I dati riportati nelle fatture emesse contengono imperfezioni, errori ed anomalie. Gli addebiti riferiti agli anni 2007 - 2008 - 2009 sono sotto prescrizione di legge. la richiesta di pagamento delle eccedenze per le annualità prescritte eseguita oltre i termini costituisce danno per il Comune quale soggetto concedente in considerazione che le fatture contengono i costi del canone fognario che l'EAS quale soggetto concessionario è obbligato ad incassare e a riversare al Comune concedente.
Il Consiglio comunale stefanese diffida l'E.A.S. (Ente Acquedotti siciliani in Liquidazione) al recupero delle somme riportate nelle fatture emesse nelle scorse settimane agli utenti stefanesi. E' l'Ordine del giorno che l'assise cittadina ha votato all'unanimità nel corso della seduta di venerdì 22 gennaio scorso, dopo che l'Eas, ex gestore della rete idrica comunale, ha inviato "a pioggia" ai cittadini stefanesi una serie di bollette "pazze" relativi agli anni 2007 – 2008 – 2009 – 2010 e il primo trimestre 2011, sollevando una leggittima sommossa popolare per gli importi da pagare recapitati agli utenti.
Secondo il documento votato dal Consiglio comunale stefanese "le fatture contengono imperfezioni, errori ed anomalie riscontrabili dalla letura dei dati riportati e che i documenti fiscali di che trattasi sono stati rimessi agli utenti presunti debitori in parte a mezzo posta ordinaria ed in parte a mezzo posta raccomandata".
Ma le perplessità e i dubbi dell'Assise cittadina si spingono fino a sospettare che l'EAS, nel tentivo di far cassa non abbia considerato la prescrizione dei termini prevista per legge. Infatti continua il documento: "gli addebiti riferiti agli anni 2007 – 2008 – 2009 sono sotto prescrizione di legge e che pertanto l'invio delle fatture potrebbe configurarsi quale tentativo di truffa nei confronti dei soggetti, e – si legge ancora nel documento – la richiesta di pagamento delle eccedenze per le annualità prescritte eseguita oltre i termini costituisce danno per il Comune quale soggetto concedente in considerazione che le fatture contengono i costi del canone fognario che l'EAS quale soggetto concessionario è obbligato ad incassare e a riversare al Comune concedente".
Quindi oltre al danno anche la beffa! Ma la sistuazione si fa più intrigante quando emerge il fatto che il Comune al momento del subentro nella gestione dell'acquedotto ha accertato: "la non funzionalità di svariari contatori (si parlerebbe di circa 1300 contatori che rappresenterebbero circa il 50% delle utenze, n.d.r.) che non avrebbe permesso la lettura in contraddittorio tra il Comune e l'EAS dei dati di consumo al momento del passaggio della gestione; e che a prescindere dalla veridicità, i dati contenuti nelle fatture presentano palesi incongruenze che ne inficiano la veridicità".
Ma il Consiglio comunale ha anche potuto accertare nelle fatture in questioni che: "non riportano la restuituzione della tariffa introitata per intero, e non ridotta del%, nonostante la permanenza dell'accertata non potabilità dell'acqua di cui all'ordinanza emessa nel 1987 dal Sindaco dell'epoca e mai ritirata".
Alla luce delle articolate motivazioni rilevate e accertate dal Consiglio comunale stefanese "contesta le modalità di recupero delle eccedenze al 31 marzo 2011; e diffida l'EAS in Liquidazione a porre in essere procedure coattive di recupero delle somme riportate nelle fatture fino a quando non provvederà a rimettere agli utenti pubblici e privati una certificazione a firma del letturista attestante data ede eccedenza riscontrate unitamente ad una dichiarazione contenente la regolarità del funzionamento dei contatori all'atto delle singole letture". (Salvatore Famularo)