Uil-Fpl: "Rete ospedaliera regionale penalizza la provincia di Messina"

Uil-Fpl: “Rete ospedaliera regionale penalizza la provincia di Messina”

Uil-Fpl: “Rete ospedaliera regionale penalizza la provincia di Messina”

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giovedì 28 Giugno 2018 - 04:52

In particolare il Papardo. I vertici del sindacato si dicono "delusi" e scrivono all'assessore regionale alla Salute e al sindaco della città dello Stretto. Ecco cosa chiedono

“La recente bozza di rete ospedaliera presentata alle organizzazioni sindacali, priva della rete territoriale e della ospedalità privata, ci lascia non solo fortemente perplessi per i contenuti che danneggiano pesantemente i cittadini della provincia di Messina, ma anche profondamente delusi e arrabbiati in quanto sono state privilegiate ancora una volta alcune province siciliane, a scapito di altre, specie quella di Messina”. Lo sostengono il coordinatore provinciale medici UilFpl Mario Salvatore Macrì, il segretario generale UilFpl Giuseppe Calapai e il segretario generale Ivan Tripodi, in una lettera inviata all’assessore regionale alla Salute Razza, e per conoscenza al sindaco di Messina, Cateno De Luca e al presidente della sesta Commissione Sanità della Regione siciliana.

“Non si comprende – scrivono i sindacalisti – l’individuazione dei Dea di 2° livello, frutto di aggregazioni di popolazioni. Infatti nella provincia di Catania, attraverso l’aggregazione di popolazioni di Siracusa e Ragusa sono stati individuati ben 3 Dea di 2° livello, mentre la provincia di Messina, considerata Area metropolitana dello Stretto, con un bacino di utenza che include la popolazione calabrese, aumentando a dismisura gli abitanti residenti, ha avuto riconosciuto solo un Dea di 2° livello individuato nell’Aou Policlinico”. Macrì, Calapai e Tripodi sottolineano che “l’Azienda ospedaliera Papardo, che all’origine, attraverso la legge regionale 5 del 2009 era stata riconosciuta azienda di emergenza di 3° livello, con tutta una serie di alte specialità, oggi è stata inspiegabilmente declassata a Dea di 1° livello, con la perdita secca di ben 8 strutture complesse, la sparizione del previsto “Trauma center” che sicuramente diminuiranno l’offerta sanitaria della provincia di Messina. L’Irccs Neurolesi, riconosciuto Dea di 1°, incomprensibilmente vede le specialità essenziali declassate a unità operative semplici dipartimentali ad eccezione del pronto soccorso con sicure ricadute sulla qualità dell’assistenza, perdita di attrattività e consequenziale diminuzione di risorse umane e di budget”. Si fa quindi presente che “l’Asp di Messina vede finalmente riconosciuto il “Po” di Barcellona quale ospedale di base salvaguardando pertanto il bacino di utenza dell’hinterland barcellonese, mentre altri presidi ospedalieri quali ad esempio quelli di S. Agata Militello e Patti sembrerebbero essere fortemente penalizzati a causa del declassamento di alcune unità operative complesse. Inoltre, viene pesantemente smantellata la rete nefrologico-dialitica pubblica che pur contando sul più alto numero di pazienti dializzati pubblici in Sicilia, oltre 230, perde completamente l’Uoc di coordinamento di Nefrologia e dialisi. È troppo facile richiamare il Balduzzi per la soppressione delle strutture complesse nell’ambito della provincia di Messina quando negli altri bacini e nelle Aziende universitarie siciliane tale decreto è stato applicato in maniera parziale e unilaterale”.

Macrì, Calapai e Tripodi si chiedono “perché il Balduzzi non è stato applicato in maniera corretta in tutta la regione siciliana? Vale la pena ricordare – proseguono – che il decreto Balduzzi, nella individuazione del numero di strutture complesse per bacino di utenza da mantenere, si avvale di elementi essenziali rappresentati dai volumi di attività e dalla valutazione degli esiti”. Ed ancora: “Nella provincia di Messina per la determinazione delle Uoc sono stati tenuti in considerazione tali indicatori? È stata fatta la comparazione tra le varie aziende ospedaliere pubbliche e private del bacino di Messina? Sarebbe veramente interessante che l’assessorato regionale in maniera trasparente renda noto a tutte le forze sociali le motivazioni tecniche delle scelte operate”. Al neoeletto sindaco di Messina, cui la lettera è stata inviata per conoscenza, si chiede di “avviare con urgenza la Conferenza dei sindaci della provincia di Messina, coinvolgendo le parti sociali, al fine di avviare insieme un percorso che possa salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini messinesi, rammentando che per quanto riguarda l’Ao Papardo, la Uil e la UilFpl di Messina hanno intrapreso nei mesi scorsi tutta una serie di iniziative, compresa la petizione popolare per salvaguardare dal declassamento e dalla paventata fusione con l’Irccs Neurolesi tale importante struttura sanitaria. Insomma, una rete ospedaliera con troppe ombre che provocherà pesantissime ripercussioni alla popolazione della Città metropolitana di Messina”.

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