Allarme siccità. Abbiamo ancora pochissime settimane per tentare un piccolo recupero, poi sarà troppo tardi
Nonostante le piogge di metà gennaio la situazione, sul fronte della siccità meteorologica e agrometeorologica, inizia a farsi davvero pesante in Sicilia. Senza importanti fasi piovose, tra febbraio e marzo, bisognerà cominciare a prepararsi ad un’estate molto difficile, con il razionamento dell’acqua in gran parte della regione. Lì dove l’acqua fatica ad arrivare persino in situazioni di normalità, con molta probabilità arriverà ben poco durante i mesi estivi.
L’analisi del Sias
Il bilancio pluviometrico del mese risulta caratterizzato dagli eventi della settimana di persistente instabilità che tra il giorno 6 e il giorno 12 ha interrotto una lunga fase di quasi totale assenza di piogge, ma con eventi successivi poco significativi, quasi del tutto assenti nella terza decade del mese.
La media regionale delle piogge cadute in gennaio, pari a circa 80 mm, si colloca di poco inferiore alla norma mensile, che per il periodo 2002-2023 è di circa 89 mm, sconta tuttavia una marcata differenza territoriale tra le aree costiere e le aree interne, queste ultime nettamente penalizzate dagli accumuli.
Tra le aree con i maggiori quantitativi di precipitazione, oltre i 100 mm totali, risultano l’area a quota più elevata dei Nebrodi, il versante orientale ionico tra Etna e Peloritani, la porzione centro-occidentale della provincia di Agrigento e i monti alle spalle della città di Palermo.
Tra le aree invece più penalizzate quantitativamente, che hanno registrato accumuli mensili compresi in genere tra 20 e 50 mm, si trovano in particolare l’area della Piana di Catania, le aree ad Ovest dell’Etna, buona parte della provincia di Enna e porzioni orientali della provincia di Palermo.
Il numero medio di giorni piovosi è stato pari ad 8, variabile tra i 13 giorni piovosi rilevati in diversi siti del settore tirrenico e i 5 giorni piovosi di alcuni siti delle aree interne.
Sulla rete SIAS il massimo accumulo mensile è stato registrato dalla stazione Antillo (ME) con 220,8 mm, mentre il massimo accumulo giornaliero di 149,2 mm è stato registrato il giorno 10 dalla stazione Riposto (CT).
La tipologia di precipitazioni cadute nel periodo ha permesso di ottenere elevati tassi di efficacia delle piogge dal punto di vista del recupero della riserva idrica del terreno. A parte locali situazioni, l’intensità degli eventi è stata mediamente bassa e molto bassa, con assenza quasi totale di fenomeni di erosione e di ruscellamento superficiale.
Perché la situazione è molto difficile?
Nonostante questo aspetto positivo, è evidente che laddove gli accumuli sono stati inferiori a 50-60 mm il deficit idrico dei suoli è rimasto in larga parte insoddisfatto.
A ciò si aggiunge l’osservazione che proprio la tipologia prevalente di precipitazione, oltre che non consentire il ripristino della piena capacità idrica di campo dei suoli, non ha permesso nemmeno rilasci significativi nel reticolo idrografico, tanto che gli afflussi agli invasi sono stati molto modesti quando non nulli.
Gennaio 2024 si è mostrato così, anche se con uno scarto meno marcato rispetto ai periodi precedenti, come il quinto mese consecutivo con precipitazioni inferiori alla norma del periodo, portando negli ultimi 6 mesi ad un deficit medio regionale di oltre 200 mm rispetto alla norma.
Pochissima neve sull’Etna
Un altro dato che dovrebbe far preoccupare i messinesi è la scarsissima presenza di neve sull’Etna, mai così poca nel bel mezzo dell’inverno. L’assenza di precipitazioni, soprattutto da grecale, levante e scirocco, sta lasciando spoglio di neve il vulcano attivo più alto d’Europa. Senza la neve le sorgenti del Fiumefreddo, ma anche la stessa Alcantara, non si potranno ricaricare (per la fusione nivale) durante il periodo primaverile, riducendo sensibilmente l’approvvigionamento idrico verso la nostra città.
Se si considera che pure la sorgente della Santissima, sui Peloritani, è in grave sofferenza, il quadro si fa ancora più complicato. E di tempo ora ne abbiamo poco. Se saltano le piogge di febbraio e marzo, con le precipitazioni di aprile e maggio sarà molto complicato ricaricare le falde, visto che con l’aumentare delle temperature si incrementerà pure il tasso di evaporazione dai terreni. Quindi buona parte della pioggia che cadrà non si infiltrerà sui terreni, ma evaporerà in atmosfera.
Visto il quadro catastrofico o meglio apocalittico……cosa dobbiamo fare noi poveri mortali residenti in Sicilia??
Questa è la realtà guardando la mappa dell’ Europa chiaramente chi e’ in grave crisi e’ solo la Sicilia e i paesi che si affacciano a sud del bacino del Mediterraneo….il resto d’Europa non credo che abbia problemi….
Si gnovi picchi gnovi,si non gnovi picchi non gnovi. Sempri i soliti cosi,sempri chi ci lamintamu