La discussione sulle variazioni di bilancio ha fatto sorgere in aula una polemica sulle indennità di carica percepite da sindaco e assessori, scatenata dal capogruppo di minoranza Domenico Cifalà che ha accusato in particolar modo il vicesindaco Gabriele Avigliani di aver disatteso le promesse fatte in campagna elettoral
Ultima seduta dell’anno bollente per il consiglio comunale di Scaletta Zanclea che giorno 29 dicembre ha approvato in via d’urgenza la variazione all’ultimo bilancio di previsione. Variazioni presentate come indispensabili in quanto, si legge nella proposta e come spiegato dal sindaco Moschella in aula, risultavano insufficienti gli stanziamenti di spesa, principalmente relative a spese legali, per l’acquedotto e per il servizio di energia elettrica. E proprio la discussione sulle variazioni di bilancio ha fatto sorgere in aula una polemica sulle indennità di carica percepite da sindaco e assessori, scatenata dal capogruppo di minoranza Domenico Cifalà che ha accusato in particolar modo il vicesindaco Gabriele Avigliani di aver disatteso le promesse fatte in campagna elettorale.
“La rinuncia alle indennità è stato il cavallo di battaglia della compagine amministrativa in carica insieme alla realizzazione della strada per il cimitero – ha dichiarato Cifalà -. E’ stata tradita la fiducia degli elettori, soprattutto da parte del vicesindaco, primo sostenitore della rinuncia. Era una promessa che andava portata a compimento nei cinque anni, mentre adesso viene percepita maggiorata del 30% rispetto al passato”. Plauso solo per il sindaco che ha devoluto anche l’indennità 2015 a favore della Protezione Civile Comunale.
“Nello spirito di democrazia che ci ha sempre contraddistinto abbiamo fatto delle scelte personali su come investire l’indennità – ha replicato Gabriele Avigliani -. Noi abbiamo deciso di utilizzarle per incentivare le piccole iniziative, abbiamo acquistato le luminarie per il paese e partecipiamo mensilmente al banco alimentare. La gente lo sa, non abbiamo disatteso la parola data ai cittadini in campagna elettorale. La storia parla chiaro – ha proseguito il vice sindaco – quando io e Meola (ora presidente del consiglio) sedevamo tra i banchi della minoranza, dopo l’alluvione del 2009, abbiamo rinunciato a tutti i gettoni di presenza fino ad allora maturati, mentre la Giunta di allora non rinunciò a nulla. Inoltre, quello che facciamo per il Comune, come ad esempio occuparci personalmente della parte informatica, fa risparmiare all’Ente 15 mila euro l’anno: credo che siano cifre più importanti rispetto a quelle esigue delle indennità. Ci sono tante cose che le persone non sanno”.
La rinuncia totale è dunque esclusa: “Lo abbiamo fatto in questi due anni contribuendo a pagare i debiti pregressi, personalmente non me la sento di proseguire, preferisco reinvestire sul territorio. E’ giusto che il consigliere di minoranza svolga il suo ruolo e sarà periodicamente informato su come verranno spesi i soldi, ma – ha concluso Avigliani – alcune cose non riteniamo giuste sponsorizzarle”.
“Non ci sarebbe niente di sbagliato a pagare i debiti pregressi – ha obiettato Cifalà -. Si potrebbe tranquillamente continuare con la rinuncia, mantenendo il patto fatto con la cittadinanza quando l’Ente era già in dissesto. Non metto in dubbio che i soldi siano spesi per il territorio, ma in campagna elettorale avevano sostenuto la rinuncia ‘per tracciare un solco rispetto al passato’, e così non è stato”.
Giusy Briguglio