La vicenda del Porto dei Nebrodi, opera incompiuta siciliana

La vicenda del Porto dei Nebrodi, opera incompiuta siciliana

La vicenda del Porto dei Nebrodi, opera incompiuta siciliana

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mercoledì 20 Aprile 2016 - 11:24

Le tappe di un'opera strategica come il Porto dei Nebrodi, attesa da decenni da pescatori, operatori turistici e diportisti, finanziata con 48 milioni di euro.

Opera incompiuta, eterno sogno, mille controversie legali. il “Porto dei Nebrodi” è tutto ciò, ma soprattutto una storia infinita, tormentata, tra finanziamenti concessi e poi revocati, appalti e ricorsi, di cui la vicenda dell'emissione di nove avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Patti con tante tappe che proviamo di seguito a ripercorrere.
Una storia molto siciliana, quando sul finire degli anni settanta il centro costiero di Sant'Agata di Militello che vanta dalla sua anche una storica e florida marineria, inizia ad accarezzare il sogno della costruzione di un porto.
Le promesse e le speranze dei pescatori e successivamente anche quelle del crescente numero dei diportisti hanno spesso dovuto registrare battute d'arresto tra delusioni e disillusioni. Tra piccoli avanzamenti dei lavori – per lo più consolidamenti e prolungamenti della diga foranea – e brusche frenate tra anni di eterno immobilismo e un tortuoso iter che sembrava avvisato alla realizzazione con l'ottenimento nel 2008 di un corposo finanziamento di ben 48.000.000,00 Euro attraverso il POR Sicilia 2000/2006.
Il Comune di Sant'Agata pubblica un controverso bando per l'aggiudicazione dei lavori in cui prevale nel 2010 la società SiGenCo. Sembra il punto di partenza per un'opera tanta attesa, ma è solo il primo atto di una lunga controversia legale su requisiti e idoneità in cui due altre ditte concorrenti, la Condotte Acque di Roma e la Bruno Teodoro Costruzioni di Torrenova, con mille ricorsi in carta bollata tra Tribunali, CGA e TAR.
Nel mentre tutto l'iter, però, sembra rallentarsi e poi arrestarsi anche la fase di progettazione, ed i tempi di realizzazione dei lavori dai previsti tre anni si dilatano. Nel mentre un nuovo capitolo nella controversia legale si apre in conseguenza dell'annuncio da parte della Cogip di aver acquisito il ramo d'azienda della SiGenCo e con questa anche l'onere di realizzare l'opera.
Ulteriori inevitabili riflessi si registrano in conseguenza di due indagini distinte. Una è la famigerata “Camelot”, incentrata sull'attività dell'Ufficio Tecnico del Comune di Sant'Agata di Militello e di recente approdata nelle aule del Tribunale di Patti. Con la conseguente scelta della nuova amministrazione comunale santagatese con a capo il primo cittadino Carmelo Sottile dopo un temporaneo affidamento interno di nominare quale nuovo RUP dell'opera l'ingegnere Basilio Ridolfo.
La seconda indagine, invece, più recentemente arriva di riflesso dal Tribunale di Catania e riguarda proprio la Tecnis e Cogip Infrastrutture nonché varie aziende collegate con i suoi appalti, e per cui l'invalidamento dell'appalto era stato scongiurato dopo un incontro chiarificatore con il prof. Saverio Ruperto, nominato commissario straordinario della holding di costruzioni.
Nel mentre il Comune di Sant'Agata di Militello si avviava ad affidare l'incarico di affidamento della direzione dei lavori ad un professionista (o ad un pool) dopo aver pubblicato un bando con evidenza europea per un compenso di oltre un milione di euro e con già undici candidature presentate a ridosso della sua scadenza.
Nelle ultime ore, quasi in concomitanza con la scadenza del bando e quasi in simultanea con la notifica dei 9 avvisi di garanzia per conclusione indagine, dall'Assessorato Regionale alle Infrastrutture è arrivata la nota del dirigente Fulvio Bellomo che chiede la sospensione del bando e apre con un atto di interpello a tecnici interni ai quadri regionali, nei fatti smentendo anche le precedenti corrispondenze intrattenute con gli uffici del comune santagatese.
Una nuova frenata su un appalto che da “volano" del rilancio territoriale del centro costiero, autentica porta del territorio dei Nebrodi, sembra attanagliarsi verso una nuova indefinibile tempistica e mettendo a serio rischio l'intero iter del finanziamento pubblico per un'opera di indubbia rilevanza strategica.
Giuseppe D'Amico

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