Conferenza stampa per affrontare il tema delle sanzioni amministrative recapitate a ventitré attivisti del Teatro Pinelli per il blocco stradale indetto dopo lo sgombero del Teatro in Fiera il 14 febbraio scorso. Hanno partecipato alla conferenza stampa, oltre i legali degli attivisti, anche il sindaco Accorinti e i consiglieri di Cambiamo Messina dal Basso. Intanto si profila all'orizzonte un rischio sgombero anche per i locali dell'ex casa del Portuale divenuta sede del Teatro Pinelli dal 25 Aprile
Una conferenza stampa per denunciare quella che considerano un'azione repressiva nei loro confronti. L’hanno indetta i membri del Teatro Pinelli, ora situato nei locali dell’ex casa del Portuale, ma nato il 15 dicembre scorso con l’occupazione del Teatro in Fiera, chiuso e abbandonato alle macerie per diciassette anni. Il tema trattato questa mattina nella sala Ovale di Palazzo Zanca, insieme al sindaco Renato Accorinti e ai quattro consiglieri di Cambiamo Messina dal Basso, Luigi Sturniolo, Ivana Risitano, Nina Lo Presti e Lucy Fenech – a seguire il dibattito anche l’assessore Antonino Mantineo – riguarda la sanzione amministrativa inflitta a ventitré attivisti per il blocco stradale indetto in reazione allo sgombero del Teatro in Fiera avvenuto il 14 febbraio scorso. In quell’occasione, oltre la denuncia a dieci attivisti per l’occupazione del teatro, arrivarono successivamente le multe per il successivo blocco stradale. La somma della sanzione ammonta a 2582,28 euro a persona.
L’avvocato Carmelo Picciotto, uno dei legali degli attivisti sanzionati e denunciati, spiega così quanto è avvenuto: “Tante persone che hanno vissuto con un grande coinvolgimento emotivo e sentimentale il lavoro e gli eventi che si sono svolti nel Teatro in fiera, sono andate a manifestare cosa significava per loro quel posto in occasione dello sgombero coatto. Per alcune di loro sono scattate le sanzioni amministrative in una modalità poco ortodossa, dal momento che le sanzioni devono essere contestate personalmente. La polizia aveva la possibilità di fermare i diretti interessati, identificarli e contestare l’atto sul luogo, cosa che non è avvenuta. Nel caso dell’impossibilità di contestarla sul posto, ma non è questo il caso ovviamente, la sanzione amministrativa deve essere notificata all’indirizzo di residenza con la dovuta motivazione. Invece niente di tutto questo è stato fatto e sono state individuate arbitrariamente solo alcune persone a cui è stata comunicata la notizia con telefonate sulla linea di casa se non addirittura sul cellulare. Inoltre come legali, abbiamo chiesto di vedere gli atti, ma la prefettura ha detto che non era possibile. Quindi non è concesso ai nostri assistiti né di difendersi né di sapere le motivazioni della sanzione. Riteniamo in particolare questa risposta altamente antidemocratica. Abbiamo già fatto ricorso, per il quale sono fissate le prime date d’udienza”.
“Il messaggio della sanzione amministrativa così salata secondo me è chiaro: chi tocca un potere forte di questa città – in questo caso l’Autorità Portuale – paga”, ha commentato Carmen Cordaro, altro legale facente parte del collegio di difesa che si è schierato dalla parte degli attivisti.
Massimo Camarata, che ha parlato a nome dei membri del Pinelli, definisce senza mezzi termini arbitraria l’azione portata avanti nei loro confronti: “L’attraversamento sulle strisce pedonali realizzato quel giorno è stato attuato da centinaia di persone, alcune delle quali ricoprono oggi cariche ufficiali”.
Il Sindaco Accorinti, nel suo intervento, ha posto l’accento sul rischio sgombero che incombe anche sui locali dell’ex Casa del Portuale, occupati dal 25 aprile. Già una settimana fa il sindaco aveva partecipato ad un’assemblea nel cortile del Teatro Pinelli in via Alessio Valore, per riportare una discussione avuta con il Prefetto Trotta, in cui quest’ultimo affermava di “avere un problema con il Pinelli”. In quell’occasione il sindaco, ricordando la sua presenza a fianco degli attivisti fin dal primo giorno di occupazione del Teatro in Fiera, ha esortato i membri del Pinelli a prendere una decisione su cosa fare del luogo occupato.
La denuncia del liquidatore della cooperativa che lavorava nello stabile, Matasso, rischia, infatti, di far precipitare la situazione. “Il pericolo c’è ed è stato sottointeso dallo stesso Prefetto già da tempo”- ha spiegato il Sindaco – “Vi esorto a trovare delle soluzioni”.
Poi Accorinti – dopo aver ricordato i venti milioni di multa guadagnati anni fa per la sua battaglia contro i Tir in città -raccontando la recente visita a Santa Lucia sopra Contesse, ha spiegato le grandi potenzialità offerte dalla gestione dei beni comuni: “là ci sono delle strutture che possono cambiare l’intero quartiere, spazi da dare in autogestione, diventa il polo migliore della città”.
Ha partecipato stamattina anche una piccola delegazione di attivisti No Muos, mentre è stato realizzato un collegamento streaming con un presidio No Tav in Val di Susa. Accorinti ha promesso ai ragazzi di Niscemi di esporre oggi stesso la bandiera No Muos dalla finestra del suo ufficio a Palazzo Zanca.
Interessante l’analisi di Luigi Sturniolo, consigliere di Cambiamo Messina dal Basso tra i padri fondatori del movimento No Ponte: “Non utilizzo il parametro di legalità-illegalità per considerare giusta o meno un iniziativa. Gli spazi occupati a Messina si sono sempre legati a processi di trasformazione socio-culturale fondamentali per l’intera città. Penso al Fata Morgana che negli anni novanta si è integrato alle lotte dei movimenti dei lavoratori o all’aula ex chimica che è stata fucina per un ricambio generazionale in seno al Movimento No Ponte. Il Pinelli è stato la testa di ponte per il discorso dei beni comuni e la battaglia contro il Muos in questa città. Io credo che sia un dato di fatto che non ci sia possibilità di un miglioramento senza rottura dell’ordine costituito. Le leggi non sono eterne, rappresentano degli equilibri che a volte è necessario rompere per poter cambiare. Basti pensare alla storia dei diritti sindacali o dell’apartheid… io rivendico la potenza creativa dell’azione che ha portato alla nascita del teatro Pinelli. Il fatto che un’azione sia illegale o meno spesso è un alibi che nasconde la repressione. Se si dovesse applicare scrupolosamente la legge 632 oltre la metà dei datori di lavoro messinesi dovrebbe essere inquisita, perché non la rispetta in pieno praticamente nessuno e questa è una cosa che sappiamo tutti. Nemmeno gli istituti scolastici di Messina sono a norma di legge. L’elemento della scelta della repressione è politico".
Per finire la parola ai militanti No Tav della Val di Susa, che denunciando un incremento del controllo e repressione nei loro confronti hanno affermato che: “La distruzione di un territorio non significa perdita della sola bellezza, ma delle risorse. Significa perdita di futuro…”. (Eleonora Corace)
non si chiama pinelli
Domani occuperanno una scuola, la dovremo chiamare “Pinelli” perchè fa figo ricordare simile “eroe”?