Gli ex Pdl del gruppo Beninati incontrano Crocetta. "Ormai anche a livello nazionale inel Pdl è stata smarrita la linea - dichiara il deputato transitato all'Udc- In Sicilia ci sono tre coordinatori che neanche si parlano più tra loro...E' un partito che non riconosco più"
Lo scudo crociato si tinge d’azzurro a Messina e tra i più accesi sostenitori di Crocetta ci sono gli ex Pdl, quel gruppo Beninati che alla fine ha sbattuto la porta ad un partito in cui non si riconosceva più e adesso sta puntando tutto sul candidato alla Presidenza che D’Alia ha voluto per primo, l’ex sindaco di Gela. A organizzare l’ incontro tra gli ex azzurri e Crocetta è stato Pippo Corvaja, l’ex assessore comunale alle politiche del territorio. Corvaja, Chiarella, Sparso, Bivona, i consiglieri di quartiere e gli esponenti del gruppo erano tutti presenti stamane. Quello di oggi è stato il primo incontro, poi ne seguiranno altri, “Io lo voto e lo faccio votare, ma non basta- dice Corvaja– voglio che la nostra scelta sia chiara e pubblica. Lo sosteniamo non in chiave “contro”, ma perché è una persona pulita e con le idee chiare e un programma concreto”.
Così le truppe di Beninati, già transitate in casa Udc hanno colto l’occasione della convention di oggi per un primo rapido incontro con Crocetta. Il prossimo sarà il 25 ottobre. “Non si mette mai l’accento abbastanza sul fatto che Buzzanca si è dimesso, ha lasciato il Comune in alto mare, un sindaco che ama la città non deve farlo. Guardate Fassino quel che ha fatto, tra Roma e Torino ha scelto la sua città, senza esitare-prosegue Corvaja- Non capisco invece come abbiano consentito a Buzzanca per mesi di mantenere la doppia poltrona. Ah, già, dimenticavo. Era il coordinatore provinciale del Pdl quindi doveva parlare solo con se stesso….”.
Chi non usa l’ironia ma i sassolini dalla scarpa se li toglie lo stesso (e se li toglierà) è Nino Beninati , che nel ’94 insieme ad un gruppo di convinti sostenitori di Berlusconi , mise le prime, le seconde e le terze pietre di Forza Italia e che, dopo 18 anni se ne è andato perché si è accorto che quella non era più la casa che aveva contribuito a costruire.
“Non me ne sono andato io- chiarisce Beninati- se ne è andato il Pdl e non solo a Messina, ormai è una situazione evidente anche a livello nazionale e regionale. Si è proprio smarrita la linea. Da tempo denunciavo il malumore per quanto stava accadendo, ma è stato inutile. Non nascondo che ci sia amarezza da parte mia, perché nel ’94 insieme a persone che stimo ho costruito Forza Italia a Messina, ma le cose sono cambiate. Ho visto come siamo stati discriminati, ma questo è il territorio che voglio vedere crescere, non posso star zitto mentre lo vedo discriminato per far spazio ad altri interessi. Allora che si tengano ben stretto il Pdl se è questo che vogliono. Era un partito che andava incontro alle esigenze delle imprese, delle fasce deboli. Non lo riconosco più”.
Quel che non va giù agli ex azzurri ribelli è stata la presenza degli ex An che col passare degli anni ha finito col diventare predominante, sia nei metodi che nelle scelte, che nelle strategie. Dopo i finiani, andati via a cascata per decisioni nazionali, era stato Francesco Stagno D’Alcontres a sbattere la porta, transitando poi nel Grande sud di Miccichè (anche lui “ex”). In ultimo, alla vigilia delle elezioni, è stato il gruppo Beninati, anche se, ad esempio Capurro, Nicolosi e Passaniti sono rimasti nel Pdl.
“Adesso siamo in campagna elettorale quindi non parlo, ma poi, qualche sassolino me lo toglierò- continua Beninati-. Prenda il Pdl regionale, guardi in quanti gruppi si è sfaldato. E poi, un partito che doveva unificare ha invece 3 coordinatori regionali che non si parlano tra loro, ognuno va in una direzione diversa e che parla un linguaggio diverso…. Per quanto riguarda i risultati delle amministrative poi sono stati disastrosi per il Pdl. L’ho detto al Congresso, ma nessuno mi ha ascoltato”
E allora eccoli qui a ricominciare dai centristi anche in vista delle prossime scadenze elettorali. In questa tornata il gruppo è rappresentato da Enrico Bivona ma è chiaro che Beninati guarda al 2013 in chiave di rivincita. Roma o uno dei due Palazzi messinesi è presto per dirlo, i numeri delle regionali aiuteranno a schiarire le idee.
“Io sono sempre rimasto fedele ai miei principi, che sono quelli di correttezza, dignità, coerenza lealtà. Crocetta corrisponde ed impersona questi principi. Per me è il candidato migliore”.
Il 28 ottobre sarà anche la guerra degli ex, lo scontro sui numeri per un’eredità, quella di Forza Italia, che oggi è finita nei diversi rivoli sempre più lontani da una casa madre che si sta sgretolando.
Rosaria Brancato
18 anni…quasi 20…e vi rendete conto ora che qualcosa non va??
10 anni rappresenta un salto di generazione,20 il doppio!
e solo ora vi rendete conto che qualcosa non va ????
ma le poltrone non le vogliono lasciare assolutamente, nn è giusto che chi è sicuro di perdere possa cambiare bandiera da destra a sinistra poi al centro poi qua e poi la, ma questo non si deve e nn si può fare ma le regole chi le stabilisce, dimenticavo loro…..
Alla fine avremo sempre le stesse persone, stimo crocetta ma…..
allucinante questa gente, da Forza Italia a Crocetta!! Dov’è la coerenza in un salto del genere?!!! l’unico responsabile è Buzzanca e tutti gli altri che lo hanno sostenuto sono le povere vittime indifese!!! Grillo trova terreno fertile ovunque, ci sarà un perchè!!!
L’assessore Corvaja aveva cercato di fare qualcosa per lo sviluppo della città. Ma è stato sempre contrastato ed avversato da Buzzanca in tutti i modi. Doveva essere Buzzanca e qualche suo “Consigliori” a dedicedere tutto, gli assessori non contavano nulla.
Bravo Corvaja, Bravo Beninati, andate avanti con le vostre idee ed i vostri progetti. Buzzanca è ormai bollito e non sa più a cosa aggrapparsi e spara, e fa sparare ai suoi +++++, i FATTI che avrebbe fatto in quattro anni di sua amministrazione. Mai parodia fù più bella ………
uno può cambiare idee, ma all’ultimo momemto passando da un capo all’altro suona come una moneta falsa
Venghino, siore e siori, venghino.
Altro giro, alta capriola, altro ribaltone.
Però che faccia.
Mi ricorda Pannella, che, dopo un congresso DC,alla domanda di un giornalista sul “riposizionamento” di Andreottialla sinistra del partito, rispose:”Ma siamo matti,Andreotti a sinistra? Lui è rimasto fermo, è il partito che è girato”.
Giuseppe Vallèra.