L'accusa ha chiesto quasi 200 anni di carcere per 9 imputati del processo scaturito dal blitz del 2011. Imputati i componenti della banda di egiziani arricchitisi con gli sbarchi in Sicilia. In aula, i drammatici racconti degli schiavi dei viaggi della speranza.
Si avvicina la sentenza per gli imputati del troncone principale dell'operazione Rais. Alla sbarra, i componenti di una banda di egiziani e i complici che organizzavano sbarchi di clandestini in Sicilia.
L'accusa ha chiesto alla Corte d'assise di Messina di condannare 9 persone. E si tratta di condanne esemplari, quasi 200 anni di carcere complessivamente, per la precisione 183. Il Pubblico Ministero ha chiesto ai giudizi di condannare a 30 anni di reclusione il capo dell’organizzazione, Abu Yussef, il ricco egiziano sfuggito alla giustizia, il fratello Abdel Mohamed e Zakaria El Sayed Attia.
Sono accusati di associazione a delinquere e sequestro di persona a scopo di estorsione. Il blitz con 33 arresti è scattata nella primavera del 2011. A permettere alla Squadra Mobile di ricostruire l'organizzazione di trafficanti di uomini erano state le testimonianze dei clandestini intercettati l'anno prima sulla A 18 Messina- Catania, all'altezza di Giardini Naxos, su un camion. Letteralmente un carico di uomini, stipati a centinaia su un camion coperto da un telone. Poi le intercettazioni telefoniche sui protagonisti di tre sbarchi sulle coste siciliane, tra Catania ed Agrigento, nel 2010. (Al.Ser.)