Venerdì nel corso della visita del ministro dell'interno Alfano, il primo cittadino di S.Agata Militello Sottile ha esposto l'esigenza di portare anche a Roma la questione dei lavori del "Porto dei Nebrodi" fermo tra un iter tortuoso ed un'aggiudicazione su cui indaga anche la magistratura, ma che frena lo sviluppo della cittadina e causa ripercussioni come causati dai marosi sul lungomare. A breve distanza giunge anche una replica di natura politica del senatore NCD ed ex sindaco Mancuso.
L'agguato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci ed alla sua scorta, hanno posto Sant'Agata di Militello al centro di una serie di incontri tra rappresentanze istituzionali e amministratori locali di cui a memoria non si era avuto traccia nel passato.
La visita di venerdì scorso del ministro degli interni Angelino Alfano e la presenza nella cittadina nebroidea di diversi deputati e senatori componenti la Commissione Bicamerale Antimafia presieduta da Rosy Bindi per un'audizione ha rappresentato l'occasione di discutere sull'azione di contrasto alla "mafia dei pascoli".
La criminalità organizzata, però, è sempre attiva e bramosa di mettere le mani su risorse che possono arrivare anche con la realizzazione di "grandi opere", ed una certa preoccupazione nella cittadinanza santagatese si percepisce allorché si apre il tema dell'opera eterna incompiuta: il Porto.
Non a caso il sindaco Carmelo Sottile ha provato a più riprese ad inserire anche quest'opera tra quelle che merita attenzione da parte dei massimi vertici istituzionali nazionali durante l'incontro svolto venerdì per il Comitato provinciale dell'ordine e la sicurezza, richiedendo anche un supplementare incontro al ministro Alfano presso il Viminale.
L'obiettivo primario è quello di salvaguardare il sostanzioso finanziamento per il completamento dell'opera e superare tutte le criticità emerse nella gestione di un affidamento dell'opera che aveva visto prevalere la Sigenco e caratterizzato da mille intoppi e contenziosi, per poi al dunque registrare anche un passaggio del ramo di azienda dalla ditta aggiudicatrice ad una impresa, la Cogip, facente parte di una holding più forte come la Tecnis, oggi messa in amministrazione giudiziaria controllata con a capo il prof. Saverio Ruperto dal Tribunale di Catania proprio per le infiltrazioni mafiose.
Inoltre, sulla stessa aggiudicazione dei lavori del Porto si è inoltre al cospetto di un'indagine del Tribunale di Patti poiché secondo la supposizione della magistratura si sarebbe assistito ad un caso in cui le imprese avrebbero costituito un "cartello" per favorire l'aggiudicazione dell'opera ad una componente della propria galassia.
"Recentemente la Regione ha avocato a sé la direzione e dell'affidamento dell'opera – sottolinea il sindaco Carmelo Sottile a margine dell'incontro della Commissione Antimafia – e speriamo che questa scelta, a fronte di 11 gruppi di studi tecnici professionisti specializzati provenienti da tutta Europa che avevano presentato la candidatura per la direzione dei lavori, non rappresenti una scelta errata da parte dell'Assessorato Infrastrutture. Attendiamo di conoscere a chi sarà affidata quest'opera che rappresenta una priorità per lo sviluppo della nostra comunità".
"Peraltro, il mancato avvio dei lavori di completamento – prosegue Sottile – hanno prodotto una serie di problematiche sul nostro territorio, è ben visibile lo stato in cui versa il lungomare con i devastanti crolli che si sono registrati a cavallo degli ultimi due anni all'altezza della Villa Bianco, ed ora siamo alla ricerca di possibilità di finanziamento per il ripascimento delle spiagge ed alla messa in sicurezza di questa varia devastata dalla forza del mare".
Un'esigenza di supporto e attenzione nel rispetto delle norme di legalità per questa opera di primaria importanza per il comprensorio nebroideo che il sindaco santagatese Sottile l'ha voluto denunciare anche dal palco della manifestazione di marcia di solidarietà ad Antoci ed al vicequestore Manganaro svoltasi sabato mattina in collaborazione con la FAI: "Nel mio comune, a tale proposito, non posso tacere quanto sta accadendo in relazione alla tormentata vicenda della ultimazione del Porto; opera di valenza comprensoriale finanziata diversi anni fa con 50 milioni di euro, ma tutt’oggi non avviata. Aggiudicata in circostanze al vaglio della Magistratura, ed infine transitata ad una società raggiunta da una misura interdittiva antimafia, revocata soltanto di recente poiché caduta in amministrazione giudiziaria. Vicende che stanno segnando in negativo un percorso già irto di ostacoli, sulle quali va fatta piena luce e massima chiarezza a tutela dei santagatesi".
Sulla richiesta di un "tavolo d'incontro" romano al responsabile del Viminale, però, si è anche innescata una piccola polemica a distanza con il senatore Bruno Mancuso, ex sindaco della città per nove anni sino al febbraio del 2013 ed esponente del NCD: “Non ho chiesto alcun incontro ufficiale al Ministro dell’Interno Angelino Alfano per parlare del Porto di Sant’Agata Militello. Probabilmente l’equivoco è nato da un fugace scambio di battute avuto Venerdì sera durante un aperitivo a casa mia, al quale hanno partecipato insieme ad Alfano, diverse persone, tra cui l’assessore comunale Marco Vicari presente con l’onorevole Giampiero D’Alia, ed in cui ad una battuta sulla necessità di attenzionare la vicenda Porto, io ho ribattuto di essere sempre disponibile, qualora ce ne fosse bisogno, a rappresentare il trait d’union tra l’amministrazione e gli uffici politici e amministrativi del Governo in generale, ma non è stata fissata alcuna data né ora per l’appuntamento con Alfano o con alcun altro funzionario".
"Mi sembra ovvio che come tutti i santagatesi – conclude il Senatore Mancuso – mi auguro che il completamento del Porto sia presto una realtà e per questo mi metto a disposizione per ciò che può rientrare nelle mie possibilità, ma è chiaro che l’iniziativa deve giungere dall’amministrazione direttamente interessate che conosce le dinamiche della situazione che io, invece, non conosco dal 2013, al momento delle mie dimissioni da Sindaco”.