Sbarco Ocean Viking a Messina, le ong: migranti torturati

Sbarco Ocean Viking a Messina, le ong: migranti torturati

Alessandra Serio

Sbarco Ocean Viking a Messina, le ong: migranti torturati

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mercoledì 25 Settembre 2019 - 07:30

E' Messina il primo porto aperto dopo un anno di stop alle ong, che dalla Ocean Viking lanciano l'appello alla Ue. I 182 migranti ospitati alla Gasbarro

Sono andate avanti fino a notte le operazioni di identificazione delle 182 persone sbarcate ieri mattina a Messina dalla Ocean Viking, la nave delle Ong Sos Mediterranèe e Medici Senza Frontiere che la scorsa settimana ha soccorso 217 persone in 4 diversi interventi.

Tra loro 35 migranti recuperati nella zona di salvataggio maltese. Dopo un primo trasbordo accordato da La Valletta, l’imbarcazione umanitaria è stata per giorni in stallo e soltanto due giorni fa, mentre a Malta si arrivava al nuovo accordo europeo, è stato dato il via libera all’attracco.

Così ieri mattina, intorno alle 8.40, dopo un anno è stato Messina il porto italiano ad accogliere nuovamente una nave umanitaria e la macchina dell’accoglienza si è rimessa in moto al molo, dopo diversi mesi.

Ad accogliergli, il personale delle organizzazioni non governative e i migranti, per lo più provenienti da zone a sud del Sahara e imbarcati dagli scafisti in Libia, hanno trovato il pool delle Forze dell’Ordine coordinate da Prefettura e Questura e il personale della Croce Rossa Italiana, che li ha r aiutati a scendere e mettersi in fila per le prime operazioni di identificazioni, ha fornito loro dell’acqua e li ha rifocillati per come era possibile.

I primi a lasciare la nave, alle 11 circa, accolti dai palloncini e i peluche portati dagli uomini della CRI, sono stati i 14 minori e la giovane donna all’ottavo mese di gravidanza. Il più piccolo è il bimbo di appena 10 giorni. Sia lui che il fratellini di uno e 3 anni, insieme alla puerpera, sono stati trasferiti al Policlinico per accertarsi delle loro condizioni.

Poi, piano piano, sotto la prima fitta pioggia di settembre, sono scesi al molo tutti gli uomini, anche loro per lo più molto giovani. Sui loro volti le lacrime di commozione di chi è salvo dopo aver visto l’inferno, dopo un lungo e stremante viaggio e giorni di stenti e di angosce in alto mare, bloccati sulla Viking, in attesa di una parola di speranza.

Tutti quanti sono stati poi trasferiti al centro di prima accoglienza della ex caserma Gasbarro di Bisconte, dove le operazioni di identificazione e di profilassi sanitari sono andate avanti per molte ore.

Visibilmente commossi,allo sbarco, anche il personale delle Ong che era a bordo, e in particolare l’operatore di Msf, Luca Pigozzi. E’ stato lui il primo a riferire delle torture e delle violenze che tutti i soccorsi in mare hanno detto di aver subito, in Libia. Racconti confermati dalle prime persone che sono state sentite dalla Polizia ieri sera.

“Le 182 persone a bordo sbarcano a Messina, una settimana dopo essere state soccorse in mare. Chiediamo ai leader Ue, dopo il loro incontro a Malta, di garantire che questa sia l’ultima volta in cui uno sbarco in un porto sicuro viene ritardato“, ha comunicato Msf subito dopo l’attracco.

Adesso il lavoro si divide in due. Alla Gasbarro continuerà ad operare Croce Rossa Italiana insieme alla cooperativa Badia, che gestisce l’hotspot. Qui ci sono già circa trenta migranti, e il centro ha una capienza a regime di poco più di 150 posti. Tutti resteranno lì fino a nuove indicazioni del Viminale.

In Questura, invece, si mettono insieme le informazioni raccolte al molo e quelle assunte alla Gasbarro, durante le operazioni di identificazione.

I migranti saranno infatti ascoltati per ricostruire tutti i giorni del viaggio e del trasbordo sui mezzi dei soccorsi, per capire se tra quelli giunti a Messina ci sono scafisti.

Successivamente si passerà al vaglio del ruolo degli operatori della Ocean Viking.

Anche qui in attesa che il Ministero detti le nuove direttive, dopo il cruciale vertice di ieri che sembra aver invertito la rotta, almeno sul piano della redistribuzione.

Al momento non ci sono fermi né sono stati adottati provvedimenti di alcun genere tra i migranti.

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3 commenti

  1. non si sono mai visti i segni delle presunte torture sui migranti; tutto sulla parola….

    vogliamo le prove, sembrano tutti in carne e ben nutriti……. come mai lasciano loro i telefonini ?

    Msf, ho sentito come lavorano in Congo e quale è la loro politica e cosa perseguono

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  2. 182 migranti che si aggiungono ad altrettanti. Premetto che non è una interpretazione razzista come qualcuno potrebbe intendere, ma questa città è già martoriata di suo , è priva di risorse e servizi , già sono stati presi d assalto tutti i semafori, le piazze attigue su sono trasformate in discariche di vestiti dismessi bidoni e bottiglie piene d’acqua a servizio dei lavavetri ecc. ecc.Quello che fa rabbia è che la politica buonista e attenta ai diritti umani ,accoglie ,accoglie riempiendo fino al collasso intere città. Le conseguenze spiacevoli rimangono a carico dei Cittadini e delle Forze dell’ordine.

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  3. “Migranti torturati”… premettendo che sono i vostri racconti e quelli di persone indottrinate, nel passato, molto passato, l’immigrazione clandestina (tale è e così va chiamata!) non era gestita da ONG, non si parlava di torture, non c’erano centri specifici per l’accoglienza, non c’erano 35 euro al giorno (se maggiorenni…) da devolvere a tale scopo (a proposito, come mai con 10 euro al mese salviamo un bambino denutrito in Africa? Lo dice l’ONU, non io!), siamo sicuro che tutti gli eventuali effetti collaterali non siano generati da questo traffico di esseri umani gestito a danno, loro e nostro?

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