"Sanità siciliana sempre meno pubblica con la nuova rete ospedaliera"

“Sanità siciliana sempre meno pubblica con la nuova rete ospedaliera”

Redazione

“Sanità siciliana sempre meno pubblica con la nuova rete ospedaliera”

martedì 30 Luglio 2024 - 09:26

Le critiche alla Giunta Schifani da parte del gruppo salute area Pd di Messina

“La nuova rete ospedaliera in Sicilia? Non si favoriscano i privati e si valorizzi il sistema sanitario nazionale. Paradigmatico è quanto avvenuto con il reparto di Ortopedia dell’ospedale Papardo, la cui carenza di organico ne mina la sopravvivenza, a fronte della presenza di circa 400 posti letto di Ortopedia nel privato convenzionato. Questo a causa del costante rinvio dei concorsi previsti in organico, inclusi quelli dei primari”. Sulla sanità siciliana interviene il gruppo “salute” dell’area Pd di Messina.

In una nota i dem scrivono: “Il progetto della Giunta regionale della nuova rete ospedaliera suscita preoccupazione per la semplificazione e il tipo di soluzioni prospettate per i problemi indicati come prioritari, quali la gestione delle aree dell’emergenza e quella delle patologie croniche. Si legge che la soluzione sarebbe quella di “attivare aree di pronto soccorso polispecialistico o mono specialistico all’interno delle strutture e di rimodulare la gestione delle cronicità attraverso il concreto potenziamento delle cure domiciliari, delle Residenze sanitarie assistite. I privati, appunto”.

“La novità significativa è quella delle Case di comunità”

Rileva il Pd: “Qualunque delega ai privati deve obbligatoriamente comportare gli stessi oneri che in atto sono riversati sulle strutture pubbliche. La prospettata attivazione di un pronto soccorso all’interno delle strutture private deve prevedere l’esistenza di un servizio attivo per 24 ore di terapia intensiva E questa soluzione non tiene conto delle soluzioni già previste da vigenti normative. Il Programma
nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), finanziato dall’Unione Europea, ha, nella sua Missione 6 dedicata alla Salute, come obiettivo principale la riorganizzazione del Sistema sanuitario nazionale e dell’assistenza primaria. E a giugno del 2022 è stato pubblicato in Gazzetta il nuovo regolamento sugli standard dell’assistenza territoriale, in cui è stata presentata la nuova struttura di un Distretto sanitario. La novità è soprattutto la creazione delle Case di Comunità, luogo dove i cittadini potranno trovare assistenza durante tutto il giorno e tutta la settimana. Sta in queste sedi la soluzione ai problemi le cui soluzioni si vogliono affidare ai privati, non solo per l’area della emergenza ma anche per la gestione della cronicità mediante il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di comunità)”.

“Aiutare i malati cronici e no ai tagli indiscriminati di reparti”

E ancora: “In quest’ambito potrà essere applicato quanto indicato dal Piano regionale della prevenzione 2020-2025 che prevede di identificare precocemente e prendere in carico i soggetti in condizioni di rischio aumentato per malattie croniche non trasmissibili e/o affetti da patologia cronica in raccordo con le azioni del Piano nazionale cronicità. Tali condizioni di cronicità sono più frequenti al crescere dell’età e tra le persone con status socioeconomico più svantaggiato, per difficoltà economiche (26%) o bassa istruzione (38% tra chi ha nessun titolo o la licenza elementare). In questo contesto più ampio devono essere previsti gli interventi, non solo sanitari, per rimediare alle ingiustizie economiche e sociali che si riflettono sulla salute”.

“Se è ovvio e auspicabile – proseguono – che si eliminino doppioni in ospedali contigui o nello stesso ospedale, è inammissibile che si pensi di eliminare come superflui reparti che non sono utilizzati per carenza di personale, magari pensando di fare ricorso ai privati “per supportare il servizio pubblico”, come di recente è stato tentato di fare all’ospedale di S. Agata Militello. La carenza di personale è stata indotta dai tagli degli ultimi anni per cui non è ammissibile che il tetto di spesa sia influenzato, come in un circolo vizioso, dalla “spesa storica” precedente”.

E infine: “L’insediamento dei nuovi direttori generali dovrebbe rendere reversibile tale situazione se saranno prese misure immediate, magari valutando la possibilità del ricorso, nelle more, ad incarichi liberi professionali che attirerebbero giovani dirigenti medici ricostruendo reparti di cui il territorio ha bisogno. Gli interventi per il miglioramento della salute devono essere dettati dal soddisfacimento di tutte le esigenze prioritarie delle persone e a queste devono essere mirati per la salvaguardia del Sistema
sanitario nazionale”.

Chinnici (Pd): “Scandaloso definanziare l’ammodernamento dell’ospedale Civico e finanziare i privati”


Sul tema sanitario interviene pure Valentina Chinnici, deputata del Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana. E denuncia: “È scandalosa la decisione del governo Meloni, avallata dal governo Schifani, di definanziare il progetto di ammodernamento dell’Ospedale Civico di Palermo, mentre proprio oggi l’esecutivo regionale firma un accordo di 518 milioni di euro con la sanità privata”. Lo dice commentando la denuncia dello Spi Cgil Sicilia secondo cui il governo nazionale ha tagliato i 140 milioni dal fondo complementare alla Sicilia con i quali doveva essere finanziata la ristrutturazione del nosocomio palermitano.
“Una scelta inaccettabile – aggiunge – visto che il Civico di Palermo è una delle principali strutture sanitarie del Mezzogiorno con un grande bisogno di essere riqualificata. Ancora una volta – conclude Chinnici – la Sicilia subisce uno scippo di risorse con la complicità di un governo che evidentemente non fa gli interessi dei siciliani e anzi li danneggia gravemente proprio nell’ambito essenziale della salute e della sanità pubblica”.

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Un commento

  1. Il governo siciliano non è al servizio dei siciliani che continuamente vengono bastonati, sopratutto in sanità, vedi autonomia differenziata.con la complicità dei governi di Calabria e Sicilia.
    REFERENDUM. REFERENDUM

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    0

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