I dirigenti della protezione civile regionale invitano le amministrazioni dei comuni interessati da eventi alluvionali, rescindano il contratto con le strutture alberghiere. Ardizzone: "Inaccettabile rimpallo di responsabilità"
La Protezione Civile regionale ha trasmesso una comunicazione ai Comuni interessati dagli eventi alluvionali del 22 novembre 2011, con la quale si ribadisce la necessità che la popolazione sfollata, attualmente ospitata in strutture alberghiere, venga invitata a trovare autonoma sistemazione, o nei casi di impossibilità venga aiutata dai Comuni a trovare adeguate sistemazioni alternative, in attesa dell’ordinanza che assegnerà un contributo, che decorrerà dalla data dell’emissione dell’ordinanza di sgombero. La Protezione Civile ha invitato pertanto le Amministrazioni comunali ad interrompere i rapporti contrattuali con le strutture alberghiere, per evitare un aggravio economico che rimarrà a carico delle rispettive Amministrazioni. Come si ricorderà, oltre Messina, gli altri Comuni del messinese interessati allo stato di calamità sono stati Antillo, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Condro’, Fondachelli Fantina, Gualtieri Sicamino’, Merì, Milazzo, Monforte San Giorgio, Pace del Mela, San Pier Niceto, Santa Lucia del Mela, Saponara, Spadafora, Terme Vigliatore, Torregrotta, Valdina, Venetico e Villafranca Tirrena.
Una vicenda a dir poco paradossale su cui interviene il deputato Udc Giovanni Ardizzone: “Appare fin troppo evidente come, in assenza di un’Ordinanza nazionale di protezione civile che indichi modalità e procedure attuative, per fronteggiare l’emergenza, debba essere l’Amministrazione regionale ad “attuare tutti gli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite. Oggi, si vive, invece, il paradossale scaricarabile da parte di Stato e Regione che in sfregio alle citate normative, il primo non emana l’obbligatoria Ordinanza per un evento per il quale ha già riconosciuto con Decreto della presidenza del consiglio dei Ministri, lo stato di emergenza. La Regione Siciliana invece, in spregio ai propri obblighi sanciti dalla legge Bassanini, non solo non attua gli interventi di propria competenza, non solo non supporta le amministrazioni comunali in tutte quelle misure necessarie per garantire assistenza alle popolazioni ma, addirittura, invia comunicazioni con cui da una parte non da adeguate indicazioni su come alleviare i disagi delle popolazioni, ma addirittura minaccia le stesse amministrazioni comunali di porre, in futuro, a proprio esclusivo carico, le misure da adottate, fin dal momento dell’emergenza, per dare assistenza alle popolazioni. L’Amministrazione regionale farebbe meglio invece a rispettare il proprio ruolo fornendo innanzitutto l’intesa, ai sensi del comma 1.c. dell’articolo 107 del Decreto n.112/98 (Bassanini) sulla bozza di ordinanza già da tempo predisposta dallo Stato e poi, supportando, con adeguati finanziamenti tutte le misure già poste in essere dai Comuni per alleviare i disagi delle popolazioni colpite e dei senzatetto. Non è possibile invece assistere ad un rimpallo di competenze in cui non solo Stato e Regione non fanno quello che la legge loro impone ma addirittura, “censurano” l’operato dei Sindaci in prima linea imponendogli, con missive intimidatorie di gettare in strada le popolazioni senzatetto già gravemente colpite. In tale quadro confusionario, il dipartimento regionale della protezione civile anziché inviare missive minacciose ai sindaci farebbe bene ad adempiere al proprio mandato di supporto ai sindaci per l’assistenza alla popolazione. Mandato che certamente non prevede, come fino ad oggi fatto di preparare incarichi per improbabili esperti del presidente della Regione o perimetrare fantasiosamente ed in maniera incompetente le aree colpite dividendole in zone, verdi, gialle e rosse, dove la gente continua a vivere nel pericolo e nell’incertezza. Su tale ennesimo comportamento, della protezione civile regionale, sarò promotore di una mozione di censura in Assemblea Regionale nei confronti del Governo”.
Questa è la regione….Per i messinesi solo tagli e bocconi amari.
Dobbiamo assolutamente trovare il modo per diventare provincia autonoma, sull’esempio di Trento e Bolzano…..è la strada della salvezza, della crescita e dello sviluppo…senza l’oppressione di una regione che a Messina nulla ha dato e molto, moltissimo ha tolto.
Messina provincia autonoma… per dare un futuro migliore del presente, per dare l’opportunità ai nostri figli di continuare a vivere nella nostra meravigliosa provincia….
Basta con l’emigrazione dei nostri giovani.