Il circolo Pd santateresino si è dissociato dalla scelta del primo cittadino di abbandonare l'Unione dei Comuni e ha chiesto De Luca di fare un passo indietro per non perdere i finanziamenti in arrivo e soprattutto per creare una cultura dello stare insieme
Il circolo Pd di Santa Teresa di Riva non ha accettato la decisione del sindaco Cateno De Luca di lasciare l’Unione dei Comuni delle Valli Joniche e dei Peloritani. Una scelta considerata contraddittoria con l’idea lanciata dal primo cittadino di formare un unico comune della Valle d’Agrò, iniziativa non accolta dagli altri amministratori, interessati a difendere la propria identità. Un’azione “frettolosa e priva di prospettiva” che non avrebbe tenuto conto dei finanziamenti in arrivo per le Unioni dei Comuni da parte della Regione, contributi con i quali si “potrà senz’altro rilanciare un serio e concreto progetto operativo di rilancio dell’Ente”. Secondo i democratici, così facendo, Santa Teresa rimarrà isolata e lontana dal progetto di sviluppo che l’Unione porterà avanti grazie ai finanziamenti; da parte di De Luca invece, spiega il segretario cittadino Pd Angelo Casablanca, nulla di concreto per garantire la piena operatività del servizio comprensoriale, nonostante il comune jonico abbia sempre avuto un “ruolo leader” nell’Unione (De Luca era stato eletto assessore della giunta) e abbia anche “beneficiato di importanti contributi economici, come per il Carnevale dello Jonio”. Il circolo Pd di Santa Teresa chiede al sindaco di fare un passo indietro, mettendo da parte “l’avversità palese ingiustificata, createsi anche per l’Unione della Valle del Nisi” e propone di puntare al rilancio dell’Unione, tramite rinnovata collaborazione che passa inevitabilmente da una conferenza programmatica per “non vanificare le cose buone fatte ed eliminare gli sprechi e l’immobilismo che anche l’amministrazione comunale ha contribuito a causare”.
“Riteniamo che l’uscita dall’ Unione sia una sconfitta – conclude il circolo Pd – soprattutto per Santa Teresa di Riva, piuttosto che come pensa qualcuno una vittoria, crediamo che un ripensamento sia necessario, anzi doveroso per non perdere risorse, finanziamenti e progetti, ma soprattutto per creare una cultura dello stare insieme, necessaria in un contesto economico e sociale bisognoso di risposte forti e autorevoli, restare da soli non è di sicuro la soluzione giusta a queste istanze”.
Giusy Briguglio