti le professioni sanitarie, costretti a svolgere, a tutt’oggi, mansioni di tipo tecnico alberghiere, ne ha proporzionato e rideterminato il numero degli operatori per posto letto occupato, producendo carichi di lavoro insostenibili, che potrebbero mettere seriamente a rischio la stessa utenza ed i lavoratori. Nonostante anche i lavoratori della Sanità Privata, così come innumerevoli altri loro colleghi Ospedalieri, non si sono mai tirati indietro rispetto alla grave crisi sanitaria cagionata dal Covid-19, anzi sono stati impegnati in prima linea”concludono gli esponenti del sindacato.