Ha lasciato la sua terra oltre cinquant'anni fa per condividere e diffondere nel mondo la sua anima "stifanara". Vincenzo Consolo lo definì "viaggiatore della memoria intrista di sottili nostalgie"
Si è spento, all’età di 75 anni, nella sua casa di Vinci in Toscana, l’artista stefanese Angelo Maiorana. La notizia giunta nella mattinata di mercoledì ha lasciato incredula la popolazione stefanese che si era appena lasciata alle spalle la "follia" del Carnevale. Già, magari uno scherzo di Carnevale fatto in ritardo dall’amico Angelo che amava scherzare con gli amici. Invece no, il cantore dell’infinito ha voluto spiccare il volo senza salutare nessuno, così come faceva quando ripartiva verso la Toscana, senza che nessuno se ne accorgesse.
Angelo Maiorana è nato a S.Stefano di Camastra nel 1940. Diplomato all’Istituto d’Arte di Palermo nel 1958 frequenta sino al ’60 l’Accademia di Belle Arti di Roma presso i maestri Franco Gentilini e Toti Scialoja. Nel 1960 riceve una borsa di studio dalla regione bavarese e si trasferisce in Germania a Monaco e Berlino con l’interruzione di un anno trascorso a Parigi. Vi resta fino al 1968 dopo aver conseguito il diploma all’ Akademie der Bildenden Kuenste di Monaco. Le sue opere si trovano all’estero ed in Italia. Dal 1970 viveva e lavorava a Milano ed a Vinci (Fi).
Santo Stefano ha generato e allevato centinaia di artigiani e artisti della creta che a loro volta hanno condiviso e diffuso nel mondo l’autentica anima “stifanara”: una manata di terra fangosa che per magia si fa bagliore di colori, di forme, di figure, di racconti di fuoco.
Angelo Maiorana è stato uno di questi “viaggiatori della memoria intrisa di sottili nostalgie” come qualche tempo fa lo “dipinse” Vincenzo Consolo in occasione di una delle sue ultime mostre.
Dal suo piccolo mondo interiore e da questo minuscolo paese del profondo sud, l’artista ha migrato, come tanti giovani siciliani, verso terre lontane “per necessità e per bisogno di vedere e di conoscere”.
Scrisse la sua storia di artista con grande umiltà, ma smisurata dignità sulle superfici dei più svariati materiali fra cui, con infinita passione e intima scelta culturale, la ceramica.
Dipinse castelli e paladini a cavallo, mari sconfinati e terre colorate, improbabili paesaggi e volti di uomini e bambole, vaganti in quello che lui stesso definiva “lo spazio senza fine”, il mondo astratto della sua fantasia di bambino buono. Dove cercò per tutta la vita di compiere il suo viaggio più autentico.
“La mia arte non è necessaria ai miei simili – era il suo pensiero – mentre penso necessario sia comunicare, dalla mia modesta posizione, il senso del mio percorso nella ricerca della mia identità e della mia disponibilità conoscitiva”.
Filippo Fratantoni, uno degli amici più cari dell’artista scomparso ci dice: “Angelo Maiorana viveva da più di cinquant’anni lontano da Santo Stefano, ma ritornava spesso spinto dal grande legame con il suo paese, dalla sua immensa passione per la ceramica, dall’affetto verso la famiglia, gli amici, con cui amava chiacchierare delle piccole cose, di politica, degli ulivi di Vinci dove la sua casa era sempre aperta a tutti e poi ancora delle nostre tradizioni, dell’incerto futuro della ceramica stefanese. Ci mancherà Angelo come ci mancano gli altri amici che ci hanno lasciato per il triste mistero della vita. E noi sapremo ricordarli con adeguata riconoscenza?”
I funerali si svolgeranno venerdì alle ore 10, nella chiesa Madre di Vinci, nel cui cimitero subito dopo le esequie sarà tumulata la salma.
Salvatore Famularo