Un centinaio di studenti stamani ha occupato il liceo classico messinese La Farina
La riapertura della biblioteca, adesso ad aula di lezione, la destinazione di un’area allo “spazio mensa e socializzazione”, la riapertura del dialogo con la dirigente, un dialogo definito difficile, negli ultimi mesi. Insomma il ritorno a spazi, fisici e non solo, destinati alla socializzazione tra gli studenti, sacrificati in nome della pandemia e alle carenze logistiche.
Sono queste le ragioni che gli studenti del liceo classico La Farina di Messina pongono alla base della loro protesta, sfociata stamane nell’occupazione della struttura. Un centinaio gli studenti che si sono barricati all’interno e che invocano risposte.
I rappresentanti sono stati convocati in Questura alle 17 per un confronto con la dirigente della Digos Vinzy Siracusano.
Va comunque dato atto agli studenti di aver scelto la parola “occupato”, al posto di “assediato”, di sgradevole significato che sa di debolezza e passività. Ovviamente, non potevano scegliere la parola “okkupato”, che aveva un senso politico, ai tempi di Cossiga (sottigliezza questa, che per i liceali di allora, era ben ovvia. Conclusione : i cuccioli crescono e diventano consapevoli. Auguri, quindi, che possano diventare veri “animali politici”. Un suggerimento : che si leggano i giornali ogni giorno, si informino dei loro diritti, e seguano la politica, dato che vogliono crescere e diventare persone adulte. Infine, ma non in ultimo : si battano anche per il ritorno del Medico Scolastico nella scuola Pubblica : anch’essi hanno il diritto ad averlo e ad essere adeguatamente istruiti in ambito di prevenzione e salute. Naturaliter, i docenti ringraziano per questi giorni di ferie regalati. Loro, il soldo, ce l’hanno garantito : basta che timbrino il cartellino.
Diciamo la verità! Questi studenti si sono barricati in nome di una tradizione ultra decennale che vede, a ridosso delle vacanze di Natale, i licei cittadini “occupati” da studenti impegnati a protestare e a sperimentarsi come potenziali politici. E’ già tanto che in piena pandemia siano a scuola, certamente con l’utilizzo di aule recuperate da spazi prima destinati ad altro uso. E loro che fanno? Scioperano e occupano, vogliono gli spazi di socializzazione al posto della distanza interpersonale!
Invocano il dialogo invece di studiare retorica e dialettica! che belli i tempi nei quali si studiava, si andava a scuola per imparare, i docenti erano maestri anche di vita e occupare strutture pubbliche interrompendo le attività che vi si svolgevano erano considerati illeciti: occupazione e interruzione di pubblico servizio!