La mamma di un allievo del Verona Trento contesta l'apertura a turnazione della scuola di Messina. La lettera aperta
Riapre il Verona Trento? Ma quando mai! E’ questo in sostanza l’intervento della mamma di un alunno della scuola messinese dove l’annuncio della riapertura è stato dato due giorni fa, dopo le note problematiche legate al coronavirus, comuni a tanti istituti cittadini.
La donna, una libera professionista madre di un allievo del primo anno, scrive una accorata lettera, sotto pubblicata, che ripercorre i disagi che quasi tutti i genitori e le famiglie messinesi stanno vivendo in queste settimane.
“La scuola Verona Trento riapre con turnazioni che regalano agli alunni solo un secondo (ed ultimo) giorno di scuola nel periodo compreso tra il 24 settembre ed il 5 ottobre. Dal 6 ottobre non si sa ancora quando, come e per quanto tempo al giorno o alla settimana gli alunni andranno a scuola!
Il terzo ingresso, realizzato già alcune settimane fa, rimane privo di rampa per poter essere finalmente utilizzato. Poi, magari, una volta che il fabbro campione del mondo di forgiatura che si sta occupando dell’opera avrà consegnato il manufatto, ci vorrà chissà quanto per posizionarlo e, ancora, chissà quanto per avere il certificato del RUP e poter aprire quella porta!
Intanto il Comune di Messina ha dato avvio a lavori di riqualificazione di strade e marciapiedi limitrofi alla scuola, anche di restringimento della carreggiata a protezione delle strisce pedonali di via XXIV Maggio poste proprio innanzi l’ingresso principale…interventi di sicuro utili e al “servizio” della scuola ma…che geniale idea quella di farli partire a fine settembre!!! Non si sa ovviamente quanto dureranno, si sa solo che per entrare a scuola bisogna attraversare un cantiere e, una volta in classe, i famosi infissi idonei al ricambio d’aria sono utili solo a far entrare il rumore del martello pneumatico e la polvere del cantiere!!! Complimenti e grazie! Ancora una volta abbiamo perso un’occasione per fare qualcosa per bene piuttosto che ad muzzum!
E vogliamo parlare degli esuberi?! Alla Verona Trento ci sono 235 alunni in esubero, ovvero 235 ragazzini che con le normative anti covid – se non ci sono tutti gli ingressi agibili e i banchi mono posto ordinati al ministero – non possono essere fisicamente collocati a scuola, cioè dovranno stare a casa! Certo staranno a casa collegati in diretta streaming con la loro classe e studieranno 3.0…ma pur sempre a casa, da soli, e non dentro quella scuola che gli è stata strappata via sette mesi fa. WoW! Quando arriveranno questi benedetti banchi monoposto non è dato saperlo, siamo ancora al 2 ottobre. E mi auguro che le turnazioni siano calcolate su base giornaliera, cioè i 235 ragazzini che stanno a casa oggi non saranno gli stessi del giorno dopo…altrimenti 235 ragazzini si alieneranno a casa ancora per una ulteriore settimana e non so proprio come si potranno organizzare i genitori che già hanno esaurito tutte le soluzioni tampone (dal 14 settembre o 24 settembre fanno i trampolieri e gli equilibristi).
Attenzione, c’è ancora il problema degli insegnanti che mancano…non tutti i collegi docenti delle classi sono al completo! Ecco che il proclama di apertura della scuola suona un tantino diversa se a scriverla è un genitore.
Non ci trovo molto da essere allegri a leggere che finalmente lo spinoso caso della Verona Trento è quasi risolto con l’apertura della sede, a me pare un delirio che mio figlio sia a casa il 2 ottobre, abbia fatto due soli giorni di scuola nell’anno scolastico 2020/21, e che non so se il 6 ottobre potrà ritornare tra i banchi e per quanto. Mi pare indecente che, al solito, si facciano lavori – nel perimetro di una scuola – durante il periodo scolastico piuttosto che ad agosto o di notte. E i banchi monoposto? E gli insegnanti?
Mi si risponderà che devo avere pazienza, che siamo agli ultimi sforzi, che tutto volge verso la normalità…ma io vivo una grave sconfitta: perdere un mese di scuola – dal 14 settembre – quando la generazione del nostro futuro si aspettava di poter tornare finalmente a vivere, scusate, ma per me è un gran ceffone dato in pieno volta ad ognuno dei nostri figli.”
Già i nostri figli che dovrebbero essere il futuro ma che di questo passo saranno, loro malgrado una scia di ignoranti