Chiedono il rispetto degli impegni presi appena quattro giorni fa, per venire a capo della propria difficile situazione lavorativa. L’assessore ai Trasporti fa tappa a Messina per un’iniziativa che vuole evidenziare i tempi lunghissimi del treno Palermo – Roma. LA FOTOGALLERY DI SERENA CAPPARELLI
L’ultimo incontro risale a giovedì scorso. L’assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Pizzo, ha ribadito l’indisponibilità, da parte di Ferrovie dello Stato, al riassorbimento degli ex lavoratori Ferrotel ma ha assicurato il proprio impegno a recepire quanto era stato deciso dalla V commissione Lavoro dell’Ars lo scorso 6 giugno, una risoluzione di indirizzo rivolta al Governo regionale per favorire la loro ricollocazione. Una ricollocazione che potrebbe avvenire nell’ambito del nuovo contratto di servizio, per il quale da anni è in corso l’interlocuzione e i tempi rischiano di allungarsi ancora. In attesa di buone notizie su questo fronte, il sindacato Orsa ha evidenziato l’esigenza di supportare a breve termine i lavoratori rimasti privi di alcun sussidio. Ed anche su questo aspetto, l’assessore Pizzo si è impegnato a cercare la soluzione più veloce, confidando anche nell’accelerazione della firma del contratto di servizio. Proprio del contratto di servizio si dovrebbe parlare oggi a Roma, nel corso di una riunione convocata dal ministro Maurizio Lupi. All’appuntamento, previsto per le 15.30, Pizzo arriverà in ritardo perché il treno partito alle 7 da Palermo arriva a Roma alle 18.34, dopo la bellezza di 11 ore e 34 minuti.
Basti pensare che solo per arrivare da Palermo a Messina servono 3 ore. Nasce da qui l’iniziativa “Scusate il ritardo”, per evidenziare i tempi lunghissimi del treno Palermo – Roma. Nel corso della breve tappa a Messina, gli ex Ferrotel hanno attuato un breve sit in per ricordare all’assessore Pizzo i propri impegni.
“In un paese normale – spiega Pizzo – per collegare Palermo e Roma basterebbero otto ore di viaggio. Non parliamo di alta velocità, ma del tempo normale di percorrenza di un treno per coprire i poco più di 800 chilometri di linea ferrata che separano Palermo dalla Capitale. Ancora oggi, nel 2015, per quel tratto di binari un cittadino deve viaggiare per almeno 11 ore e mezza. In quel gap di 210 minuti c'è tutto il disinteresse del sistema ferroviario nazionale per il futuro della Sicilia e peri diritti dei siciliani. Sul treno chiedo che salgano tutti gli amministratori pubblici, i sindaci delle nostre città, e tutti quei cittadini che sono stanchi di essere trattati come sudditi di serie B da una società di proprietà dello Stato, che dovrebbe ispirare la propria azione al dettato costituzionale, offrendo perciò, laddove possibile, servizi eguali a tutti i territori del Paese”.
All’evento hanno già aderito i sindaci di Palermo, Catania, Messina, Siracusa, Termini Imerese, Misilmeri, Ficarazzi, Cefalù, Castelbuono, Pollina, Sant’Agata Militello, Naso, Capo d'Orlando, Barcellona, Milazzo, Spadafora, Villafranca e Monforte San Giorgio.