A stabilirlo sono stati i Giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Messina, accogliendo la istanza presentata dall'avvocato Nino Favazzo. Il processo per Chiara Schirò e per gli altri imputati riprenderà il 9 giugno.
Era rientrata a Messina a novembre, dopo che il Tribunale Collegiale le aveva revocato il divieto di dimora sostituendolo con l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Ma adesso, per Chiarà Schirò non vi sarà neanche più neanche questa ultima, residua misura cautelare.
A stabilirlo sono stati i Giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Messina, accogliendo la istanza presentata dall’avvocato Nino Favazzo.
La moglie dell’onorevole Francantonio Genovese è con lui coinvolta nell’inchiesta sulla gestione dei fondi per gli Enti di formazione professionale Lumen, Aram e Ancol.
Dopo gli 8 mesi trascorsi ai domiciliari, i circa 10 di completa libertà, la settimana di divieto di dimora a Messina (disposta dopo la decisione della Corte di Cassazione) e gli ultimi 7 mesidi presentazione, per tre volte alla settimana, alla stazione dei Carabinieri di Ganzirri, il Tribunale ha infine revocato anche per la Schirò anche quest’ultima misura, ritenendo definitivamente decaduta ogni forma di esigenza cautelare. “Si tratta di un provvedimento – ha dichiarato il difensore della Schirò – che si segnala per il corretto utilizzo dello strumento cautelare da parte dei Giudici della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Messina, che hanno saputo graduare progressivamente la misura, via via adeguandola rispetto alle esigenze cautelari del momento. Alla misura cautelare è stata, così, restituita la sua tipica funzione preventiva, in linea con i più elementari principi costituzionali, senza assecondarne una distorta e, purtroppo, sempre più diffusa applicazione quale vera e propria anticipazione di una pena che non si sa ancora, se ed in che misura, dovrà essere espiata”.
e ti paria
e ti paria
Ci manca solo uno sche spunta e gli dice:” Sorridi, sei su scherzi a parte”.
Ci manca solo uno sche spunta e gli dice:” Sorridi, sei su scherzi a parte”.
alla fine pagherà Michele u babbu ( con rispetto per Michele)
alla fine pagherà Michele u babbu ( con rispetto per Michele)
E’ UNA VERGOGNA!!!
Ma la vergogna non è il provvedimento oggi emesso dal Tribunale di Messina, bensì il fatto che questa persona da DUE ANNI (!) abbia avuto una limitazione della sua libertà personale, SENZA ALCUNA CONDANNA!
E’ questa la giustizia italiana? E’ normale che una persona, senza alcuna condanna, venga privato e limitato nella sua libertà personale, senza che sia stata pronunciata nei suoi confronti, alcuna condanna?
Il solito cretino di turno, dirà che, quando si stabilirà la non colpevolezza, la Schirò potrà chiedere un risarcimento per l’ingiusta detenzione, ma queste sciocchezze, può pensarle solo il cretino di turno, che considera tutto ciò, normale e, la privazione della libertà, qualcosa di risarcibile
E’ UNA VERGOGNA!!!
Ma la vergogna non è il provvedimento oggi emesso dal Tribunale di Messina, bensì il fatto che questa persona da DUE ANNI (!) abbia avuto una limitazione della sua libertà personale, SENZA ALCUNA CONDANNA!
E’ questa la giustizia italiana? E’ normale che una persona, senza alcuna condanna, venga privato e limitato nella sua libertà personale, senza che sia stata pronunciata nei suoi confronti, alcuna condanna?
Il solito cretino di turno, dirà che, quando si stabilirà la non colpevolezza, la Schirò potrà chiedere un risarcimento per l’ingiusta detenzione, ma queste sciocchezze, può pensarle solo il cretino di turno, che considera tutto ciò, normale e, la privazione della libertà, qualcosa di risarcibile